SABATO 14 APRILE – ORE 16
PIAZZA BANCHI
PRESIDIO ITINERANTE NEI VICOLI
Nelle ultime settimane a Genova la questura con la collaborazione del zelante PM Vincenzo Scolastico, neo-incaricato di occuparsi di dare una ridimensionata ai presunti oppositori sociali della città, ha applicato 6 misure cautelari nei confronti di altrettante persone. Persone coinvolte insieme a molti altri negli ultimi 4 anni in vari momenti di rottura, circoscritti ma numerosi, avvenuti a Genova. Blocchi stradali e delle ferrovie, cortei più o meno spontanei, occupazioni di edifici, sedi istituzionali e della stampa, manifestazioni non autorizzate spesso culminate in scontri con le forze dell’ordine sono le principali pratiche che vengono contestate e che politici, magistrati e polizia vorrebbero debellare.
Nello specifico, gli episodi che hanno portato a questi provvedimenti riguardano un tentativo di impedire un controllo piuttosto invasivo da parte dei carabinieri in piazza Matteotti l’inverno scorso e i tafferugli avvenuti sotto la prefettura il 24 maggio 2011 quando un corteo di operai intendeva invadere il palazzo governativo.
I provvedimenti repressivi in questione si presentano sottoforma di limitazioni della libertà individuale come arresti domiciliari notturni, obblighi di dimora nel comune di Genova e obblighi di firme quotidiane in commissariato. Una novità rappresenta invece la misura tanto invocata dall’ex ministro dell’interno Maroni dopo le rivolte di Roma che sembra trovare ora applicazione: una sorta di DASPO applicato a cortei e manifestazioni politiche che vieta alle persone colpite di parteciparvi.
Sottovalutare questi interventi come qualcosa che riguarda pochi militanti sarebbe un grave errore, basti pensare alla nuova legge proposta dal PDL, già in corso di dibattimento, che porterebbe a punire qualsiasi blocco del flusso delle merci e delle persone con pene da 1 a 5 anni di reclusione. E’ evidente come questa proposta intenda colpire, riducendole a semplici questioni di ordine pubblico, il dissenso che ha animato negli ultimi anni il Paese e che ha fatto del blocco dei flussi e della produzione una pratica propria e diffusa.
Di fronte a tutto questo noi continuiamo nel tentativo di esaudire i nostri bisogni più immediati, come allo stesso tempo di perseguire i nostri desideri più reconditi. Non è difficile constatare, oggi come sempre, che le forze dell’ordine non sono altro che un ostacolo per tutti in questo senso.
Auto-organizziamoci per riprenderci le strade, le case, i nostri tempi e spazi, rilanciamo l’offensiva contro questo sistema sociale che ci vuole frammentati e al servizio della produzione. A partire da polizia, carabinieri e alpini, difendiamoci dalle ronde e dalla violenza di chi sta stringendo sempre più la morsa del controllo e della repressione per contenere le risposte di chi vive situazioni sempre più esasperate e di chi non rimanda il proprio momento di reagire.
SOLIDARIETA’ A CHI LOTTA!
VICINI A CHI E’ COLPITO, NELLE SUE VARIE FORME, DAGLI ATTACCHI DELLA REPRESSIONE!