Occupy America!

MERCOLEDI’ 30 NOVEMBRE 2011 dalle 18
Presentazione e proiezione di filmati sul movimento Occupaty wall street e Occupy Oackland

New York, 17 settembre, the revolution begins…
Da metà settembre il volto di molte città statunitensi è parzialmente cambiato.
I grandi centri urbani e o piccoli abitati dell’”America profonda” sono attraversati da un movimento che cerca di reagire attivamente alle conseguenze sociali della crisi e mettere in discussione l’attuale sistema sociale.
Assemblee aperte e permanenti nel centro cittadino permettono alle persone di discutere, organizzarsi, condividere un pasto caldo, attingere un libro da una improvvisata biblioteca ambulante.
La risposta del blocco di potere nord-americano è stata fino ad ora più orientata a reprimere questo movimento che a recuperarlo, ma proprio la violenza poliziesca ha allargato il consenso nei confronti della mobilitazione e ne ha arricchito le pratiche, facendogli fare un “salto di qualità”.
In seguito allo sgombero violento della piazza ad Oakland in California, un manifestante veterano della guerra in Iraq viene ferito quasi mortalmente.
La risposta è stata la decisione unanime dell’assemblea di proporre uno sciopero generale che bloccasse la città e il quarto porto degli Stati Uniti, sanzionando le aziende intenzionate a prendere provvedimenti disciplinari contro gli scioperanti.
Così è stato e il 2 novembre grazie anche all’appoggio di alcuni sindacali locali, la città è stata bloccata, attraversata da una festante marea umana che ha occupato anche i varchi del porto.
È interessante notare che non ha sconvolto nessuno il fatto che una parte del movimento si organizzasse per sanzionare in maniera “più robusta” alcune banche lungo il percorso.

Together we are unstoppable!
Da un corteo pacifico e dall’occupazione con le tende di una piazza, le forme di lotta si sono ampliate, anche perché la repressione coordinata a livello statale ha cercato di stroncare nuovamente questa esperienza, che non sembra comunque volere arroccarsi solo nella pratica dell’accampamento e in discussioni permanenti su cosa e come trasformare l’esistente.
Alcuni esempi: resistenza agli sgomberi degli inquilini morosi, difesa della scuola pubblica nei quartieri popolari, ri-appropriazione di spazi in ambito urbano, boicottaggio del consumo natalizio, guerriglia gardening, iniziative di sostegno alle lotte dei migranti e dei lavoratori…
Nel mese di dicembre sono previsti uno sciopero di tutti i lavoratori del porto della costa ovest, una giornata “nazionale” di lotta contro gli sfratti, una mobilitazione contro gli acquisti natalizi e molto altro.

Seize the time!
Per questo ci sembra importante cercare di capire meglio cosa sta succedendo negli USA, partendo proprio dal punto di vista di coloro che stanno facendo crescere questa esperienza, dando spazio ai documenti che il movimento stesso ha prodotto, e introducendo il contesto in cui si sono sviluppati.

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