TAV, Gronda, Terzo Valico: possiamo fare senza. Ora e sempre Resistenza

Oggi, mercoledì 11 aprile 2012, ricominciano gli espropri dei terreni valsusini e presto partiranno anche in Val Polcevera. E noi? Dove siamo? Cosa stiamo facendo? E’ giunta l’ora di organizzarsi, senza capi né mediatori, senza delegare più a nessuno la difesa di ciò che amiamo e la conquista di quello che desideriamo.  Come in Val di Susa anche sul territorio ligure vorrebbero imporre il progetto del Treno ad Alta Velocità/Alta Capacità (trasporto misto merci e passeggeri) che dovrebbe collegare Genova a Milano (54 km di cui 35 in galleria: il Terzo Valico). Questo progetto rientra nel collegamento ferroviario Genova-Rotterdam che incrocerà il Lisbona-Kiev. Sul nostro territorio sorgeranno cantieri in Valpolcevera nelle zone di Trasta, Bolzaneto, Cravasco e Fegino e complessivamente la linea Milano-Genova costerà 6 milioni e 200 mila euro, totalmente finanziata con soldi pubblici. I comitati di quartiere già da qualche anno smascherano le contraddizioni di questa ennesima grande opera: l’amianto contenuto nelle rocce, i detriti degli scavi, le polveri sottili, la deforestazione, il prosciugamento delle falde, la circolazione di 500 camion al giorno per 20 anni, l’esproprio di edifici e terreni. Ma smascherato il sudario di menzogne che avvolge un altro progetto di devastazione, che va di pari passo con la cosiddetta riqualificazione dei quartieri, si scorgono le ragioni assai precise di un disegno più grande. Caricare, trasportare e scaricare merci e spazzatura, derivate dallo sfruttamento delle risorse umane e naturali, da una parte all’altra del continente è l’unica via rimasta al capitale per “fare profitto”. E’ evidente che questa velocità non ha niente a che fare con il nostro benessere, la gente non ne ha bisogno, non l’ha mai chiesta. E’ l’ennesimo sacrificio in nome dei re di denari, un altro tassello verso la disumanizzazione dei nostri quartieri, verso la mercificazione di tutto ciò che ci circonda. Le nostre vite ne risultano ulteriormente impoverite e, tanto per cambiare, sono solo i portafogli dei soliti a rimpinguarsi. Un senso di inquietudine ci pervade e si insinua in noi la rabbia e la necessità viscerale di difendere le nostre vite e la nostra libertà.

E se ci accorgiamo che oggi il potere è logistico, che dipende dai flussi del commercio nei nostri quartieri, nelle nostre città e nelle nostre valli la risposta è evidente e bisogna essere pronti a coglierla: solo bloccando questi flussi, opponendoci ai tentacoli del progresso e colpendolo dove più nuoce possiamo riprendere il controllo delle nostre esistenze, come alla Maddalena, sulle alture resistenti della Val Clarea.

Basta indugi, noi vogliamo tutto! Vogliamo riavere subito al nostro fianco i fratelli a cui la repressione ha tolto la libertà, vogliamo creare dalle macerie del presente un mondo diverso, al passo coi nostri desideri. Perché questo sistema crollerà, non può che crollare.

Chi ha incrociato gli sguardi della gente il 3 luglio nei boschi, chi ha lasciato il lavoro per andare sui monti, chi ha condiviso parte della propria vita in una libera repubblica sa bene una cosa:
la lotta paga, il padrone no.

LIBERTA’ PER I NOTAV. LIBERI TUTTI SUBITO
Solidarietà e complicità con tutti i compagni in carcere e in custodia cautelare
Con Sole e Baleno nel cuore

dai media di regime:
Blitz dei No-Tav alla Rai e al Pd

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