Libertà in pellicola: rassegna d’aprile

TUTTI I GIOVEDI’ ALLE ORE 21 | INGRESSO GRATUITO

La tecnica mista come denuncia dell’alienazione dell’uomo nella società in movimento. I film mostrano in diversi modi, chi ironicamente, chi drammaticamente, chi allegoricamente il difficile (quasi impossibile) rapporto tra l’uomo e la sua creazione, tra l’arte e i suoi luoghi specifici e in definitiva tra l’uomo e il suo ambiente: la società.
Libertà: è quella rivendicata dai film già all’interno della loro struttura. La tecnica mista infatti presuppone lo svariato utilizzo di diverse tecniche cinematografiche (riprese dal vivo, pittura delle immagini, tecnica del fotoscopio e animazione). Libertà: è quella utilizzata per raccontare le storie. Nei film infatti spesso viene abbandonata la classica successione cronologica per dare spazio a salti di tempo e di luogo. Libertà: è in fondo quella desiderata dai protagonisti di questi film.

GIOVEDI’ 5 – ALLEGRO NON TROPPO di Bruno Bozzetto (1977)
La fantasia musicale italiana,  una storia che si forma seguendo la musica, ricca di invenzioni narrative e riferimenti meta-cinematografici ed in fin dei conti riflessione ironica sulla società, i suoi usi e i suoi costumi.

GIOVEDI’ 12 – AMERICAN POP di  Ralph Bakshi (1981)
Epopea di una famiglia di musicisti ebreo-russi, in fuga dal loro paese alla ricerca del sogno americano.
Volo pindarico sulla musica popolare americana e sulla società che la crea.
Il sogno morirà inesorabilmente.

GIOVEDI’ 19 – THE WALL di Alan Parker (1982)
Immagini dure, eccessive, confuse. Uno squarcio sull’uomo, sulla società, sui suoi rapporti sociali. Sul potere che lo distrugge o lo plagia. L’arancia meccanica musicale.

GIOVEDI’ 26 – L’URLO di Rob Epstein, Jeffrey Friedman (2010)
Allen Ginsberg, cantore della contro-cultura americana. La sua vita, le sue poesie, il suo urlo disperato.

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22/3 TORNEREMO ALLE VOSTRE PORTE E SUONEREMO ANCORA PIÙ FORTE

GIOVEDì 22.03 dalle 19.00 in Piazza della Posta Vecchia apericena musicale, jam session tra amici e dj set! Se ti va porta uno strumento, la tua voce,  tanta allegria e voglia di condividere!   Benefit per ricomprare i tamburi della Murga!

La notte del 4 marzo, in circostanze sconosciute, qualcuno è entrato nello spazio pubblico/condiviso di  Piazza della Posta Vecchia e ha portato via i tamburi e altri strumenti musicali.
Noi siamo La Murga dei Vicoli, una banda musicale itinerante, ci muoviamo nel nostro quartiere e oltre i suoi confini suonando gran casse, rullanti, campane, mani e quello che si ha.
Da tre anni ci incontriamo ogni giovedì in piazza della posta vecchia, suoniamo, socializziamo, ci divertiamo e sopratutto ragioniamo sulle problematiche che riguardano il nostro quartiere.
Attraverso la Murga esprimiamo le nostre idee, le nostre gioie, le nostre sofferenze. Sono loro che ci guidano quando portiamo una vibrazione fuori dal coro per le strade .
Cerchiamo con la musica di richiamare l’attenzione verso quei luoghi fisici o mentali che spesso vengono dimenticati…
Siamo solidali con il movimento no tav, siamo stati con gli abitanti di piazzale Adriatico, in Palestina, sotto le carceri, nelle piazze per difendere i nostri diritti, a fianco agli immigrati contro il razzismo, in via della Maddalena contro le mafie,così come semplicemente a portare allegria nei momenti quotidiani e di festa…
E continueremo a farlo!
Siamo la Murga dei vicoli e crediamo che sia importante proseguire questo meraviglioso percorso nel centro storico dove speculazioni e ingiustizie stanno uccidendo la nostra comunità, dove è sempre più difficile ritrovarsi serenamente e scambiare due chiacchiere,dove gli spazi di tutti sono per pochi, dove ci si trova in difficoltà ad arrivare a fine mese. Per queste strade dove incontriamo belle facciate che nascondono scheletri vogliamo continuare a portare il nostro messaggio.
Non sappiamo chi sia stato né  perché qualcuno abbia cercato di metterci a tacere, ma sappiamo che questo non ci fermerà. Le nostre idee non si possono fermare e per questo “torneremo alle vostre porte e suoneremo ancora più forte” !!!
LA MURGA DEI VICOLI

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Volantino distribuito allo Stadio di Marassi domenica 11 marzo

“Difendi la tua terra dalla democrazia che uccide. Daje Luca. Notav”
“Poliziotti e giornalisti, siete voi i terroristi. Notav”
Con questi striscioni, domenica scorsa a Roma per la prima volta il movimento Notav ha fatto irruzione sulle gradinate degli stadi italiani. Era inevitabile che le curve, da sempre luogo ed espressione di popolo, fossero contagiate da quella che è, prima di tutto, una grande lotta del popolo di una valle – e non, come vogliono far credere poliziotti e giornalisti, la palestra di antagonisti, centri sociali, anarco-insurrezionalisti –, nel momento in cui questa lotta stessa ha travalicato i confini fisici e simbolici della valle. La resistenza Notav ha ormai assunto il valore di un esempio per tutti: si può opporre resistenza al modello di sviluppo che ci viene imposto come obbligatorio; ci si può opporre all’arroganza e alla violenza dell’autorità che pretende di fottersene dei reali bisogni e desideri di una collettività.
L’ideologia del “progresso” con cui ci vogliono convincere dell’utilità del Tav è, nei suoi fondamenti, la stessa del calcio moderno che ha svuotato le gradinate degli stadi, nate come luoghi di aggregazione sociale, per spingerci davanti agli schermi di Sky come clienti e consumatori; è la stessa che vorrebbe abbattere un luogo di memoria e passione collettiva come il Luigi Ferraris,  perché gli stadi devono diventare dei centri commerciali. È il “progresso” che specula su emozioni, passioni e affetti di comunità intere di persone in base al tornaconto dei soliti noti, affaristi, mafiosi, politici. Ci vogliono circondare di luoghi asettici; asettico come un paesaggio visto da un treno ipermoderno lanciato a velocità folle tra valli e montagne; asettico come una partita di calcio vista attraverso uno schermo ultrapiatto invece che vissuta nell’atmosfera della gradinata.
La settimana scorsa il movimento Notav, dalla Valsusa, ha chiesto di fare un presidio simultaneo, oggi domenica 11 marzo, sotto le carceri dove sono ancora recluse le persone arrestate nella grande operazione repressiva del 26 gennaio scorso, orchestrata dal procuratore Caselli.
Nel carcere di Marassi, insieme a centinaia di altri detenuti costretti in condizioni di vessazione e umiliazione, per quei fatti è recluso da due mesi Gabriele.
Nonostante la precauzione di organizzare in serata, dopo la partita, il corteo e il presidio pensati per rispondere alla chiamata della valle, sembra che l’intera zona di Marassi sia off limits fino ad un’ora imprecisata, causa presenza dei tifosi juventini.
Ma come? Anni di tessera del tifoso, di bla bla sulla sicurezza di stadi e città ottenuta grazie ai  provvedimenti di Maroni, e oggi ci vogliono far credere che un’intera porzione di Genova è l’ennesima zona rossa in cui liberi “cittadini” non possono circolare e manifestare? O forse è che vogliono rompere le palle ai Notav? O forse è che hanno paura che molte persone comuni che frequentano lo stadio, stufi di questo mondo di plastica e dell’arroganza delle autorità che lo difendono, simpatizzino e possano appoggiare questo movimento di resistenza, così significativo, così contagioso?
Dobbiamo forse ricordare che il carabiniere che in Valsusa si è arrampicato sul traliccio per arrestare Luca, provocandone la caduta e la quasi morte, è un collega dell’agente che ha ammazzato un ragazzo che andava a vedere una partita sparandogli da un lato all’altro di un’autostrada? Che per arginare la protesta montante in tutta Italia il governo sta pensando a provvedimenti  eccezionali  sperimentati  e legiferati proprio contro gli ultras, come il daspo, da estendere alla manifestazioni di strada? Che, sempre per reprimere la lotta in valle, lo stesso governo ha deciso di spostare in Valsusa le forze di polizia che di solito presidiano gli stadi perché è lì che oggi ne hanno più bisogno, perché lì ci sono da gasare non solo ultras o presunti black bloc, ma un’intera popolazione?
Noi oggi ci saremo, faremo il corteo e arriveremo sotto il carcere.
Invitiamo tutti ad unirsi, e lo facciamo con l’ultimo pensiero rivolto all’Egitto e alla Grecia, dove sollevazioni popolari di massa si sono scagliate contro governi ritenuti autoritari e oppressivi e i gruppi delle tifoserie calcistiche del Cairo e di Atene hanno attivamente partecipato e pubblicamente rivendicato le barricate al fianco del popolo.

CORTEO NOTAV
ore 18 – concentramento in piazza de Ferrari
LIBERI TUTTI

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Corteo NoTav 11 marzo + presidio al carcere

PER LA LIBERAZIONE DI TUTTI GLI ARRESTATI

PER IL RITIRO DELLE TRUPPE D’OCCUPAZIONE

PER IL RILANCIO DELL’OPPOSIZIONE SOCIALE.

GIOVEDI’ 8 H. 21 / ASSEMBLEA CITTADINA / C.A.P.
Circolo Autorità Portuale di via Albertazzi (a Di Negro davanti ai vigili del fuoco). Genova

DOMENICA 11 H. 18 / CORTEO@Genova / PIAZZA DE FERRARI
E PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI MARASSI H. 20

LA VALLE CHE AVANZA IN CITTA’

In Val Susa un’intera popolazione è in lotta da anni, con l’appoggio di centinaia di migliaia di solidali in tutta Italia. La scorsa settimana, all’ulteriore allargamento del cantiere, all’esproprio della baita Clarea e al tentato omicidio di Luca, la valle ha reagito rilanciando i blocchi e le barricate su strade, autostrade e ferrovie.
L’auspicio estivo del “portare la valle nelle città” ha altresì preso corpo e sostanza. Blocchi, cortei e momenti di condivisione si sono propagati in tutta Italia e all’estero da Lisbona a Kiev. La prospettiva di portare la migliore solidarietà ai resistenti valsusini si è inevitabilmente legata con l’esigenza di unire lotte comuni.
Quel che più lo Stato teme è la reale autorganizzazione della gente, la lotta autonoma e senza mediatori, la
delegittimazione della sua autorità, l’emergere di una comunità autentica in lotta.
Se la Val Susa perde perderemo tutti. Se la Val Susa vince, e questo dipende da tutti noi, allora dimostreremo che resistere si può, che la lotta paga, che cambiare questo mondo è possibile ed è entusiasmante.
Per questo siamo al fianco della dignità e caparbietà dei valsusini. Per questo siamo tutti NoTav.

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No Tav, corteo in centro – Occupati i binari a Brignole

dai media di regime:

Ieri un treno danneggiato a Principe; stamani “occupato” ponte Etiopia. E in serata blocco dei treni a Brignole

I manifestanti No Tav hanno inziato stamani intorno alle 11.30 occupando il varco portuale di ponte Etiopia in via Lungomare Canepa a Sampierdarena: sistemati sulla strada alcuni bancali in legno, hanno acceso fumogeni arancioni e esploso alcuni petardi. Un’occupazione pacifica con distribuzione di volantini e incontro con alcuni lavoratori portuali.

La rivolta “dura” è iniziata nel tardo pomeriggio. Prima il presidio davanti alla Prefettura. Tamburi e slogan contro “lo Stato che vuole imporre, contro la volontà popolare, un disegno intollerabile”. Poi gli attivisti si sono mossi lungo via XII Ottobre, hanno raggiunto la stazione di Brignole e sono riusciti ad entrare in stazione attraverso il nuovo varco del deposito bagagli – non presidiato. Hanno occupato il binario 2. Per sicurezza è stata fermata la circolazione di tutti i treni. Una mano anonima ha scritto con lo spray No Tav sul portellone posteriore di una Fiat Punto della Polizia. Il blocco è durato una ventina di minuti

Ieri un altro blitz alla stazione ferroviaria di Principe. In 30 hanno danneggiato un treno intercity Frecciabianca, infranti i finestrini e scritti slogan sulle fiancate dei vagoni.

 

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