BLOCCHIAMO CASELLI

PORTIAMO LA VALLE IN CITTA’
MARTEDI’ 21 ORE 15.30 @ GIUSTINIANI 19

Il 26 gennaio la procura di Torino ha fatto partire un’operazione contro il movimento NOTAV, arrestando 26 persone e perquisendone una cinquantina.

Il tentativo di dividere il movimento fra buoni e cattivi, cercando di intimorire e separare i cosiddetti violenti da un ipotetico altro, deve fallire e non può lacerare la lotta contro il TAV, soprattutto dal momento che le pratiche e gli intenti in Valle scaturiscono dall’estrema spinta alla condivisione dei resistenti. Come il 27 giugno e il 3 luglio gli obiettivi trovavano concordi tutte le anime che diedero vita a quelle giornate, così oggi c’è bisogno di una difesa unitaria di tutti i colpiti dalla repressione.

Ad oggi 8 persone rimangono in carcere, mentre i restanti sono sottoposti alla detenzione domiciliare o ad altre forme di restrizione. Il titolare dell’inchiesta, Giancarlo Caselli, non è semplicemente l’attuale procuratore capo di Torino: come ex procuratore antimafia, Caselli è anche un simbolo apparentemente intoccabile per tutta una sinistra convinta che giustizia sia sinonimo di galera. Con il suo ruolo si vorrebbe nascondere l’evidenza degli interessi di affaristi collusi con la mafia nell’attuazione del treno ad alta velocità in Valsusa.

Ma il movimento NOTAV ha dimostrato efficacemente che lottare contro il treno veloce significa lottare contro gli interessi dei padroni (che siano o no mafiosi) e contro lo Stato che li difende; significa riappropriarci delle nostre esistenze e dei nostri spazi di vita. Noi sappiamo benissimo che mafia e Stato sono due sistemi di potere in bilico tra la reciproca collusione e il contrasto per l’egemonia. Noi sappiamo che lottare contro la mafia significa lottare contro lo Stato, e viceversa. Non sarà un procuratore ammantato di santità a cambiare le carte in tavola.

Noi non dimentichiamo il ruolo di Caselli negli anni ottanta nella conduzione dei processi contro gruppi rivoluzionari e movimenti sociali. Noi non dimentichiamo il suo sostegno, nel ’98, quando erano ancora pochi i nemici dell’alta velocità, all’inchiesta che portò all’arresto e alla morte in carcere di Edoardo “Baleno” Massari e Soledad “Sole” Rosas.

Portare l’esperienza della lotta in Valle nelle strade delle nostre città significa per noi riproporre le pratiche del blocco e dell’assedio privandole di ogni significato simbolico, significa porsi come obiettivo l’impedire a Caselli il suo ipocrita teatrino antimafia di facciata così come in Valsusa ci si pone quello di impedire la Tav.

Caselli non deve parlare! Fuori tutti dalle galere! Con Sole e Baleno nel cuore

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