La solidarietà è un arma…usiamola!

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Esprimiamo piena solidarietà alle compagne e ai compagni, che da ottobre dello scorso anno hanno occupato lo stabile di via Giustiniani 19. Lo spazio di via giustiniani in questi mesi è diventato un luogo aperto di incontro e punto di riferimento nel centro storico di iniziative politiche e sociali. Rifondazione comunista crede che lo sgombero di oggi riproponga drammaticamente il problema della mancanza di spazi liberi in città. La crisi colpisce soprattutto i ceto meno abbienti, quelli che subiscono la scure dei tagli allo stato sociale, ai servizi pubblici locali, e quindi esperienze di autogestione di spazi diventano anche una risposta concreta alla mancanza di politiche sociali delle istituzioni locali.
“Chi occupa, preoccupa” perchè insieme possiamo organizzarci  e dar vita ad una opposizione ampia e forte contro le politiche neoliberiste che avvantaggiano i grandi gruppi economici e finanziari , colpiscono i diritti delle popolazioni e devastano parti importanti del territorio (terzo valico, gronda). Lo sgombero non è quindi la risposta al problema, ma anzi lo amplifica perchè priva i cittadini di un luogo di incontro all ‘ interno del quartiere e della città. Oggi ci sentiamo meno sicuri e più poveri e soprattutto lo sono quelle ragazze e quei ragazzi di san bernardo che in questi mesi hanno usufruito del doposcuola popolare e gratuito organizzato proprio all’ interno della casa occupata.

Sergio Triglia,
segretario Rifondazione Comunista
Federazione di Genova

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Siamo arrivati al penultimo giorno di presidi antiesproprio e nonostante le rassicurazioni di alcuni sindaci locali, secondo cui sarebbero stati sospesi, abbiamo preferito mantenere i presidi, in quanto fidarsi è bene non fidarsi è meglio.
Soprattutto sono stati gli abitanti a richiederci di presidiare, a testimoniare come ci sia sempre una maggiore connessione tra il movimento no tav terzo valico e le popolazioni espropriate.
Connessione con tutto il movimento, dove non ci sono buoni e cattivi, dove tutte le pratiche ed i percorsi hanno pari dignità, per questo testimoniamo la massima solidarietà e vicinanza ai compagn* della Casa Occupata di Via dei Giustiniani che martedì sono stati sgomberati dalla loro casa, da un luogo che era abbandonato all’incuria ed era diventato un centro di cultura e aggregazione sociale.
Quell’aggregazione  che si è concretizzata ieri sera quando, verso le 20:30, un corteo pacifico e improvvisato, di circa 200 persone, non spaventate dal continuo terrorismo mediatico e menzognero di possibili denuncie, si è presentato fuori dal Comune di Ceranesi, passando per le via di Campomorone, dove da lì a poco si sarebbe tenuto un incontro tra il Cociv e le persone sotto esproprio della zona.
La solidarietà e il calore degli abitanti è stata a dir poco commovente: siamo testimoni del nascere di una grande coscienza collettiva che sta portando sempre più persone a rendersi conto di quanto sia importante scendere in piazza a manifestare le proprie idee e a difendere i propri diritti.
Ci teniamo a sottolineare come il corteo di ieri sera e tutti i presidi finora svolti abbiano sempre visto a braccetto bambini, ragazzi, genitori, persone anziane, centri sociali, tutti uniti da un unico obiettivo, da un’unica causa, ma con tanta voglia di confrontarsi e di conoscersi.
Per la cronaca, alla fine dell’incontro, il tecnico del Cociv ha preferito defilarsi passando dal retro come fa chiunque abbia qualcosa da nascondere o di cui vergognarsi, mentre noi partiamo e torniamo insieme.

 Movimento No Tav Terzo Valico della Valpolcevera

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Ieri , 7 Agosto, a Genova è stata sgomberata la casa occupata di via Giustiniani 19, stabile disabitato da anni e riaperto da compagne e compagni mesi fa per un bisogno abitativo e per un’esigenza politica di creare uno spazio in cui fare controinformazione, interagire con la città e proporre modi diversi di rapportarsi, confrontarsi e criticare la società attuale.
Anche il nostro gruppo, REFE(relazioni femministe), ha avuto la possibilità di incontrarsi in questo spazio per fare riunioni, autofinanziarsi e praticare l’autodifesa femminile.
In una società come la nostra, dove avere una casa è un lusso o una condanna a vita scandita dalle rate del mutuo, riprendersi uno spazio lasciato vuoto è la miglior risposta pratica al circolo vizioso casa-lavoro-auto-rate-mutuo etc…
Diamo, quindi, la nostra solidarietà alle/ai Giustiniane/i e alla nuova occupazione

Gruppo REFE, compagne di Milano, Genova e Torino

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Stamattina alle ore 8,30 e’ iniziato il vergognoso sgombero di casa Giustiniani a Genova.
Le chiavi sono state sottratte ad un compagno poi trattenuto. Una compagna e’ stata picchiata dalla polizia in un tafferuglio e presenta una vistosa contusione nella zona frontale.
Casa Giustiniani, occupata dall’ottobre 2011, si e’ adoperata, sin dal principio, per offrire servizi gratuiti alla popolazione del quartiere e non.Laboratori, palestre, doposcuola, servizi agli anziani, cinema tutto totalmente gratuito. Raccolta di indumenti per le persone piu’ indigenti, per i terremotati dell’Emilia, cene sociali a sostegno delle lotte dei compagni NO TAV, delle popolazioni in guerra e tanto altro, fra cui dibattiti e  momenti culturali e di informazione libera.
Stamattina un gruppo di un centinaio di persone ha protestato contro lo sgombero e contro la saldatura degli ingressi, la popolazione del quartiere e’ schierata a fianco del centro che ha  fornito
agli stessi piu’ di un momento di aggregazione soprattutto per i  bambini.
Non finira’ qui, ci riapproprieremo quanto prima di spazi che, vuoti e dismessi da tempo, erano diventati e saranno nuovamente un prezioso servizio per tutto il quartiere!
La Federazione dei Comunisti Anarchici esprime la propria solidarieta’ e vicinanza ai compagni coinvolti in questo ennesimo esproprio da parte del potere a danno della comunità.

 Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione Nino Malara – Genova

SIAMO TUTTI SALDATORI
Alcuni giorni fa è stata chiusa dalle forze dell’ordine la Casa dei Giustiniani, nel centro storico genovese. Con tanto di spettacolarizzazione dell’evento ad uso dei media e saldatori all’opera per chiudere ogni accesso al palazzo.
La Casa, occupata da pochi mesi, era diventata subito un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere. Molte e tutte apprezzate le iniziative sociali: palestra, cineforum, spazi per i bambini, corsi di italiano per stranieri e molto altro ancora. Era anche allo studio la realizzazione di una mensa popolare.
Il pretesto per lo sgombero, ordinato dalla Procura della Repubblica di Genova, sarebbe stata l’inagibiltà dello stabile ma sopralluoghi effettuati da tecnici professionisti indipendenti, su mandato degli occupanti, hanno più volte escluso pericoli di crollo.Quindi perché questa azione repressiva agostana, visto che non si è trattato di tutelare la pubblica incolumità? si è trattato forse di difendere inconfessabili interessi immobiliari? o magari di mettere fine ad una “pericolosa” esperienza di autogestione – approvata e condivisa, è bene sottolinearlo, dalla stragrande maggioranza degli abitanti del quartiere -, non legata al carrozzone istituzionale? o si è trattato del tentativo di impedire semplicemente che un luogo di aggregazione potesse anche diventare – come in effetti era già diventato – un punto di riferimento concreto per le lotte sociali, politiche e sindacali sul nostro territorio?
Noi crediamo che chi ha messo mano alle saldatrici per tentare di chiudere – anche simbolicamente – quell’esperienza, abbia avuto in testa tutto ciò.
Però non ha fatto i conti con altri saldatori. Noi non usiamo la fiamma ossidrica ma il nostro lavoro è quello di saldare le lotte di lavoratori “garantiti” e precari, disoccupati, immigrati, giovani e pensionati; di chi si batte per difendere il proprio territorio e la propria casa dalla speculazione. Il nostro lavoro è quello di fare politica e la Casa dei Giustiniani era un luogo della politica, quella vera.
In una città in cui all’emergenza lavoro – ricordiamo solo le difficili situazioni di Fincantieri, Ilva, Centrale del latte, Elsag, TPL – si associa da sempre quella abitativa, con un numero impressionante di case sfitte soprattutto nel centro storico; in cui intere porzioni di territorio sono minacciate da grandi opere tanto devastanti quanto inutili; in cui i servizi sociali diventano sempre più una chimera ed i meno abbienti vengono abbandonati sempre più spesso al proprio destino, il problema della Procura di Genova è la Casa dei Giustiniani…
Colpisce, in tutto questo, il silenzio assordante del sindaco Doria e della sua giunta. Per il marchese, il problema vero di Genova sembra essere quello del decoro del centro cittadino e per far fronte a ciò non esita ad impiegare pattuglioni di cantuné in funzione antiaccattonaggio. Sarebbe forse il caso che qualcuno di quelli che l’hanno sostenuto alle ultime amministrative, gli chieda conto di questa e di qualche altra cosetta…
Intanto in questi giorni altri problemi veri sembrano affliggere l’establishment genovese: il cioccolato e la tutela del patrimonio artistico. Non sapevano i ragazzi della Casa che il palazzo delle Vigne, da loro occupato subito dopo lo sgombero, è in realtà destinato ad ospitare il Museo della Cioccolata? e che fa parte del sistema dei Rolli, quindi è protetto dall’Unesco? Nulla contro il cioccolato e nemmeno contro il recupero – ci mancherebbe altro! – del patrimonio artistico del centro storico genovese; ma a parte il fatto che il cioccolato in estate non fa proprio bene e che il modo migliore per tutelare i palazzi antichi è il loro riutilizzo dalla e per la comunità, ci permettiamo di suggerire a questi benpensanti una soluzione ai loro problemi: restituire la Casa dei Giustiniani a chi l’aveva resa viva ed utile per il quartiere.
Solidarietà con la Casa dei Giustiniani!

Federazione dei Comunisti Anarchici – Sez. N. Malara Genova

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Nella mattina del 7 agosto la Casa Occupata di Via Giustiniani 19, nel centro storico di Genova, è stata sgomberata. Gli sbirri hanno fatto ricorso ad una disgustosa bassezza: hanno sequestrato le chiavi della casa ad un compagno obbligato a “firmare” in questura (per il suo quotidiano agire contro gli oppressori e l’ingiustizia) e si sono presentati alla porta con grande faccia tosta, supportati dai soliti celerini in tenuta antisommossa. Dopodiché hanno usato il classico metodo che li contraddistingue: manganello e telecamere. Tutto ciò ovviamente per tenere sotto minaccia le decine di solidali che si sono ben presto raggruppati in via Giustiniani.
La modalità dello sgombero è indicativa della paura di dover fronteggiare una reazione facilmente prevedibile da parte delle numerose persone che hanno conosciuto, vissuto, apprezzato lo spazio occupato e che sarebbero state pronte a resistere. Solo l’inganno poteva garantire una riuscita “facile” dell’operazione di sgombero. Al portone d’ingresso è stata saldata una lastra d’acciaio per impedire l’accesso, simbolo della repressione e perfetta rappresentazione del mondo in cui ci vogliono chiudere: un mondo caratterizzato da gabbie, recinti, telecamere, e paura spacciata in dosi massicce.
Sotto il profilo politico una sola considerazione: sono bastati circa 2 mesi dall’insediamento della nuova giunta comunale guidata dal “rosso” professor Doria (quello contro la Gronda in campagna elettorale che è diventato “ne riparleremo” e poi “via libera” una volta eletto) per arrivare a questo provvedimento che crede di spazzare via tutto il lavoro di aggregazione sociale dal basso e di critica radicale all’esistente sostenuta dai compagni di Giustiniani 19. Questo fatto è un’ulteriore dimostrazione: solo le lotte distinguono gli oppressi dagli oppressori, il resto è solo menzogna e opportunismo da politicanti senza dignità.
Il nostro pensiero e la nostra solidarietà vanno ai compagni di Giustiniani 19 che si sono opposti allo sgombero con tutte le loro forze e che hanno risposto al sindaco ed alla questura con una nuova occupazione in Via delle Vigne, dimostrando che la partita non è finita come pensano loro….e che le libertà si prendono, non si mendicano!
Solidarietà e affetto ai compagni per tutta la passione e le energie spese in questi 9 mesi di occupazione, con la complicità che ci unisce nel sostenere le lotte sociali a difesa della terra, l’antifascismo militante, l’arte e l’aggregazione per creare una socialità non-mercificata, e sopra ogni cosa la sconfinata, assoluta passione per la libertà che ci accomuna.
Solidarietà ai compagni della Casa Occupata di Via Giustiniani 19! Contro il capitalismo e i suoi boia 10 100 1000 occupazioni, a Genova e in ogni dove.
NO TAV – NO GRONDA – NO TERZO VALICO!

GRUPPO ANARCHICO FUORI CONTROLLO – SAVONA

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Esprimiamo solidarietà agli occupanti della casa di Giustiniani 19, siamo rammaricati per lo sgombero da parte delle forze dell’ordine avvenuto ieri 7 agosto 2012.
Presso i locali di Giustiniani 19, gli attivisti/e di Zaatar Onlus hanno trovato ospitalità per due lunghe giornate a giugno di quest’anno, per l’incontro di formazione dei volontari dell’Associazione in partenza per i workcamp nei campi profughi palestinesi. In una città che non offre spazi adeguati ai suoi cittadini, Giustiniani 19 era una risorsa.

Associazione Zaatar Onlus

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Tre giorni prima che venisse sgomberata la Baracca Occupata a Padova, un altro spazio, liberato dall’abbandono e trasformato in un luogo in cui abitare, costruire relazioni nuove e non mediate dalle merci ed uno spazio per l’autorganizzazione, è stato violentemente sottratto a chi lo stava vivendo e costruendo. A separare l’esperienza della Baracca e della casa occupata di via Giustiniani 19 a Genova, sono solo i chilometri che geograficamente ci dividono, le affinità esistono nelle parole e nelle pratiche. Siamo stati colpiti dalla stessa repressione, eseguita per ordini diversi: le autorità cittadine a Genova e quelle universitarie a Padova, ma portata a termine dalle stesse divise. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà e complicità con i compagni di via Giustiniani che non si sono fatti intimorire e per rispondere alle loro/nostre necessità hanno immediatamente occupato un nuovo edificio in cui poter proseguire quello che è cominciato al civico 19 di via dei Giustiniani tra i vicoli Genovesi. Useremo la forza che viene a tutti da questa nuova occupazione per prendere gli spazi di cui abbiamo bisogno.

Baracca Occupata Autogestita – Padova

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