Presidio al tribunale del riesame

Giovedì 27 dicembre 2012
PRESIDIO AL TRIBUNALE DEL RIESAME
ore 9, piazza Portoria, Genova

SOSTENIAMO I COMPAGNI E LE COMPAGNE
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PUNIRE PER PREVENIRE

Mercoledì 12 dicembre la Digos di Genova ha notificato 11 misure restrittive, arresti domiciliari e obbligo di firma, ad 11 compagni. L’operazione è partita su ordine del Gip Marina Orsini, su richiesta del procuratore aggiunto, Vincenzo Scolastico. Da mercoledì, quindi, 3 compagni ed una compagna si trovano agli arresti domiciliari e 7 sono costretti ad andare a firmare in questura una o due volte al giorno.

I fatti contestati riguardano lo sgombero della casa occupata Giustiniani 19, avvenuto il 7 agosto 2012.  I compagni sono accusati a vario titolo di resistenza aggravata. Dall’ordinanza si può però ben capire come le misure non siano soltanto un provvedimento legato al 7 Agosto, ma piuttosto determinato dalla volontà di punire più in generale la loro partecipazione alle lotte contro l’alta velocità e il Terzo Valico, alle occupazioni, alla lotta contro la militarizzazione del territorio ed il razzismo sempre più diffuso, alla solidarietà con i lavoratori. Quello che si vuole colpire quindi non è il singolo episodio ma la “condotta” politica di ciascuno di loro, riconducendo il tutto ad un problema di ordine pubblico.

Il 27 dicembre si riunisce il tribunale del riesame per decidere se confermare o meno la misura degli arresti ai 4 compagni.

L’applicazione di misure di restrizione della libertà, sia esse domiciliari che firme usate come DASPO politico, hanno lo scopo di colpire i compagni, allontanandoli dai contesti di lotta, nel tentativo di eliminare ed isolare gli elementi “più pericolosi”. Il messaggio contenuto in questa operazione è che in tempi di crisi la contestazione non è ammessa, bisogna solo obbedire a testa bassa.

Ma Genova non è un’eccezione, il modus operandi repressivo genovese lo troviamo in molte città. Gli ultimi esempi sono avvenuti a Torino e a Milano. Il 17 dicembre la procura di Torino ha emesso nei confronti di diversi compagni e compagne due arresti domiciliari, una decina tra obblighi di dimora e di firma e diverse denunce, per i fatti avvenuti durante la giornata di lotta del 1 maggio 2012. E nello stesso giorno a Milano, la Digos ha eseguito diverse perquisizioni in casa di studenti per il corteo avvenuto il 14 novembre in quella città.

Per non parlare della maxioperazione contro i fatti avvenuti a Roma il 15 Ottobre del 2011, che ha portato agli arresti domiciliari fra gli altri, anche un nostro compagno, Francesco. L’accusa in questo caso è quella di devastazione e saccheggio, reato tornato, non casualmente, in auge lo scorso luglio in occasione della sentenza della Corte di Cassazione ai danni degli imputati per la rivolta contro il G8 di Genova del 2001.

Siamo di fronte alla creazione e attuazione di un armamentario repressivo, essenzialmente centrato sulla punizione e sulla prevenzione, volutamente esorbitante. Colpire le persone, i compagni che lottano è assolutamente necessario, soprattutto adesso che le libertà individuali vengono ogni giorno ristrette ed il dissenso sociale tende ad aumentare.

Punire, spaventare e allontanare sembra essere il dogma a cui risponde e che viene seguito dalla Magistratura. Fermare, anche sul nascere, ogni pratica di rottura, ogni pratica di lotta, che possa mettere in discussione l’attuale stato delle cose,  che possa contagiare altre situazioni, che possa far vedere che c’è un modo per reagire alla crisi che non sia la sua semplice accettazione.

Per questo sosteniamo che queste misure non riguardano solo 13 compagni, ma riguardano tutti. Il modo di rispondere a questi “attacchi” deve essere quindi quello di generalizzare le lotte e la solidarietà.  Perché ormai sembra essere sempre più evidente che provare ciascuno a difendere il proprio orto, non basta più. Solamente un collegamento sempre più stretto tra le diverse forme di resistenza può trasformare il loro aspetto difensivo in aspetto offensivo. Occorre combattere.

Solidarietà a Christian, Enrico, Francesco, Mattia e Sofia.

Solidarietà a tutti gli inquisiti. Solidarietà a tutti i compagni prigionieri.

compagni e compagne solidali

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Cassa ligure di solidarietà antirepressiva

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Come cassa ligure di solidarietà vogliamo far sentire la nostra vicinanza agli 11 compagni sottoposti alle misure restrittive ( arresti domiciliari e firme giornaliere) ordinate dal GIP e richieste dal PM Scolastico in seguito allo sgombero della Casa Occupata Giustiniani 19, avvenuto ad Agosto 2012.

Cogliamo anche l’occasione per portare solidarietà a Francesco che, accusato di devastazione e saccheggio in seguito alla manifestazione del 15 ottobre a Roma, si trova da circa un mese agli arresti domiciliari ed a Peppe, in carcere da giugno per aver contribuito alla pubblicazione in rete di comunicati relativi a lotte internazionali.

 

Pensiamo che nei momenti di crisi economica e sociale le misure di restrizione della libertà siano uno dei primi strumenti che il Capitale utilizza per evitare che il potenziale scontro di classe si acuisca. Queste misure servono per allontanare le persone dalla lotte, dai loro compagni e, più in generale, da quanti cercano di alzare la testa o di mettere un freno alla violenza ed alla  sopraffazione che caratterizza la gestione del conflitto sociale: servono per intimorire e scoraggiare.

Sono praticamente quotidiane le notizie di cariche di carabinieri e polizia e di misure repressive nei confronti dei lavoratori e dei movimenti studenteschi e di opposizione sociale, come quello no tav. Nessuno può sentirsi escluso.

La mano violenta della giustizia e della polizia, come quella della politica, agisce in modo sempre più diffuso, ben consapevole che in questo momento è necessario utilizzare il bastone per poi poter promettere la carota a quanti, intimoriti, si arrenderanno ad una sorte utile solo alla sopravvivenza del Capitale.

 

La crisi porterà, infatti,  alla ristrutturazione del sistema produttivo con l’espulsione di una buona parte dei proletari dalle condizioni di vita sostenibile. Questa è l’unica ricetta che possiamo aspettarci . Non c’è più nulla da contrattare o da migliorare.

Quello che possiamo proporre, invece, è il ritrovare legami di solidarietà  e mutuo soccorso senza i quali siamo sprofondati, da tempo, in uno scenario frantumato ed individualizzato che ci ha reso inermi di fronte ai continui attacchi repressivi.

Generalizziamo e  diffondiamo il conflitto, perché ogni ambito del nostro vissuto è sotto attacco!

Cassa ligure di solidarietà antirepressiva

cassa.solidale.ligure@autistici.org

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Presidio informativo e solidale a San Lorenzo


MERCOLEDI’ 19 DICEMBRE
Presidio ore 16.30 piazza San Lorenzo, Centro Storico, Genova

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Liberarci tutti!
Mercoledì 12 dicembre 11 compagni hanno ricevuto  la notifica di una serie di misure cautelari (4 arresti domiciliari, 7 obblighi di firma giornalieri), nominalmente per atti compiuti durante lo sgombero di Giustiniani 19 avvenuto il 7 agosto.
Le  misure  vengono  date  non  in  quanto  “sanzione”  dei  reati  commessi,  ma  come  “prevenzione”  di  reati  ancora  da compiere: si tratta infatti di misure cautelari preventive, disposte per impedire la reiterazione del reato e per “sorvegliare e punire” coloro che dimostrano di avere un comportamento che non può essere “corretto” altrimenti.
Diciamo “nominalmente” perchè, da una parte, gli atti di cui si parla, gli atti per cui si sottrae la libertà alle persone e si sottraggono  le persone ai propri compagni sono… cosa? Si parla di sputi, cori,  insulti… addirittura  il  lancio di pericolose bottigliette d’acqua! Atti criminosi della peggior  specie, che  rivelano quello che  sembra essere  il delitto più efferato di tutti:  resistere.  Resistere  allo  sgombero,  resistere  alla  polizia,  alla  violenza  dello  Stato.  Un  altro  reato  ignominioso  si profila: ribellarsi, esprimere la propria rabbia e la propria determinazione.
Ma nell’Italia del 2012,  in questo  terreno che vorrebbero pacificare e sedare, quando prendon vita  i  semi del dissenso bisogna diserbare: sradicare le persone dalla loro vita e dalle loro pratiche. Dalle loro passioni e dai loro affetti.
Diciamo  “nominalmente” anche perchè queste accuse non  sono  che un chiaro pretesto che maschera, e neanche  tanto bene,  la  realtà  che  si nasconde dietro questa mossa  repressiva. Una  realtà espressa  senza mezzi  termini dalla notifica stessa,  che  elenca  nei  minimi  particolari  i  “curricula”  delle  persone  incriminate,  tracciando  un  minuzioso  profilo psicologico di quei soggetti che rappresenterebbero una minaccia per il quieto vivere della società.

Digos, questura e magistratura  si  sono unite di buon grado per questa manovra epuratrice, per questa eugenetica del conflitto: eliminare i devianti, storpiare le lotte, cercare di riuscire finalmente a far tacere le voci dissonanti. Poco importa che  l’intera manovra sia stata costruita ad arte, sproporzionata rispetto alle misure cautelari  imposte. Quel che conta è colpire e disgregare le realtà che si stanno muovendo nelle varie situazioni di conflitto: occupazioni, Terzo Valico, NoTav, contro tutte le situazioni di oppressione che quotidianamente ci troviamo davanti.

Viviamo in un mondo dove regna il capitale, dove chi non ha non è, dove la scelta è fra morire di fame e morire di lavoro: e chi dice di no, chi si ribella, chi cerca di costruire momenti liberi dalle relazioni quotidiane di sopraffazione che subiamo tutti giorni viene allora colpito drasticamente.  Il messaggio è chiaro: accettare  la dose di merda giornaliera o  subire  la punizione.  Punizione  che  viene  con  grazioso  eufemismo  chiamata  “misura  afflittiva”,  l'”afflizione”  costituendo  nella limitazione, più o meno  “blanda”  (come dicono  loro) della  libertà. Ma questa  libertà non  ci  viene  tutti  i  giorni negata,
limitata… afflitta? Non è questa misura la conferma palese ed esplicita della realtà in cui viviamo, della società carceraria che ci circonda, dove ognuno è rinchiuso nel suo piccolo recinto fatto di lavoro alienante (chi ce l’ha), di affitti da pagare, di lotta per la sopravvivenza…?
Noi non vogliamo lottare per sopravvivere, vogliamo lottare per vivere.

Quello che qui si vorrebbe far passare è una spoliazione del valore ideale e materiale del nostro agire: come se la nostra, presunta  o meno,  commissione  di  reati  si  avvicini  alla  patologia,  visto  che  si  giustifica  la misura  sostenendo  che  “gli indagati non sono in grado di trattenersi dal delinquere”.
Il problema è che se delinquere è resistere ad uno sgombero (peraltro davvero poco efficacemente), resistere o reagire alla violenza poliziesca, dire “assassini” e “servi” a degli assassini e dei servi, cacciare razzisti e fascisti di varia sorta dai luoghi in cui abitiamo, occupare case per vivere e sottrarsi alla rapina dell’affitto e spazi per incontrarsi e autorganizzarsi, se  delinquere  é  solidarizzare  con  altri  compagni  detenuti  o  con  gli  immigrati  reclusi,  bloccare  il  traffico  o  le  stazioni quando  lo Stato occupa militarmente un’intera valle col proposito di violentarla, bloccare fisicamente  l’arroganza di chi
vuole espropriare case e  terreni per opere devastanti….se  tutto questo significa delinquere, se resistere significa essere criminali, diciamo chiaramente che i “moniti” punitivi e pseudoeducativi della Procura non serviranno a nulla.
Diciamo chiaramente che continueremo a resistere ma anche che di fronte alla situazione sociale che viviamo, resistere non basta più. Occorre  imparare a difendersi e praticare  la solidarietà. Occorre  immaginare come costruire momenti di rottura e percorsi di  liberazione, condividerli, estenderli, generalizzarli. Percorsi dove  tutti ed ognuno,  in autonomia e libertà, possano trovare il proprio spazio e dare il proprio contributo. Occorre combattere.
Che nessuno si trattenga.

Solidarietà a tutti gli inquisiti.
Libertà per Francesco.
Libertà per Sofia, Enrico, Mattia, Christian.

compagne e compagni solidali

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giustiniani19@canaglie.org
grimaldelloge@libero.it
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giustiniani19.noblogs.org
noterzovalico.org

Intervento durante la fiaccolata no terzo valico

Ciao a tutti, la valle risplende!
Eccoci ancora una volta nelle strade, ancora una volta insieme.
Il messaggio credo sia arrivato in ogni angolo innevato della valle: nessuna compensazione, nessun compromesso.

Corridoi, piattaforme logistiche, opere strategiche sono termini coniati ad hoc e rinchiudono un solo significato: il progresso degli interessi di pochi a discapito della comunità e dei territori.
E non rappresenta certo una novità.
La legittimazione, affinché questi soprusi possano continuare ad avvenire, risiede nell’indifferenza e passività di una comunità volutamente anestetizzata.
Essere in piazza oggi pone una ulteriore base per rompere questi schemi.
Una base da cui ripartire.
Purtroppo non basterà un corteo, non basterà appendere una bandiera NO TAV o essere convinti di quanto sia inutile e dannoso il Terzo Valico.
Occorrerà continuare a dire a tutti-a urlare nelle orecchie di chi, ancora oggi, sembra apparentemente sordo. Occorrerà impiegare la cosa piu’ imprtante che ciascuno di noi possiede: la propria persona.
Non importa se chi avremo davanti sarà un tecnico COCIV, una ruspa, una trivella o chissà cosa, l’unico modo per fermarli sarà la nostra presenza, presenza di  tutti, uomini e donne, anziani e bambini, la presenza di una comunità che finalmente lascia la chiacchiere e decide attivamente qual’è il bene comune, senza delegare a nessuno, forte delle proprie ragioni.
Un saluto ed un abbraccio agli assenti, assenti contro la loro volontà. A Enrico, Cristian  Matti e Sofi e alle altre 7 persone colpite dagli obblighi di firma. Chi restiuisce alla socialità luoghi pubblici vergognosamente abbandonati da anni viene criminalizzato, mentre ai peggio affaristi vengono devolute le risorse della comunità e fornito il lasciapassare per distruggere i nostri territori.
Un abbraccio a chi ha messo a disposizione spontaneamente viveri, spazi e mezzi. A chi ci ha raggiunto nonostante questo clima dall’altro lato della Bocchetta, a tutti quelli che in questi giorni hanno volantinato sotto acqua e neve.
Un abbraccio complice a chi è salito ed ha fermato la trivella di Trasta, le parole hanno la loro importanza i fatti di piu’.
Al gruppo Valverde con cui ultimamente abbiamo condiviso la quasi totalità del tempo libero, proveniamo da età, storie e culture diverse, non sempre è facile intendersi, ma affrontare le sfide più ardue produce i risultati migliori-e stasera ne è un piccolo esempio.
Un abbraccio a tutti i presenti.
A presto. Dove la lotta avrà bisogno di noi. Forti del fatto che dietro questa lotta c’è amore, amore per la terra, amore per la vita.

http://nogronda.noblogs.org/post/2012/12/17/vocidallevalli-intervento-durante-la-fiaccolata/

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I legali: “Reati irrisori, si colpisce chi fa attività politica”

Genova. Sono arrivati intorno alle 11 in Tribunale per l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Marina Orsini, prelevati uno a uno dalle proprie abitazioni con un mezzo della polizia penitenziaria (disposizione non proprio consueta per chi si trova agli arresti domiciliari) i quattro giovani antagonisti genovesi colpiti dalla misura cautelare, accusati di resistenza, ingiurie e lesioni in conseguenza del primo sgombero dell’immobile di via dei Giustiniani 19 del 7 agosto di quest’anno. Fuori dal Tribunale un piccolo presidio di solidarietà.

“Gli indagati si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere – ha spiegato all’uscita l’avvocato Emanuele Tambuscio che difende i quattro insieme alla collega Laura Tartarini – perché non hanno potuto ancora vedere gli atti del procedimento a loro carico. noi come difensori li abbiamo visti e possiamo dire che i comportamenti contestati sono veramente di rilevanza minimale e riteniamo che la misura cautelare sia assolutamente sproporzionata a quello che è successo”.

“Andremo al tribunale del riesame immediatamente – ha aggiunto Tartarini – perché dalla stampa sono state riportate in misura di giorni venti ma non sono nessuna superiore ai 5 giorni e difficilmente alcune sono addebitabili ai manifestanti, abbiamo un agente di polizia che è inciampato in un casco e ne ha riportato una lesione di 5 giorni ma difficilmente può essere addebitato ai manifestanti. sono comportamenti veramente minimi che difficilmente potrebbero essere posti a supporto di una misura cautelare attenuata, tanto meno possono essere messi a supporto di una misura cautelare grave come gli arresti domiciliari”.

Oltre ai 4 ci son altri 9 indagati, di cui due a piede libero e altri 7 con la misure della firma quotidiana due volte al giorno. Nei prossimi giorni anche loro potranno presentarsi per l’interrogatorio di garanzia. Tutti e quattro i giovani messi ai domiciliari e buona parte degli altri indagati è incensurata anche se nell’ordinanza il Gip sottolinea la presenza di numerose denunce, sempre per reati simili, dalla contestazione all’ad di Trenitalia Moretti, a quelle al giudice Giancarlo Caselli, dalla manifestazione degli studenti del novembre 2010 a quella di Fincantieri (dove sono indagati anche 7 operai).

“L’interesse della Procura si acuisce nei confronti di alcune persone – afferma l’avvocato Tartarini – alle quali sostanzialmente viene contestato di aver continuato a fare politica in maniera in alcuni casi forse anche un po’ rude in una situazione sociale che è quella che conosciamo tutti. Non dico che questo può scusare la commissione di reati, ma si tratta sempre di reati non gravi che invece vengono classificati come particolarmente efferati perché viene contestata questa pervicacia nel commettere reati, mentre la pervicacia secondo noi sta nel continuare un’attività politica che purtroppo ogni tanto sfocia nella commissione di reati, per lo più bagatellari”.

“La Procura di Genova – aggiunge Tambuscio – ha ritenuto di dare una corsia assolutamente preferenziale nel perseguire questo tipo di reati che sono sempre stati considerati di secondaria importanza nel panorama penale cittadino. L’orientamento evidentemente è cambiato e un procuratore si sta occupando praticamente a tempo pieno delle repressione dei reati compiuti da soggetti che fanno sostanzialmente attività politica”.

Katia Bonchi

http://www.genova24.it/2012/12/sgombero-via-dei-giustiniani-antagonisti-genovesi-davanti-al-gip-i-legali-reati-irrisori-si-colpisce-chi-fa-attivita-politica-44199/

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Comunicati solidali

Movimento no tav terzo valico Valpolcevera e Val Verde
Libere/i tutte/i!

Sabato 15 dicembre ci sarà la fiaccolata contro il terzo valico che ci porterà da Pontedecimo a Campomorone ad attraversare i luoghi che saranno interessati dalle opere propedeutiche alla cantierizzazione per questa “grande” opera.

Quegli stessi luoghi che la scorsa estate abbiamo presidiato e difeso, unitamente alla gente del posto, dagli espropri mandati da chi vuole sottrarci la nostra terra per devastarla in nome del profitto.

Sabato alcune di quelle persone non ci saranno, in quanto colpite da provvedimenti restrittivi della libertà personale da parte dell’autorità giudiziaria, per aver difeso lo scorso agosto la propria “Casa” in via dei Giustiniani, nel centro storico di Genova, da uno sgombero imposto con la forza.

Denunceremo ancora una voltà l’assurdità di questo progetto, ma soprattutto marceremo anche per loro, la lotta contro il terzo valico e la TAV non si arresta!

http://nogronda.noblogs.org/post/2012/12/14/comunicato-liberei-tuttei/

 

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Comitato di Alessandria No Tav – No Terzo Valico

Il 12 dicembre a Genova 11 compagni hanno ricevuto notifica di provvedimenti giudiziari (4 arresti domiciliari e 7 obblighi di firma quotidiana) che testualmente farebbero riferimento ai fatti accaduti durante lo sgombero del 7 agosto di Via dei Giustiniani. Lo sgombero ricordiamo avvenne in concomitanza agli ultimi presidi contro gli espropri del Terzo Valico di questa estate. Una mera coincidenza?
Forse qualcuno pensa colpendo pochi di intimidire molti? Di creare distinzioni all’interno di un movimento eterogeneo?
Se è così se ne facciano una ragione. Noi non facciamo distinzioni. La nostra lotta sarà, se è possibile, ancora più intensa e come comitato ci stringiamo in un abbraccio solidale e complice a coloro che sono
stati colpiti dalle misure restrittive.

 

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Solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione. Non un passo indietro!

Questa mattina la Questura di Genova ha notificato gli arresti domiciliari per 4 compagni che il giorno dello sgombero di Giustiniani 19 hanno cercato di opporsi reclamando il diritto ad abitare, ad avere spazi liberi da degrado e speculazioni. Altri 7 hanno obbligo di firma in questura. Gli arresti per resistenza ad uno sgombero si commentano da soli. Noi esprimiamo solidarietà ai compagni che in questi anni abbiamo incontrato in tutte le lotte per la casa, contro il terzo valico e in tutte le altre lotte sociali per reclamare un diverso futuro. In questi mesi in tutta Italia si moltiplicano le repressioni sul movimento. Dagli arrestati NO TAV ai compagni in carcere per i cortei e le manifestazioni in tutta Italia. Non ci stupisce in quanto il governo e chi lo sostiene non avendo nessuna opposizione reale ha paura solo dei movimenti, di chi lotta e resiste. Noi continueremo a lottare e chiediamo con forza di riavere presto al nostro fianco i compagni oggi colpiti dalla repressione. Non un passo indietro!

http://www.rifondazionegenova.org/Joomla_1.5.20_ita-Stable/index.php?option=com_content&view=article&id=2865:solidarieta-ai-compagni-arrestati-non-un-passo-indietro&catid=54:antifascismo&Itemid=65

 

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Misure repressive contro 11 compagni

Stamattina, 12 dicembre 2012, alle ore 7 sono state notificate a 11 compagni di Genova una serie di misure cautelari (4 arresti domiciliari e 7 obblighi giornalieri di firma) con il pretesto di aver partecipato alle proteste per lo sgombero della Casa Occupata Giustiniani 19 avvenuto quest’estate.

Un chiaro pretesto, fondato su “accuse” ridicole (insulti gridati agli sbirri, sputi), ma che mira a colpire le persone che si sono spese più attivamente nelle lotte.

A chi spera di intimorirci, indebolirci e frammentarci con queste misure diciamo che non ci fermeranno mai: di fronte alle vostre misure, dettate dalla paura di ciò che possiamo fare e stiamo facendo, diciamo che continueremo ancora e ancora a lottare per la libertà.

Solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti dalla repressione!

compagne e compagni genovesi