14 novembre: cena a sostegno di Francesco…

cena a sostegno di Francesco, inquisito per i disordini di Roma del 15 ottobre 2011,

Senza titolo-fra

 sottoscrizione 15 euro

giovedì 14 novembre @ casa occupata di vico pellicceria 1

per prenotarsi scrivere a: giustiniani19@canaglie.org

(indicate il numero dei partecipanti e se carnivori o veg)

per scrivere a Francesco, a Roma:

http://giustiniani19.noblogs.org/post/2013/10/13/francesco-trasferito-a-roma/

Francesco trasferito a Roma!

Aggiornamento IMPORTANTE 14/10/2013

Francesco trasferito a Roma, per scrivergli:

Francesco Carrieri
Casa Circondariale di Roma Rebibbia
nuovo complesso in via Raffaele Majetti 70
00156 Roma

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L’accanimento nei confronti di Francesco continua, la Procura ha disposto il suo trasferimento nel carcere di Sanremo.

Invitiamo tutti a fargli sentire appoggio e solidarietà.

Di seguito l’indirizzo per scrivergli:

 

Francesco Carrieri

CASA CIRCONDARIALE DI SANREMO
STR. ARMEA, 144
18038 SANREMO (IM)

[Repressione 15 ottobre] Lettera di Francesco dal carcere di Savona e aggiornamenti

Ciao a tutti,
Sono ormai cinque giorni che mi trovo nel carcere Sant’Agostino di Savona.
Sinceramente sono ancora sconcertato e stupito di trovarmi in questa situazione, non sono di certo il tipo che si fida della sbirraglia o che ripone fiducia nello Stato e nella sua giustizia, ma resta il fatto che non mi aspettavo un colpo basso del genere.

La motivazione per cui sono stato trasferito dai domiciliari al carcere è l’aver infranto le restrizioni, in altre parole l’aver ospitato a casa i miei amici. L’assurdo è che da Febbraio di quest’anno mi è stato revocato il divieto di comunicare e di incontrare persone diverse dai miei coinquilini. Quindi cosa avrei infranto? Il carabiniere che ha comunicato al giudice di avermi trovato a casa con i miei compagni nel momento del controllo, che avveniva sabato 21 Settembre, rifiutò di voler vedere la notifica che specificava la revoca delle restrizioni dicendo che era tutto a posto e che non ce n’era nessun bisogno. Stando in carcere ho potuto appurare che il suddetto sbirro è avvezzo ad infamate di questo tipo, ma anche qui non c’è molto da stupirsi.

Fa molto più pensare che un giudice firmi un’istanza del genere senza nemmeno controllare prima gli obblighi ai quali una persona è sottoposta fino a mandarla dai domiciliari al carcere.
Anche questa esperienza non può far altro che rafforzare i miei ideali e il mio astio verso questa società infame e sfruttatrice composta da sbirri assassini, giudici sadici e porci politicanti.
Non posso far altro che ringraziare i miei compagni di cella e non solo, che fin da subito mi hanno dimostrato la loro umanità e solidarietà.
Tutto il mio affetto va alle persone a me vicine e alla mia famiglia che da sempre mi supportano e mi danno la forza di andare avanti.

Vi saluto con la promessa che, se non si risolverà al più presto questa situazione, sarò pronto a combattere anche chiuso in questo fottuto lager con ogni mezzo a mia disposizione, invitando chiunque a fare lo stesso fuori.

FUORI TUTTI DALLE GALERE
DENTRO NESSUNO SOLO MACERIE
Ciao Francesco cella 8 sez. 2

Giovedì 3 Ottobre è stata rifiutata dal giudice l’istanza di scarcerazione con le stesse identiche assurde motivazioni con le quali Francesco è stato trasferito in carcere.  E’ evidente l’accanimento nei confronti di chi quotidianamente si batte per le proprie idee e per i propri sogni. Non saranno queste mosse repressive ad intimorire Francesco e tutti noi, consapevoli del fatto che le tre giornate dell’ ottobre romano saranno un occasione per esprimere la nostra rabbia e la solidarietà a tutti gli imputati del processo del 15 ottobre.
FRA LIBERO LIBERI TUTTI

CENA BENEFIT in SOLIDARIETÀ A FRA

carlo-vive-webVENERDI 1 FEBBRAIO, ore 20!
CENA BENEFIT in SOLIDARIETÀ A FRA!
S.M.S. CIANTAGALLETTO (via Ciantagalletto, a 4 km dal centro di SAVONA. In fondo a Corso Ricci, prendere per Santuario e girare la prima a sinistra…quella è già Via Ciantagalletto, proseguire quindi un paio di km in salita)

GRAN CENONE…PIZZE, FARINATE, FOCACCE, VINO, DOLCE, CAFFÈ
OFFERTA MINIMA 15€.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA (ENTRO LUNEDI 28).
Contatti: fuoricontrollo@inventati.org OPPURE 340.3066567
Se sei vegetariano/vegano, avvisaci!

SOLIDARIETA’ A FRA!

Francesco “Pivello” si trova dal 22 novembre scorso agli arresti domiciliari, accusato di devastazione e saccheggio per gli scontri avvenuti a Roma il 15 ottobre 2011.
“Devastazione e saccheggio”, la cui pena va dagli 8 ai 15 anni, è un reato introdotto durante il ventennio fascista con il Codice Rocco, e oggi viene sempre più spesso utilizzato come arma repressiva contro chi pratica l’azione diretta. Non possiamo dimenticarci le condanne in cassazione relative ai fatti di Genova 2001 e le più recenti condanne in primo grado ad altri imputati per la manifestazione del 15 ottobre 2011.
La repressione ha colpito Francesco per la sua militanza e l’attiva partecipazione alle lotte.

FRANCESCO ‘PIVELLO’ LIBERO!
SOLIDARIETÀ A CHI SI RIBELLA AL CAPITALISMO E AI SUOI ORRORI!

Francesco è un amico e compagno, attivo da anni su tutti i fronti caldi della lotta contro il capitalismo ed il suo sistema di sfruttamento ed oppressione. Dalla resistenza popolare in Val Susa ed in Valpolcevera contro il delirio del TAV, alle lotte per la casa e le occupazioni a Genova, dalla difesa della Margonara nella nostra città fino all’Antifascismo militante, Francesco non ha mai risparmiato impegno generoso e determinazione.
Per la sua militanza Francesco è uno degli arrestati del 22 novembre scorso e da due mesi è costretto agli arresti domiciliari. Da Digos e Ros è accusato, insieme ad altri 4, di devastazione e saccheggio, resistenza a pubblico ufficiale nella giornata di lotta mondiale del 15 ottobre 2011. A Roma oltre un anno fa esplose la rabbia popolare e spontanea contro le politiche “lacrime e sangue” che il sistema economico-capitalista
propugna nel tentativo di prolungare la sua agonia, tutto a scapito del proletariato e della dignità futura di giovani e non.
Quella manifestazione di oltre duecentomila persone si concluse con scontri e cariche durissime contro i manifestanti, centinaia di feriti ed i folli caroselli dei blindati dei carabinieri lanciati tra la folla in rivolta.
Francesco è stato colpito dalla repressione perché senza paura ha sempre manifestato le proprie idee e con il suo agire si è radicalmente opposto ad un sistema pronto a “digerire” quasi tutto: perché mentre non tollera oppositori reali, utilizza quelli apparenti a proprio vantaggio.
Oggi l’accusa che gli è rivolta prevede una condanna molto pesante e lo Stato, spaventato dai molti fuochi di rivolta che si accendono un po’ ovunque, mostra la sua natura brutale e cerca di usare la repressione (e le accuse a Francesco) come un monito a tutti quelli che si ribellano al suo ordine costituito. Ordine fatto di manganellate dispensate a dosi massicce nelle piazze, militarizzazione dei territori, espropri, mentre il sistema capitalista pretende di continuare a farci subire nocività, inquinamento e consumo delle risorse naturali e collettive ad uso
speculativo.
Francesco può guardare a testa alta i suoi nemici perché non si è piegato alle minacce di un sistema senza futuro che tuttavia continua ad opprimerci tutti cercando di farci sprofondare nel baratro con sé… ma non è finita qui!

La nostra solidarietà va a lui come amico e compagno con il massimo disprezzo per i vari responsabili della sua situazione attuale che lo costringe lontano dai nostri occhi ma sempre vicino al cuore. Pive tieni duro!

LIBERTÀ PER FRANCESCO E PER TUTTI GLI ARRESTATI!

Amici e Compagni Savonesi contro la repressione

***

Comunicato di solidarietà del collettivo Gramigna di Padova riguardo le recenti e pesanti condanne per i sei compagni colpiti dalla repressione in seguito agli scontri durante il cosiddetto corteo degli indignati del 15 ottobre 2011 a Roma.

CONTRO LA REPRESSIONE NON SI TACE

SENZA GIUSTIZIA, NESSUNA PACE!

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI CONDANNATI PER GLI SCONTRI DEL 15 OTTOBRE A ROMA.

Martedì 8 gennaio sono arrivate per sei imputati le condanne in primo grado per gli scontri del 15 ottobre scorso a Roma.

Le condanne sono state estremamente pesanti: 6 anni di carcere solo per essere stati identificati quel giorno da delle foto accanto ad un blindato in fiamme. A questi sei compagni va tutta la nostra più sincera solidarietà e complicità.

Oltre alle accuse di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ai sei imputati è stato contestato anche il reato di devastazione e saccheggio, reato di guerra, ora utilizzato anche per la guerra dello Stato contro i proletari sul fronte interno. Reato di origine fascista che rileva ancora una volta la continuità tra regime e “democrazia”, tra l’altro già utilizzato contro i dieci imputati del processo per il G8 di Genova.

Appare chiaro come l’avanzare della crisi capitalistica renda sempre più ampio il malessere sociale delle classi oppresse. Oggi, per far sì che la rabbia popolare non si incanali in percorsi politici autorganizzati e non istituzionali, i padroni colpiscono con la repressione non solo le avanguardie che lottano, dai posti di lavoro fino ai movimenti, ma sono criminalizzate tutte quelle esperienze di lotta che si pongono in posizione antagonista e di conflitto rispetto al sistema e che escono dalla sua compatibilità. Basta pensare alle decine di inchieste contro la consolidata Resistenza No Tav, alle recenti cariche contro i No Muos a Niscemi o appunto a quello che ha rappresentato la giornata del 15 ottobre a Roma, dove si è organizzata in Piazza San Giovanni una vera resistenza di massa, sia difensiva che offensiva alle cariche degli sbirri, scavalcando letteralmente le concertazioni dei pompieri della rivolta e rovinando il comizio preconfezionato dei riformisti. Non a caso dopo questa data tutte le fazioni della sinistra borghese e dei sindacati confederali non hanno più osato indire una mobilitazione nazionale, ben sapendo della possibilità che la rabbia sociale esca ancora una volta dagli argini e della loro incapacità di gestirla e controllarla.

Un altro fattore si è poi aggiunto al mosaico: l’avvicinarsi delle elezioni nazionali fa sì che tutti i partiti borghesi vadano a predisporsi nei vari contesti più o meno locali alla competizione, “preparandosi il terreno” per conquistarsi la propria fetta di voti, ma rimanendo uniti nel mobilitare le masse popolari in senso reazionario con la farsa del voto democratico, anestetizzando, con l’illusione delle urne, la tendenza alla lotta di classe.

In questo quadro vanno visti anche i numerosi sgomberi di spazi occupati delle ultime settimane, per “ripulire” le città dei padroni da possibili punti di riferimento per giovani e proletari.

Questo è avvenuto soprattutto in città governate dal Partito Democratico, partito della borghesia imperialista, al servizio di finanza, confindustria e grande capitale e sempre più formazione politica “dell’ordine e della disciplina”.

L’abbiamo notato a Padova, dove sono stati sgomberati il CPO Gramigna e l’aula studio Baracca Occupata all’Università, ma anche in altre città governate da giunte “di sinistra” come Forlì, con lo sgombero del MaceriA occupato, o Genova, con le denunce e le misure cautelari notificate ai militanti dell’ex-casa occupata Giustiniani 19 per resistenza allo sgombero. Anche a tutti loro va la nostra solidarietà!

La repressione è un banco di prova reale nel quale tutte le realtà si trovano a fronteggiarsi con lo Stato e i suoi apparati non appena si oltrepassano gli argini della concertazione e diventa quindi una linea di demarcazione tra chi si vuole realmente porre su un piano di contrapposizione ai piani di sfruttamento e saccheggio dello Stato e chi preferisce avviare percorsi di “legalizzazione”.

La solidarietà diviene, dunque la nostra arma fondamentale sia per far sì che nessun compagno o realtà politica resti solo sia per rilanciare la lotta che viene colpita.

Oggi più forte di prima!

Collettivo Politico Gramigna

www.cpogramigna.org