riceviamo e diffondiamo:
Nel pomeriggio di domenica 27 febbraio in un centinaio siamo entrati in autostrada all’altezza del casello di Avigliana, con maschere di carnevale e bandiere no tav. Abbiamo bloccato i caselli telepass con due striscioni di una ventina di metri, indirizzando tutte le macchine verso le altre uscite. Coprendo le telecamere con buste nere e alzando le sbarre di questi caselli abbiamo consentito agli automobilisti di passare senza pagare il pedaggio. I volantini e le grida contro il tav e in solidarietà ai compagni arrestati hanno raccolto la solidarietà di molti. Le centinaia di macchine passate gratis costituiscono un danno considerevole per la Sitaf, la società che gestisce questo tratto autostradale e che è proprietaria dei terreni dove sorge il cantiere della Clarea.
La lotta contro il Tav ha certamente bisogno della partecipazione di molti, ma oltre alle iniziative di massa ci si può organizzare anche con numeri minori. Il suggerimento emerge da questa e dalle tante iniziative in solidarietà con gli arrestati, svoltesi nelle ultime settimane in diverse città. In Val Susa i complici del Tav sono tanti e disseminati su tutto il territorio, mettergli i bastoni tra le ruote è possibile anche con queste modalità. La loro efficacia è direttamente legata a quanto queste riusciranno a diffondersi. Gli ampliamenti delle recinzioni, previsti nei prossimi giorni, saranno un primo importante banco di prova per sperimentare queste pratiche.
Segue il testo del volantino distribuito durante l’iniziativa:
Non pagare per non collaborare
Oggi i caselli dell’autostrada sono aperti. Non per creare problemi a voi automobilisti, ma per danneggiare gli interessi della Sitaf. La Sitaf è la società che gestisce questa autostrada ed è proprietaria dei terreni dove sorge il cantiere del Tav di Chiomonte. Questa via di comunicazione consente tutti i giorni, da mesi, alle forze dell’ordine di sorvegliare l’area dei cantieri. Durante alcune manifestazioni è stata riservata esclusivamente agli spostamenti di mezzi militari e di polizia. Per questo la Sitaf è responsabile tanto della devastazione della Valsusa quanto della violenza commessa dalle forze dell’ordine.
Impedire di incassare i pedaggi è allora un contributo alla lotta contro l’Alta Velocità e un’azione in solidarietà ai compagni arrestati a gennaio. Ma è anche un suggerimento di fronte all’avidità dei padroni. In un momento in cui i soldi mancano e la vita ripiega verso una faticosa sopravvivenza, smettiamo di pagare.
Libertà per i compagni arrestati
Alcuni oppositori dell’alta velocità