In un giorno di novembre, dopo una lunga estate e un caldo autunno passato tra sgomberi, sperimentazione, repressione ed autogestione, nasceva la Casa Occupata di vico Pellicceria 1. Abbiamo aperto il portone del palazzo per dare nuova vita e un nuovo senso a quella che era la Centrale Sip della Maddalena, ormai chiusa e abbandonata da oltre 15 anni. Ci siamo riappropriati di uno dei tanti spazi lasciati all’abbandono e al degrado perché viviamo l’emergenza abitativa sulla nostra pelle e non vogliamo più pagare affitti esorbitanti per pochi cupi metri quadrati, perché abbiamo bisogno di luoghi per incontrarci, socializzare, giocare fuori dalle logiche del consumo e della movida. Ci siamo presi ciò che è indispensabile per una vita degna di essere vissuta: una casa dove dormire, uno spazio dove vivere in comune, un posto dove organizzarsi per lottare. Ciò che vogliamo è condividere i nostri sogni e bisogni con chiunque li senta propri e abbia voglia di mettersi in gioco in prima persona. Siamo consapevoli che trasformare se stessi, attraverso la relazione con gli altri, sia il primo passo verso la trasformazione della realtà che ci circonda e opprime.
Per questo ci proviamo ed insistiamo nel provarci da anni. L’esperienza di Pellicceria nasce dopo altre occupazioni ed altrettanti sgomberi da parte delle autorità, e dopo il coinvolgimento e l’incrocio di percorsi di decine e decine di persone. Uno di questi sgomberi, quello della casa occupata di via dei Giustiniani 19, ha portato a qualcosa di più delle solite denunce: 4 arresti e 7 obblighi di firma in commissariato nel dicembre scorso. Se il tribunale del riesame ha deciso di rilasciare i compagni agli arresti, oggi, dopo 7 mesi, grazie all’insistenza del procuratore Scolastico, dovrà nuovamente pronunciarsi su questa situazione, con la possibilità che chi era ai domiciliari ci ritorni.
Di solito, dopo uno sgombero, gli occupanti se ne vanno. A volte occupano altrove, a volte si scoraggiano. Gli sgomberi servono a quello, sono operazioni politiche, come ogni operazione di polizia. Appena un’esperienza di vita prende troppo corpo, troppa consistenza, appena diventa anche solo un pochino pericolosa bisogna tagliarle la testa.
E quindi manganellano gli studenti in università, negano l’acqua a chi resiste sul tetto, buttano giù le scale, pisciano nelle stanze, come successo tre settimane fa a Milano, sporgono denunce, fanno partire processi infiniti. Lo chiamano “ripristinare l’ordine”, illudendosi, pensando che la situazione dopo uno sgombero possa tornare ad essere la stessa di prima. Ma non funziona mai perché la forza di un’occupazione non sta nelle mura dell’edificio occupato, ma nell’intensità della vita, nello spessore dei legami che gli occupanti costruiscono fra di loro, con gli abitanti del quartiere, con tutti quelli che in qualche modo alzano la testa e si danno da fare per resistere.
Il 18 e il 19 luglio 2013 il tribunale di Genova si pronuncerà nuovamente su arresti e misure cautelari richieste da Scolastico. Invitiamo tutti alle iniziative della casa occupata; ci troverete al cineforum, al coro, in palestra, in libreria, in ciclofficina, in taverna. Vi invitiamo a stare agitati, pur sempre vivaci, presenti nelle prossime iniziative di solidarietà, di lotta agli sfratti e di opposizione agli espropri in Valpolcevera per i cantieri del Terzo valico. Aiutateci a diffondere le informazioni ed il banner che troverete anche sul sito giustiniani19.noblogs.org.
Stiamo agitati.
NON SI PUO’ FERMARE IL VENTO!
Casa Occupata di vico Pellicceria 1
Maddalena Centro Storico Genova