LIBIA 2011 di Paolo Sensini

VENERDI’ 17 FEBBRAIO ORE 18

Presentazione del libro LIBIA 2011 di Paolo Sensini e dibattito con l’autore, con supporto di un documentario video.

Nel marzo 2011 un’internazionale “coalizione di volenterosi”, trainata da Francia ed Inghilterra, attacca unilateralmente la Libia di Gheddafi, che nell’arco di poche settimane passa dall’essere presentato come un affidabile partner dell’occidente, ad essere definito “dittatore pazzo e sanguinario”.
In quei giorni, di poco successivi ai moti popolari della “primavera araba” in Egitto, Tunisia e Bahrein, sia i  mass-media occidentali, sia i network arabi Al Jazeera ed Al Arabica, ci raccontavano che un’insurrezione di tutto il popolo libico, guidata da “giovani rivoluzionari di Bengasi” veniva repressa nel sangue da Gheddafi che, bombardando la sua stessa gente, stava causando decine di migliaia di vittime. E che non era quindi procrastinabile “l’intervento umanitario” a sostegno dei civili libici.
Le testimonianze emerse nei mesi successivi ci dicono invece che non era proprio così.
I “giovani rivoluzionari” erano gruppi di combattenti islamisti guidati da ex ministri del governo e da Al Qaeda, ed armati da mesi dai servizi segreti occidentali, che hanno trovato enormi difficoltà nel prendere il controllo del paese e nell’abbattere un governo che godeva dell’appoggio incondizionato della stragrande maggioranza della popolazione.
Anche i fatti più sbandierati da televisioni e giornali a sostegno della richiesta d’intervento straniero in appoggio ai “ribelli”, ovvero i bombardamenti delle città e dei civili libici da parte delle truppe lealiste o la presenza di fosse comuni (ormai un classico della propaganda imperialista), si sono dimostrati un falso clamoroso, come altre atrocità successivamente attribuite all’esercito ed a Gheddafi.
Quello che invece nessuno ci ha raccontato è stata la strage di civili colpiti dall’uso indiscriminato dei bombardamenti aerei da parte della NATO, e il livello di distruzione da essi causato, che ha riportato indietro di centinaia di anni quello che veniva riconosciuto come il paese africano con il più alto livello di benessere , servizi ed infrastrutture e che ora, dopo che gli è stata portata la democrazia, è piombato nel caos e nella miseria.
Questo battage mediatico finalizzato a far accettare questa guerra all’opinione pubblica occidentale ricalca abbastanza da vicino quanto accaduto in occasione delle guerre imperialiste che hanno colpito Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, ma nonostante si tratti di uno schema trito e ritrito non è bastato a sollevare dalla sinistra italiana tout-court, quel velo di omertoso silenzio che ha di fatto reso digeribile ai proletari italiani l’aggressione ingiustificata ad un popolo intero. Nessuna opposizione alla guerra, nessuno sciopero “no war”, nessuna bandiera arcobaleno alle finestre. Ancora una volta partiti e sindacati ci hanno lasciato soli, utilizzando addirittura strumentalmente l’aggressione militare alla Libia, in chiave anti-Berlusconi, come se la vita di decine di migliaia di persone pesasse meno del “bunga-bunga” e dei loro sporchi giochi di potere.
Anche tenuto conto del fatto che la grande industria mediatica della menzogna di guerra (con l’aiuto delle sue quinte colonne in loco) sta riproponendo lo stesso giochino in Siria ed Iran, riteniamo fondamentale comprenderlo appieno per decostruire le bugie propinateci e riappropriarci degli strumenti dell’inchiesta e della ricerca delle verità, con l’obiettivo di ricominciare ad opporre alla guerra imperialista in tutto il mondo l’opposizione di classe in casa nostra.
Ne parliamo con Paolo Sensini, autore del libro LIBIA 2011 e presente dai primi giorni di bombardamenti nella Jamahiriya sotto attacco insieme alla Fact finding commission on the currents events in Lybia .

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