Sabato 3 maggio
Sabato HC:
Distemper + Essere + Rauchers
ore 22.00
Della solidarietà e della libertà: con i/le prigionieri/e in lotta!
Dal 5 al 20 aprile diversi prigionieri rinchiusi nelle carceri italiane hanno proclamato delle giornate di lotta contro quella che a tutti gli effetti possiamo definire “tortura detentiva”.
Mentre i prigionieri lottano per ottenere un’amnistia generalizzata ed il miglioramento delle condizioni di sopravvivenza, la politica, come d’abitudine, gioca a rimpiattino con le vite e le speranze di centinaia di persone. Decenni di vessazioni nelle prigioni di questo Paese vengono ora alla ribalta “grazie” alla Corte Europea e le anime belle della democrazia scoprono a parole “l’emergenza carceri”.
Ma decenni di propaganda del terrore hanno cancellato una realtà per cui ogni comportamento è divenuto vieppiùincriminabile, hanno fatto scordare che “delinquere” è sempre più spesso un atto di resistenza per “arrivare a fine mese”. Hanno fatto perdere di vista l’ovvio, e cioè che le galere sono lì per proteggere i privilegi di pochi, sono lì come discarica e contenitore per i poveri.
Ora, l’amnistia e l’indulto, stando alle ultime notizie, difficilmente verranno messi in opera perché manca la maggioranza parlamentare. Tradotto: le carceri sono state dichiarate “luogo di tortura” ma un provvedimento di clemenza(!?) è impopolare e farebbe perdere consensi.
Perché quello che conta per la politica, di destra e di sinistra, non sono né i princìpi né le persone, tanto meno le critiche per “la violazione dei diritti umani”. Quello che conta sono i numeri: denari e poltrone.
Dunque? Solo la lotta paga. E la lotta dei prigionieri è un affare di tutti, perché – come subalterni e poveri –siamo tutti intercambiabili e tutti incarcerabili.
Non lasciamoci ingannare da paure indotte e false morali che vorrebbero dipingerci i nostri “con-sorti” rinchiusi come nostri nemici, come pericolo. Noi sappiamo bene chi sono i nostri avversari e sappiamo bene chi per noi èun pericolo: gli stessi che ci derubano, affamano, opprimono e che rinchiudono ora i nostri fratelli e le nostre sorelle.
La lotta dei prigionieri è la nostra lotta.
(Di seguito gli appelli dei prigionieri riunitesi nel “Coordinamento dei detenuti”.)
La mobilitazione all’interno delle carceri, proclamata dal “Coordinamento dei detenuti’’ nel mese di settembre 2013 ha visto di migliaia di detenuti partecipare ad una lotta come da anni non si vedeva.
Nonostante le difficoltà riscontrate nel coinvolgere tutti i penitenziari, i tanti aspetti positivi della stessa ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta ed è unanime la convinzione che la protesta sia la sola ed unica risposta contro un sistema inaccettabile; sistema definito da più parti come inumano e degradante, fatto di abusi e pestaggi, che vede tra le sue ultime vittime quella di Federico Perna morto per mano dello stato nel carcere di Poggio Reale. È ora di dire basta!
Noi non ci accontentiamo di aver creato un primo momento di conflitto, noi vogliamo e possiamo fare di più e puntiamo ad una reale modifica di questo sistema carcerario indicendo per il mese di aprile 2014 una nuova mobilitazione con scioperi della fame battiture, rifiuto del vitto e forme di lotta autodeterminate, tanto incisive quanto il contesto più lo permetta, dal giorno 5 al giorno 20 dello stesso mese.
Con questa nuova protesta è nostra intenzione mettere al centro delle rivendicazione l’urgente necessità di un’amnistia generalizzata in nome della libertà e l’abolizione dell’ergastolo.
Ribadiamo il nostro NO a differenziazioni, trasferimenti punitivi e isolamento, rinnoviamo le precedenti richieste quali migliori condizioni di vita, soluzioni alle emergenza del sovraffollamento, il rispetto dei diritti naturali dell’uomo che qui dentro ci vengono negati, l’abolizione dei regimi di tortura legalizzati quali: 41bis, 14bis ed alta sorveglianza dei reati ostativi e la liberazioni di tutti i malati cronici reclusi, riporre speranze nei confronti di chi questo sistema lo ha creato e sostenuto non serve a nulla così come lamentarsi o lagnarsi, noi e solo noi possiamo spezzare queste catene e per farlo dobbiamo iniziare dall’interno consapevoli che la lotta ci rende liberi.
Chiediamo per tanto a tutti i detenuti di non restare indifferenti e contribuire con il massimo delle proprie forze per far si che la mobilitazione del prossimo aprile 2014 sia la più ampia e partecipata possibile.
Ci appelliamo inoltre a tutti i movimenti, alle organizzazioni, ai famigliari dei detenuti e ogni singolo cittadino affinché siano indetti, nelle settimane precedenti la mobilitazione presidi all’esterno delle carceri per fare arrivare il nostro messaggio a quanti più detenuti.
LA LOTTA NON SI ARRESTA
P.S. Consigliamo ai fratelli e alle sorelle reclus* di redigere comunicati da diffondere e chiediamo ai solidali di tutt’Italia di far tuonare il nostro grido di libertà sulla rete e nelle piazze.
APPELLO DEL COORDINAMENTO DEI DETENUTI
Dal giorno 5 al giorno 20 aprile del 2014 come “Coordinamento dei detenuti” abbiamo indetto una nuova mobilitazione all’interno di tutte le carceri italiane.
L’obbiettivo che ci siamo posti è quello di dare coscienza a tutti i reclusi che solo attraverso la lotta possiamo ottenere quelle migliori condizioni di vita che noi tutti chiediamo e che ogni rivendicazione deve necessariamente essere accompagnata da una azione collettiva di noi tutti.
L’inevitabile isolamento di queste mura rende difficile un’organizzazione estesa e ampia, ma noi non ci tiriamo indietro e con coraggio ci apprestiamo a far sentire la nostra voce sia all’interno che all’esterno di queste strutture.
Siamo consapevoli di non poter riuscire da soli nell’intento di mobilitare tutte le carceri, ma sappiamo allo stesso tempo che fuori possiamo contare sul sostegno di migliaia di solidal* che condividono l’idea che il carcere non sia la soluzione ma il problema di una società piena di contraddizioni.
Con questa nota chiediamo a tutti voi di dare la giusta visibilità alla nostra iniziativa del prossimo aprile diffondendo il più possibile il comunicato, che trovate allegato, sulla rete e sui mezzi di informazione invitando i vs contatti a fare lo stesso; ci appelliamo inoltre a tutte le organizzazioni anticarcerarie, ai movimenti politici e non, agli antagonisti, ai famigliari dei detenuti e agli ex-carcerati affinchè vengano organizzare all’esterno dei penitenziari italiani presidi informativi e di solidarietà nei giorni precedenti e durante la mobilitazione di aprile.
Nessuna galera potrà contenere la nostra voglia di libertà!
Coordinamento dei Detenuti
Venerdì 18 aprile, H 17:00, davanti al carcere di Pontedecimo
Presidio in solidarietà alla lotta dei prigionieri
Per un mondo senza galere
Venerdì 11 aprile nell’ambito della tre giorni di eventi denominata “la Storia in piazza”, quest’anno dedicata al cibo, era prevista una conferenza dal titolo “Cibo ristretto. L’alimentazione in carcere”, con la presenza del direttore
della Casa circondariale di Marassi, Salvatore Mazzeo.
La conferenza è stata interrotta da diversi compagni e compagne che hanno distribuito il seguente testo in solidarietà ai detenuti e alle detenute in lotta.
Il direttore, peraltro, non si è presentato.
Questo il testo del volantino distribuito:
Grazie
Oggi alla Storia in Piazza assistiamo a una magnifica inziativa culturale, dai risvolti umanitari: un raggio di luce illumina l’angolo oscuro della città, quello che nascondiamo sotto il tappeto, e ci svela una verità nascosta. Grazie Mazzeo, grazie a tutti voi che ci raccontate cos’è il carcere, voi che nel carcere chiudete i cancelli, decidete le punizioni, le ore d’aria, gli isolamenti; guardate dal blindo le persone ammassate le une sulle altre, annusate casualmente la casanza e arricciate il naso, per poi magari lucrarci sopra: non dobbiamo certo ricordarvi quanto si specula sui detenuti, quanto il rincaro della spesa dei prigionieri sia mostruoso! E grazie per non raccontarci invece quello che avviene quando ve ne andrete di qua, quello che avviene anche ora: pestaggi e coercizioni, sovraffollamenti e, soprattutto, il perpetuarsi di un abominio. Grazie perchè oggi ce lo rendete normale, grazie perchè ci nascondete con cura l’orrore di rinchiudere un essere umano dentro una stanza di cemento, privandolo o privandola dei propri affetti, rubandogli quanto ha di più prezioso: la libertà, la salute, la vicinanza degli altri esseri umani. Grazie all’organizzazione di questo evento culturale, perchè oggi assorbiamo Cultura: edulcorata, ammorbidita, normalizzata. Dal di fuori osserviamo le bestie dentro, ci incuriosiamo, le compatiamo, magari; il tutto avvolti dalla coscienza democratica che ciò che accade, in fondo, è giusto. E ce lo conferma il nuovo provvedimento italiano che, a fronte delle rimostranze dell’Unione Europea sulle condizioni abominevoli delle carceri italiane, prevede uno sconto di pena per chi in quelle carceri ci vive… ma le condizioni, è ovvio, resteranno le stesse – a conferma che lo scopo del carcere è segregare e punire, anche se lo si fa in mezzo a lustrini e moine.
Noi siamo qui oggi, invece, per rispondere all’appello lanciato dal Coordinamento dei detenuti che ha indetto una mobilitazione dal 5 al 20 aprile per rivendicare l’urgente necessità di un’amnistia generalizzata e l’abolizione dell’ergastolo e che giustamente afferma: “sappiamo (…) che fuori possiamo contare sul sostegno di migliaia di solidal* che condividono l’idea che il carcere non sia la soluzione, ma il problema di una società piena di contraddizioni”. E allora siamo qui a ribadire che il carcere non è e non sarà mai la nostra soluzione, e che siamo pronti a far deflagrare tutte le contraddizioni che ci circondano. Non ringraziateci.
Alcune/i solidali con i/le prigionieri/e in lotta
dalle 18.30 aperitivo vegan con dj-set “darkstep” by Disorder e Radickal Clichè.
dalle 20.00 presentazione e dibattito
GIOVEDì 10 APRILE ORE 21 PRESSO LA CASA OCCUPATA PELLICCERIA
“I DANNATI DELLA METROPOLI” Etnografie dei migranti ai confini della legalità
Esistono da sempre due città, una legale e l’altra illegale, i cui confini si spostano a seconda delle epoche storiche e delle necessità economiche contingenti. Spesso gli abitanti di queste due città si sfiorano, interagiscono, confliggono. Sulle loro contaminazioni si costruisce il tessuto sociale. Quasi sempre gli abitanti della città oscura non hanno voce sui media ufficiali: sono un numero, una statistica o un titolo di giornale. I dannati della metropoli nasce dalla necessità di far parlare i protagonisti del disagio e della devianza che vivono e attraversano le nostre metropoli.
Sulle tracce di Danilo Montaldi e della scuola di Chicago, animato da un bisogno radicale di far uscire l’antropologia dalla torre d’avorio dell’accademia, Andrea Staid si è messo in ascolto delle voci della città oscura, senza pregiudizi. Con una ricerca che è frutto di anni passati con i migranti, iscrivendosi in maniera del tutto nuova al filone dell’antropologia delle migrazioni, contaminato con l’etnografia e la storia orale. Il cuore del saggio è rappresentato dall’analisi di un caso specifico spesso al centro della cronaca, su una via e più precisamente un grande palazzo soprannominato dalla stampa “il fortino della droga”, situato in un quartiere centrale di Milano (via Bligny 42). Un caso celebre e paradigmatico, raccontato per la prima volta attraverso le voci dei protagonisti.
Ne è uscito un affresco di storie ascritte al mondo della strada, una etnografia della criminalità migrante o meglio dell’uscita dal confine della legalità, un saggio su chi si ribella a un destino di schiavitù, cercando di fuggire da un carcere o semplicemente andando a ingrossare per scelta le fila del nuovo milieu criminale metropolitano.
RITROVO ORE 14 STAZIONE FS arquata
ORARI TRENI PER LA MARCIA
Per raggiungere Arquata Scrivia dalla Liguria
Da Genova:
Ritrovo ore 13 Stazione Fs Genova Piazza Principe, partenza ore 13 e 45
Genova Rivarolo 12.42 – Genova Bolzaneto 12.46 – Genova Pontedecimo 12.51
Genova Rivarolo 13.42 – Genova Bolzaneto 13.46 – Genova Pontedecimo 13.51
Dalla Valverde:
Carovana di macchine, ore 13 Piazza Campomorone
Dalla lotta contro il patriarcato alla proposta di confederazione di comunità di villaggio in opposizione al modello dello Stato Nazione.
Dalle ore 18.30 mostra sulla vita delle donne partigiane tra i monti Qamdil, proiezioni di video (fra cui l’intervista a Sakiné Cansiz, militante kurda uccisa insieme a due compagne nel gennaio 2013) e incontro/dibattito con alcune compagne del Movimento delle Donne Kurde.
Per conoscere e confrontarsi con il loro percorso di lotta: la liberazione di una società si può misurare dal livello di liberazione delle donne.