InculArte – bando di satira contro la repressione

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Bando del concorso:

InculArTe – Occhio vivo e mani alle penne

Un mostro si aggira in città! Nascosto al buio negli antri della burocrazia e del potere, si nutre della nostra libertà, ci risucchia e ci spreme con i suoi tentacoli . Per alcuni è solo una leggenda, ma anni di testimonianze raccolte ci dimostrano il contrario. Ed Egli disse : << …e il suo nome sarà “Repressione”!!>> <<Oh anima del purgatorio>>

Dagli spaventosi racconti dei sopravvissuti comprendiamo la sua enorme capacità di assalire il dissenso. Chiunque potrebbe essere il prossimo!

Con il presente bando vogliamo ,innanzitutto, render note all’intera popolazione l’esistenza e la pericolosità di questo mostro.  Unitevi a noi per sconfiggerlo, partecipando in questa occasione con materiale artistico di vario genere, nella forma divertente e riflessiva della satira.

Soggetto promotore e finalità del concorso

Il soggetto promotore è OCCHIO VIVO che diffonde notizie sulla Repressione e sui suoi mezzi. Difatti, fidi e tentacolari servi impersonati da ambigui e noti personaggi di magistratura e polizia scivolano ininterrottamente sulla loro viscosa bava per le città, braccando e cacciando chi si ribella al loro putrido olezzo.

Con il presente bando viene indetto il concorso “InculArTe – Occhio vivo e mani alle penne”.

Questa prima edizione del concorso si propone di offrire a molti artisti la possibilità di prendersi gioco del grottesco mondo della Repressione e dei suoi mezzi. Desideriamo quindi incoraggiare l’estro dei liberi amanti dell’arte su un vasto tema quale è la Repressione, in ogni sua forma, e sullo sgherro a noi più caro…rullo di tamburi…Don PM Vincenzo Scolastico, per i suoi esilaranti trascorsi e l’attuale cautelare interessamento con cui ha lusingato i dissidenti genovesi.

Partecipazione

-Possono partecipare artisti e non di tutte le età,  singoli o in gruppo, con opere di qualsiasi natura legate ai temi sopra indicati.

-Le opere verranno accettate a condizione che abbiano come obiettivo: seppellire la Piovra Repressione con una risata!

-Non verranno premiati gli artisti ma i loro frutti.

-Si consiglia, per evitare eventuali futuri scherzi dei detrattori, l’uso di pseudonimi.

Termini e modalità di partecipazione

Gli elaborati dovranno essere inviati entro il 10 del mese d’aprile,  possono essere consegnati di persona tutti i giorni feriali (Sabato escluso) dalle 18.30 alle 20 presso la Casa occupata di Vico Superiore di Pellicceria 1, o il Centro di Documentazione Il Grimaldello di via della Maddalena 81r, per via telematica all’ indirizzo occhiovivo@autoproduzioni.net, per via aerea o per via sotterranea.

Esito del concorso e Premi

Ad Aprile, durante la grande Festa Contro la Repressione in Val Polcevera, verrà premiata l’opera più rappresentativa dalla nostra super giuria. Tutti i concorrenti vedranno comunque esposto in quell’occasione il loro materiale, nonché saranno premiati con la pubblicazione delle loro opere in una rivista auto-prodotta, diffusione on-line e affissione muraria, a carico degli organizzatori.

 

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scolasticoAllegato 1

Don Vincenzo, Baciamo le Mani!

Magistrati omertosi e immobilismo giudiziario contraddistinguono la Procura e la Direzione Distrettuale Antimafia del pm Vincenzo Scolastico a Savona, prima di esserne allontanato.

Con Vincenzo Scolastico a capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Savona l’asse ‘Ndrangheta-Cosa Nostra” era totalmente libera di gestire tutto il territorio ligure. La DDA di Genova, stranamente, non ha mai avviato nessun provvedimento, né perquisizione, né sequestro a carico dei soggetti coinvolti in attività criminali di stampo mafioso, che agivano nel territorio ligure, indicati dalle Procure di Sanremo, Milano, Torino e Reggio Calabria. Dalla DDA il silenzio.

“In particolare l’allontanamento di Scolastico sarebbe legato all’inchiesta sul presunto complotto organizzato dall’imprenditore Gino Mamone che avrebbe tentato di corrompere il presidente dell’Associazione magistrati in Liguria, Francesco Pinto. A gestire quel fascicolo era stato appunto Scolastico e Pinto ne fu tenuto inizialmente all’oscuro. Carte scottanti rimaste a lungo sulla scrivania di Scolastico, all’insaputa del collega, che hanno finito per generare dissapori” (Genova24.it).

Allontanato non Cacciato

Così ad oggi, Vincenzo Scolastico lo ritroviamo riciclato a Genova con l’intento di coordinare un pool di magistrati che con lui si occupano a tempo pieno di criminalità organizzata, di ordine pubblico e di repressione politica. Con particolare attenzione sembra dedicarsi ad un gruppo variegato di persone che nell’ultimi anni ha occupato case e spazi sfitti nel Centro Storico del capoluogo, cercando di dare il proprio contributo alle contestazioni degli studenti, dei lavoratori e alle lotte per la difesa del territorio.

Don Vincenzo ha adesso il compito, in evidente coerenza coi suoi trascorsi, di dirottare le attenzioni e le energie di altri magistrati della procura per seguire le lotte di chi cerca realmente di sanare le necrosi create dagli apparati di Stato.

Certo è più semplice approfittare dei media e dirottare l’attenzione dell’opinione pubblica verso l’evidente fenomeno di conflitto e tensione sociale che verso qualcosa di più “sommerso” e invischiato col potere istituzionale.

Equiparando il conflitto sociale alla criminalità organizzata e attribuendo al dissenso politico le caratteristiche di un sodalizio delinquenziale, continua ad oggi da parte di Scolastico e del suo pool l’accanimento su una ristretta lista di “nomi noti”, intesi come capro espiatorio, che col tempo sembra destinata ad accrescersi. Nell’uso sistematico di forme di limitazione delle libertà individuali, decontestualizzando episodi e gesti e proponendoli al vaglio di codici che nella maggior parte dei casi sono di origine e datazione fascista (Codice Rocco), appare invece sempre più un attacco inteso a colpire e “rieducare”, più che gli atti in sé, il pensiero dissidente.

Fonti: www.casadellalegalità.info, www.francescozanardi.org, www.ilsecoloxix.it., www.genova24.it.

 

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Allegato 2

Tessiamo una rete contro la repressione

La prima apparizione pubblica a Genova del neo redento pm Scolastico, nelle vesti del boia reazionario, l’abbiamo nel 2010 in occasione del rinato movimento studentesco, culminato con la “sommossa” del 14 dicembre romano. In quell’occasione, in seguito ad una serie di manifestazioni concluse con cariche delle Forze dell’Ordine ai danni di un movimento radicalizzato nelle pratiche antiautoritarie, compariva sulle veline giornalistiche come paladino dell’Ordine e futuro persecutore di certe dannose e crescenti infiltrazioni di “stampo anarchico” nelle manifestazioni politiche.

Da quei giorni sono successe molte cose. Di sicuro nel giro di due anni si sono potuti vedere i frutti delle sue attenzioni preponderanti su questa galassia di giovani e meno giovani. Dal 2012 inizia a stringersi la maglia della repressione su alcuni “noti agitatori” genovesi. Tanto per cominciare, vengono introdotte per cinque compagni misure cautelari consistenti in obblighi di firma e/o obblighi di dimora notturna e nel comune di Genova. Tre di questi accusati della partecipazione agli scontri sotto la Prefettura nel 2011, al fianco degli operai di Fincantieri, in difesa del loro posto di lavoro; gli altri due accusati di essersi opposti ad un controllo da parte di una ronda di carabinieri e alpini. In realtà per tutti e cinque i reati contestati si dimostreranno presto un pretesto per punire una condotta più generale di vita, un pensiero politico dissidente. Guarda caso in quei mesi l’occupazione del palazzo in via dei Giustiniani 19 aveva ridato slancio all’autogestione e alle lotte per la casa, anche a Genova come contemporaneamente nel resto d’Italia. Inoltre i primi mesi del 2012 avevano segnato la generalizzazione a Genova, come in molte altre città, della lotta contro il TAV.

Dunque era comprensibile fin da subito l’intento della Procura di colpire pochi per educare molti. Inizialmente con un basso profilo che non ha destato l’allerta adeguata, nonostante la pericolosità dell’escamotage che ha introdotto una sorta di DASPO anche per le manifestazioni politiche. Con questo Genova è sembrata un vero e proprio banco di prova per tagliare le gambe in silenzio alle rinvigorite movimentazioni in Italia contro crisi, austerità e grandi opere. Scolastico rispondeva così agli appelli dei Ministri degli Interni, Maroni prima Cancellieri poi, dribblando gli appunti della magistratura sull’anticostituzionalità di un simile provvedimento. Da una parte questo para-Daspo ha permesso di tenere lontani i compagni sotto misura cautelare, un po’ come gli ultras degli stadi, da alcune manifestazioni ritenute “a rischio incidenti”, spostandogli le firme nel medesimo lasso temporale del corteo. D’altra parte le misure repressive stesse, con la connessa minaccia di inasprimento se ritenute insufficienti, volevano bastare come deterrente per recuperare un certo stile di vita considerato delinquenziale. Questo sarà chiaro a fine anno con gli arresti, intesi come aggravamento della custodia cautelare, conseguenti allo sgombero della casa occupata.

Quattro dei cinque vengono arrestati per la vivace, naturale, nonché limitata, reazione alla chiusura forzata con lamiere del palazzo che aveva visto intrecciarsi le loro lotte e le loro vite. Sedici giorni di domiciliari per loro, più l’aggiunta di altri sette nomi agli obblighi di firma. Il riesame in Tribunale sancirà in breve la loro scarcerazione e il proscioglimento dalle misure per altri tre. Ma non finisce qua. Mentre sette di loro continuano a firmare, anche due volte al giorno, e il grosso dei loro averi continua ad essere sotto sequestro nel palazzo, il don Pm ricorre il 19 Marzo 2013 alla Cassazione romana e all’avvio, in tempi record per la burocrazia italiana, di vari altri processi, di cui alcuni contro il movimento studentesco del 2010.

Gli esempi appena citati sono solo alcuni tasselli di un elenco di provvedimenti nei confronti di questa galassia genovese, definita con pressappochismo area anarco-insurrezionalista. Da non dimenticare la lunga trafila di Avvisi Orali per la Sorveglianza Speciale inaugurata nel 2009, e legittimata dal vigente Codice Rocco di mussoliniana memoria; la raffica di Fogli di via e arresti contro l’opposizione al TAV ordinata nell’ultimo anno dal pm “democratico”, nonché cosiddetta “toga rossa”, Caselli; gli arresti con accusa di Devastazione e Saccheggio per il 15 ottobre romano, e l’arresto del redattore di un blog sulle campagne di solidarietà ai prigionieri. Che dire, sembra arrivata l’ora di resistere, di stringere i denti e organizzarci insieme contro la piovra Repressione. Domani potrebbe toccare ad uno di voi. Stiamo agitati.

 

PDF _ leggi, stampa, diffondi:  Bando – InculArte – Allegato1 – InculArteAllegato2 – InculArte

 

InculArTe – Occhio vivo e mani alle penne

occhiovivo@autoproduzioni.net * info: giustiniani19.noblogs.org

Cena per la Cassa Solidale Ligure

 Sabato 2 Febbraio h. 20

c/o Circolo “Il Pasubio”- Salita Di Oregina, 46
CENA BENEFIT
CASSA LIGURE DI SOLIDARIETA’
Costo: € 20
-MENU –
Misto di antipasti
Cavatelli fatti in casa con salsa ai carciofi
Roastbeaf con patate al forno e insalata di finocchi e arance
Tiramisù
Macedonia
Consapevoli che il meccanismo repressivo sia uno dei tanti strumenti che vengono usati per dividerci e per schiacciare ogni fermento di opposizione e di critica, sappiamo bene che ogni volta che la repressione colpisce uno di noi, colpisce tutti noi.
Per rompere la parcellizzazione che ci vuole gli uni contro gli altri abbiamo costruito un progetto di cassa di solidarietà regionale che sostenga localmente, ma non solo, chi verrà colpito, o chi sia già stato colpito, dalla repressione a causa della sua partecipazione alle varie lotte.
Attraverso la cassa vogliamo abbattere i muri che ci separano e ci mostrano differenti, rispolverando insieme le vecchie armi del mutuo soccorso. Ma per spiccare il volo c’è bisogno che queste pratiche e legami di solidarietà sociale si diffondano e si rafforzino: questa è la nostra vera sfida, visti i tempi di disgregazione e isolamento.
PRENOTARE ENTRO E NON OLTRE MARTEDI’ 29 GENNAIO A: grimaldelloge@libero.it
***
Cassa Solidale Ligure
N°POSTEPAY
4023 6005 9375 2910
intestato a Franciosi Chiara
codice fiscale FRNCHR73R44E463X

Giustiniani 19 non si tocca! Comunicato e corteo

Invitiamo tutt* a partecipare al presidio itinerante in centro storico contro le minacce di sgombero, appuntamento venerdì 23 dicembre ore 15 in via dei Giustiniani 19.

GIUSTINIANI 19 RESISTE
In questi giorni ci è arrivata notizia di 25 denunce per l’occupazione di via dei Giustiniani 19, da parte del demanio proprietario dello stabile, per motivi di sicurezza.
Il palazzo, su cui grava un decreto di inagibilità, costituirebbe un pericolo per noi, per i frequentatori dello spazio occupato e addirittura per chi transita sulla sede stradale.
E noi saremmo un gruppo di irresponsabili che mettono a repentaglio l’incolumità nostra e degli altri.
Le cose non stanno così. Il palazzo è stato visionato da un buon numero di tecnici solidali: ingegneri, architetti e restauratori che hanno effettuato numerosi sopralluoghi, senza ravvisare elementi di criticità o situazioni di grave pericolo.
Abbiamo concordato alcune norme per un uso progressivo e consapevole dello stabile, abbiamo preparato un dettagliato piano di interventi mirati a rendere fruibile in maniera sicura l’intero palazzo.
I lavori in questo senso procedono spediti con l’aiuto di molte persone che, come i tecnici, ci hanno dato la loro solidarietà. Chi portandoci cose di cui abbiamo bisogno, chi mettendo il proprio tempo, la propria fatica e le proprie capacità.
E’ stato sistemato il fondo al piano terra che è stato adibito a spazio sociale con bar popolare.
In esso abbiamo organizzato svariate attività quali serate musicali, proiezioni, dibattiti, cene sociali e spettacoli teatrali per grandi e piccini.
Al primo piano abbiamo sistemato una cucina collettiva con sala da pranzo, ed un’attrezzata officina della casa.
Il prossimo passo sarà quello di rendere agibile il secondo piano dove troveranno spazio laboratori artistici ed attività sociali auto-organizzate (doposcuola, attività coi bambini, palestra popolare, mercatino di scambio di vestiti…) pensate e create da noi e altra gente che vive nel nostro quartiere.
Ai piani ancora superiori stiamo sistemando i vari appartamenti che saranno divisi tra gli occupanti che hanno bisogno di un’abitazione e non possono o non vogliono più pagare affitti da rapina.

Non accettiamo di delegare la nostra sicurezza agli uomini delle istituzioni, gli stessi che hanno gestito con assoluta irresponsabilità l’alluvione di novembre, gli stessi che hanno lasciato piazzale Adriatico nelle stesse condizioni dell’inondazione degli anni ’70, continuando però a percepire affitti per case inagibili, quegli uomini che sempre più spesso vediamo coinvolti in losche faccende di appalti truccati e più attenti a costruire cessi nobili per meno nobili culi, che a interessarsi della sicurezza dei cittadini, della manutenzione del territorio o della sicurezza sul lavoro.
Su centinaia di edifici del centro storico gravano decreti di inagibilità e parecchi sono in condizioni ben peggiori di quello che abbiamo occupato noi, ma nessuno si preoccupa di chi vive in quelle abitazioni, mettendole in sicurezza.
Se la situazione di via dei Giustiniani 19 era così preoccupante, perché i soldi pubblici non sono stati spesi per altri interventi piuttosto che per il rifacimento della facciata in occasione del G8 del 2001? Forse era più stimolante svuotare il palazzo e cercare di venderlo.
Comunque non è più un problema, visto che abbiamo deciso di fare da soli: per quanto concerne la sicurezza dell’edificio, presto renderemo pubblico insieme ai tecnici il programma di recupero dello stabile che è stato preparato.

Ma è di un altro tipo di sicurezza di cui vogliamo parlare, che è quella che possiamo ottenere uscendo dalla frammentazione sociale in cui ci hanno relegati e ricostruendo legami basati sull’auto-organizzazione, la solidarietà ed il mutuo soccorso. Cominciando a riprenderci in ogni ambito della nostra vita (lavoro, scuola, casa, socialità) quello che ci viene tolto o negato.
Insieme possiamo cercare e trovare un’alternativa concreta a questa realtà surreale e drogata dai mass media, a questo sistema economico opprimente governato da banchieri ed industriali. Insieme possiamo smettere di pagare le loro crisi, i loro debiti e le loro guerre.
Possiamo immaginare una società giusta, basata sui bisogni dell’uomo e non su quelli del capitale e delle merci, e cercando di costruirla insieme ai nostri compagni di strada, scalderemo i nostri cuori nel calore della lotta.
Se facciamo questo, denunce e minacce di sgombero saranno solo un dettaglio.

ISTITUZIONI, DEMANIO, QUESTURA:
“NON SI PUO’ FERMARE IL VENTO, CI FATE SOLO PERDERE TEMPO.”
GIUSTINIANI 19 NON SI TOCCA
OCCUPARE TUTTO!

gli occupanti di Giustiniani 19

# Venerdì 23 dicembre ore 15 PRESIDIO ITINERANTE in centro storico

a seguire…
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
CASSA LIGURE DI SOLIDARIETA’ ANTIREPRESSIVA
e aperitivo/cena a buffet benefit per la Cassa
@ CASA OCCUPATA GIUSTINIANI 19

…state agitati!