Francesco trasferito a Roma!

Aggiornamento IMPORTANTE 14/10/2013

Francesco trasferito a Roma, per scrivergli:

Francesco Carrieri
Casa Circondariale di Roma Rebibbia
nuovo complesso in via Raffaele Majetti 70
00156 Roma

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L’accanimento nei confronti di Francesco continua, la Procura ha disposto il suo trasferimento nel carcere di Sanremo.

Invitiamo tutti a fargli sentire appoggio e solidarietà.

Di seguito l’indirizzo per scrivergli:

 

Francesco Carrieri

CASA CIRCONDARIALE DI SANREMO
STR. ARMEA, 144
18038 SANREMO (IM)

[Repressione 15 ottobre] Lettera di Francesco dal carcere di Savona e aggiornamenti

Ciao a tutti,
Sono ormai cinque giorni che mi trovo nel carcere Sant’Agostino di Savona.
Sinceramente sono ancora sconcertato e stupito di trovarmi in questa situazione, non sono di certo il tipo che si fida della sbirraglia o che ripone fiducia nello Stato e nella sua giustizia, ma resta il fatto che non mi aspettavo un colpo basso del genere.

La motivazione per cui sono stato trasferito dai domiciliari al carcere è l’aver infranto le restrizioni, in altre parole l’aver ospitato a casa i miei amici. L’assurdo è che da Febbraio di quest’anno mi è stato revocato il divieto di comunicare e di incontrare persone diverse dai miei coinquilini. Quindi cosa avrei infranto? Il carabiniere che ha comunicato al giudice di avermi trovato a casa con i miei compagni nel momento del controllo, che avveniva sabato 21 Settembre, rifiutò di voler vedere la notifica che specificava la revoca delle restrizioni dicendo che era tutto a posto e che non ce n’era nessun bisogno. Stando in carcere ho potuto appurare che il suddetto sbirro è avvezzo ad infamate di questo tipo, ma anche qui non c’è molto da stupirsi.

Fa molto più pensare che un giudice firmi un’istanza del genere senza nemmeno controllare prima gli obblighi ai quali una persona è sottoposta fino a mandarla dai domiciliari al carcere.
Anche questa esperienza non può far altro che rafforzare i miei ideali e il mio astio verso questa società infame e sfruttatrice composta da sbirri assassini, giudici sadici e porci politicanti.
Non posso far altro che ringraziare i miei compagni di cella e non solo, che fin da subito mi hanno dimostrato la loro umanità e solidarietà.
Tutto il mio affetto va alle persone a me vicine e alla mia famiglia che da sempre mi supportano e mi danno la forza di andare avanti.

Vi saluto con la promessa che, se non si risolverà al più presto questa situazione, sarò pronto a combattere anche chiuso in questo fottuto lager con ogni mezzo a mia disposizione, invitando chiunque a fare lo stesso fuori.

FUORI TUTTI DALLE GALERE
DENTRO NESSUNO SOLO MACERIE
Ciao Francesco cella 8 sez. 2

Giovedì 3 Ottobre è stata rifiutata dal giudice l’istanza di scarcerazione con le stesse identiche assurde motivazioni con le quali Francesco è stato trasferito in carcere.  E’ evidente l’accanimento nei confronti di chi quotidianamente si batte per le proprie idee e per i propri sogni. Non saranno queste mosse repressive ad intimorire Francesco e tutti noi, consapevoli del fatto che le tre giornate dell’ ottobre romano saranno un occasione per esprimere la nostra rabbia e la solidarietà a tutti gli imputati del processo del 15 ottobre.
FRA LIBERO LIBERI TUTTI

Giovedì 25 luglio passeggiata NOTAV al cantiere del Terzo Valico

Giovedì ore 17.00 San Quirico in Val di Polcevera, davanti al Mercato dei Fiori
passeggiata verso il cantiere per i lavori del Terzo Valico, dove iniziano i lavori e sono presenti in forze carabinieri, celere e digos varia.

Invitiamo tutti a partecipare, anche con una presenza solidale al fianco degli arrestati (6 ai domiciliari, 1 con obbligo di dimora e 2 denunciati a piede libero) in Val Susa venerdì scorso alla passeggiata notturna contro il cantiere dell’Alta Velocità di Chiomonte.
Solidarietà agli inquisiti.
Libertà per tutti.

ALBERTO LIBERO! SOLIDARIETA’ AGLI ARRESTATI NO TAV!

Alberto è stato arrestato insieme ad altri otto militanti No Tav nella notte fra il 19 e 20 luglio presso il cantiere/fortino di Chiomonte dove lo stato, la mafia e la politica vorrebbero farla da padroni per garantire gli interessi dei pochi privati, attribuendosi inoltre il ruolo di difensori della democrazia a colpi di lacrimogeni, manganellate e ruspe devastatrici.

Alberto è un compagno anarchico, parte del movimento No Tav che si oppone allo scempio della Val Susa e alla prepotenza del capitalismo, per questo ha incontrato la violenza dello stato ed è criminalizzato per le sue convinzioni che manifesta in ogni giorno della sua vita.

Nella notte del suo arresto il corteo No Tav è stato aggredito in modo premeditato e violento da parte di polizia, carabinieri ed alpini che attendevano i manifestanti al di fuori delle reti del fortino… E’ stato un agguato in piena regola che si è trasformato in mattanza (con caviglie e braccia spezzate, teste squarciate da manganellate e la solita pioggia di lacrimogeni): il resto sono menzogne da spacciare attraverso i media e in particolare qualche servo giornalista senza dignità, con l’obiettivo di nascondere la verità.

La Val Susa è occupata militarmente come una zona di guerra: le truppe occupanti pretendono di fregiarsi del titolo di paladini della
democrazia mentre la popolazione vive in stato d’assedio permanente senza piegarsi all’arroganza di questo esercito.

Chi ha gli occhi aperti e la mente lucida ha ben chiaro ciò che succede e, come Alberto, ha scelto da che parte stare. È tanto più infame che per questa scelta venga aggredito, arrestato e infangato dallo stato.
Riflettere sui rischi per la libertà ed il futuro che comporta il triste laboratorio di repressione allestito in Val Susa è dovere di tutti. E di
conseguenza agire. Fin da ora.

Alberto uno di noi!
Liberi tutti! Lunga vita ai ribelli della Val Susa!
Ora e sempre NO TAV!

fuoricontrollo savona   –   ortiga savona   –  individualità genovesi   –

pellicceria occupata genova

Liberare tutti e vincere!

liberare e vincere

Questo lo striscione appeso sul ponte monumentale giovedì 18 luglio, in concomitanza con la prima delle due giornate di riesame delle misure cautelari applicate a dicembre per la “resistenza” allo sgombero della Casa Occupata Giustiniani 19, in cui si decide se riconfermare la detenzione domiciliare per 3 compagni e una compagna e l’obbligo di firma per altri cinque.

Poco dopo la comparsa dello striscione, i carabinieri hanno fermato e portato nella caserma Forte San Giuliano 4 compagni/e rilasciati senza denunce poche ore dopo.

 

Aggiornamento:

Il tribunale del riesame genovese si è pronunciato applicando l’obbligo di firma settimanale per cinque compagni (tra cui i quattro per cui si chiedevano i domiciliari) e annullando la misura delle firme per gli altri quattro. Il tutto ad un anno dai fatti.

 

“L’ULTIMA ERA”, Presentazione e dibattito

PRESENTAZIONE LIBRO “L’ULTIMA ERA”
Comparsa, decorso, effetti di quella patologia sociale ed
ecologica chiamata civilta’

di Enrico Manicardi

SABATO 20 LUGLIO
Presso la casa occupata di Vico di Pellicceria, GENOVA

ore 18 Presentazione e dibattito

ENERGIA SOSTENIBILE?

Esiste davvero l’energia pulita? Quanto costa costruire mega pale
eoliche in termini di devastazione ambientale, sfruttamento di
combustibile e materie prime, rifiuti da smaltire, distruzione di
habitat, ecc.? E chi ci guadagna davvero?
Abbiamo proprio bisogno di tutta questa energia in più? Chi e perche’
cerca di convincerci che esiste una “crisi energetica”?
Non avremmo invece bisogno di meno “progresso” visto che questo
significa devastazione, speculazione, distruzione della socialità, morti
sul lavoro, gravi patologie derivate dall’inquinamento ambientale?
Il capitalismo verde non e’ la risposta ai nostri bisogni, ma una delle
cause dei nostri problemi.

Abbandona la retta via. Diffondiamo autonomia

StampaIn un giorno di novembre, dopo una lunga estate e un caldo autunno passato tra sgomberi, sperimentazione, repressione ed autogestione, nasceva la Casa Occupata di vico Pellicceria 1. Abbiamo aperto il portone del palazzo per dare nuova vita e un nuovo senso a quella che era la Centrale Sip della Maddalena, ormai chiusa e abbandonata da oltre 15 anni. Ci siamo riappropriati di uno dei tanti spazi lasciati all’abbandono e al degrado perché viviamo l’emergenza abitativa sulla nostra pelle e non vogliamo più pagare affitti esorbitanti per pochi cupi metri quadrati, perché abbiamo bisogno di luoghi per incontrarci, socializzare, giocare fuori dalle logiche del consumo e della movida. Ci siamo presi ciò che è indispensabile per una vita degna di essere vissuta: una casa dove dormire, uno spazio dove vivere in comune, un posto dove organizzarsi per lottare. Ciò che vogliamo è condividere i nostri sogni e bisogni con chiunque li senta propri e abbia voglia di mettersi in gioco in prima persona. Siamo consapevoli che trasformare se stessi, attraverso la relazione con gli altri, sia il primo passo verso la trasformazione della realtà che ci circonda e opprime.

Per questo ci proviamo ed insistiamo nel provarci da anni. L’esperienza di Pellicceria nasce dopo altre occupazioni ed altrettanti sgomberi da parte delle autorità, e dopo il coinvolgimento e l’incrocio di percorsi di decine e decine di persone. Uno di questi sgomberi, quello della casa occupata di via dei Giustiniani 19, ha portato a qualcosa di più delle solite denunce: 4 arresti e 7 obblighi di firma in commissariato nel dicembre scorso. Se il tribunale del riesame ha deciso di rilasciare i compagni agli arresti, oggi, dopo 7 mesi, grazie all’insistenza del procuratore Scolastico, dovrà nuovamente pronunciarsi su questa situazione, con la possibilità che chi era ai domiciliari ci ritorni.

Di solito, dopo uno sgombero, gli occupanti se ne vanno. A volte occupano altrove, a volte si scoraggiano. Gli sgomberi servono a quello, sono operazioni politiche, come ogni operazione di polizia. Appena un’esperienza di vita prende troppo corpo, troppa consistenza, appena diventa anche solo un pochino pericolosa bisogna tagliarle la testa.

E quindi manganellano gli studenti in università, negano l’acqua a chi resiste sul tetto, buttano giù le scale, pisciano nelle stanze, come successo tre settimane fa a Milano, sporgono denunce, fanno partire processi infiniti. Lo chiamano “ripristinare l’ordine”, illudendosi, pensando che la situazione dopo uno sgombero possa tornare ad essere la stessa di prima. Ma non funziona mai perché la forza di un’occupazione non sta nelle mura dell’edificio occupato, ma nell’intensità della vita, nello spessore dei legami che gli occupanti costruiscono fra di loro, con gli abitanti del quartiere, con tutti quelli che in qualche modo alzano la testa e si danno da fare per resistere.

Il 18 e il 19 luglio 2013 il tribunale di Genova si pronuncerà nuovamente su arresti e misure cautelari richieste da Scolastico. Invitiamo tutti alle iniziative della casa occupata; ci troverete al cineforum, al coro, in palestra, in libreria, in ciclofficina, in taverna. Vi invitiamo a stare agitati, pur sempre vivaci, presenti nelle prossime iniziative di solidarietà, di lotta agli sfratti e di opposizione agli espropri in Valpolcevera per i cantieri del Terzo valico. Aiutateci a diffondere le informazioni ed il banner che troverete anche sul sito giustiniani19.noblogs.org.

Stiamo agitati.
NON SI PUO’ FERMARE IL VENTO!

Casa Occupata di vico Pellicceria 1
Maddalena Centro Storico Genova

Contro la Sorveglianza Speciale – Presidio in solidarietà 17 giugno

Contro la Sorveglianza Speciale – Presidio in solidarietà Lunedì 17 h 9.00 al tribunale di Genova

PEGGIO DELLA SCABBIA

 

A tre anni di distanza dall’ultima volta in cui è stata richiesta e respinta la “sorveglianza speciale” a Genova, alcuni giorni fa la questura, sostenuta dall’attività del noto procuratore Scolastico e della Digos genovese, riprova di nuovo ad applicare questa misura a due amiche e compagne anarchiche, tentando di aggiungerla all’armamentario repressivo con il quale si sta cercando di fermare il dissenso e di colpire chi lo esprime attivamente.

Tre anni fa la “sorveglianza speciale” veniva proposta all’interno di un contesto caratterizzato da iniziative spontanee contro la presenza dell’esercito in strada, contro esponenti politici e movimenti xenofobi e guerrafondai, un contesto decisamente ostile a istituzioni e polizia. Negli anni successivi si sono aggiunte le mobilitazioni avvenute in città contro il TAV, le occupazioni di case, i cortei di lavoratori e studenti. Non sono bastate le denunce generalizzate, gli avvisi orali, gli sgomberi, l’obbligo delle firme e gli arresti domiciliari, non sapendo più che pesci prendere, hanno tirato nuovamente fuori dal cilindro un provvedimento che risale all’epoca fascista, la “sorveglianza speciale” appunto.

Si tratta di una misura preventiva che viene richiesta a chi è ritenuto dagli inquirenti “socialmente pericoloso”, ossia accusato di mantenere una condotta antisociale, delittuosa, moralmente pericolosa. Di fatto è una misura poliziesca che mira a reprimere il dissenso e colpisce persone che si ribellano alle nefandezze commesse quotidianamente da chi sta al potere. Persone che esprimono liberamente le proprie idee e le mettono in pratica senza farsi intimidire dai mezzi repressivi. Una volta sottoposte a “sorveglianza speciale” queste persone non possono uscire di notte, allontanarsi dal luogo di residenza, partecipare a iniziative, incontri politici e a manifestazioni di piazza. In poche parole cercano di blindarne l’esistenza, restringendo concretamente e brutalmente la libertà personale.

La “sorveglianza speciale” altro non è che un’inaccettabile, infame stratagemma che tenta di fermare chi si ribella. È, inoltre, un inganno che cerca di mascherare una realtà ormai evidente a tutti, ossia che sono le istituzioni, insieme ai loro scagnozzi, ad essere socialmente pericolosi. Tutti lo provano quotidianamente sulla propria pelle: sono le scelte calate dall’alto, imposte dalla violenza della polizia, ad essere dannose e pericolose per le nostre vite.

 

Ribellarsi è l’unico modo per rispondere alla minaccia della repressione!

 

Solidarietà a Evelin e Marika

 

VENERDì 14 GIUGNO DALLE ORE 17 PRESIDIO-VOLANTINAGGIO

IN PIAZZA BANCHI IN VISTA DEL

 

PRESIDIO IN SOLIDARIETÀ

LUNEDÌ 17 GIUGNO DAVANTI AL TRIBUNALE DALLE ORE 9

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Puzza di regime

 

Mentre questo sistema con la sua crisi “ha rotto”, e i politici continuano a raccontarci balle costringendoci a condizioni di vita sempre peggiori.

Mentre il lavoro è diventato un “privilegio”, anche se pagato una miseria.

Mentre abbassano gli stipendi ma aumentano le ore lavorative e i prezzi, mentre ci fanno sparire “i diritti” (l’inganno sul quale hanno costruito questa democrazia), e ci aumentano i “doveri”.

Mentre sempre di più rischiamo di essere sbattuti fuori a calci dalle nostre case perché non riusciamo a pagare l’affitto, o dalle case che siamo costretti a occupare, interi edifici che cadono a pezzi per la fame di guadagno dei proprietari e degli speculatori immobiliari, che se ne fregano del numero dei tanti ammassati nei dormitori comunali.

Mentre arriviamo a indebitarci con le banche anche per la spesa, e quando il recupero ai mercati o nei cassonetti non lo fanno più solo i disperati ma è diventata una pratica di tanti.

Mentre la salute e la qualità della nostra vita sta peggiorando per i veleni e i conservanti dei cibi dei discount o per gli effetti disastrosi delle grandi opere dello Stato, che saccheggia e devasta interi territori, inquinando e cementificando le nostre vite.

Mentre gli strozzini delle banche e di Equitalia ci perseguitano per la nostra povertà minacciandoci con la galera.

Questo sistema democratico ha gettato la sua maschera e non ha più motivo di esistere!

lo Stato con i suoi sbirri non si fa problemi a caricare e ad arrestare gli scontenti o gli arrabbiati di questo Paese che protestano nelle strade, chiunque siano, studenti, disoccupati, terremotati, lavoratori, migranti, ambientalisti…

Ma a Genova come se non bastasse, dopo condanne contro studenti e “antagonisti”, la questura vuole punire anche il pensiero delle persone, chiedendo la sorveglianza speciale per Evelin e Marika due amiche e compagne, che da un giorno all’altro si potrebbero trovare costrette ai domiciliari notturni, al rientro obbligatorio alla sera o a non poter più incontrare amici o persone pregiudicate (e di questi tempi non siamo pochi ) o di non partecipare con il proprio pensiero a iniziative di piazza. Tutto questo perché anarchiche.

 

Ma il pensiero è come l’oceano, lo puoi bloccare, non lo puoi limitare!

A fianco , solidali e uniti come sempre

facciamo sì che questi ulteriori attacchi polizieschi contro la libertà delle persone

non avvengano

 

STUFI E ARRABBIATI