riceviamo e diffondiamo il materiale prodotto dal CSA Pinelli per lanciare il corteo del 25 Aprile in Valbisagno!
Il 25 aprile è ogni volta che vediamo una svastica su un muro e la cancelliamo, il 25 aprile è ogni volta che lottiamo per liberarci da un silos o da un centro commerciale che non ci serve o per salvaguardare un ponte che serve, ogni volta che liberiamo una terra, uno spazio abbandonato o una casa sfitta. Il 25 aprile è ogni volta che qualcuno scappa da un carcere o da un centro di identificazione ed espulsione (C.I.E.).
Ha ancora senso essere antifascisti?
Sì, finché ci saranno fascisti avremo un buon motivo per essere antifascisti!
Se oggi possiamo dire che il fascismo non rappresenta più un pericolo istituzionale, non possiamo fare a meno di constatare come, in alcune città, sia un pericolo sociale e politico: continuano gli accoltellamenti e le aggressioni ai danni di compagni, di migranti e di tutti quelli che, a parer loro, rappresentano la diversità.
Vengono approvate ogni giorno, leggi vergognose che tagliano i servizi, limitano gli spazi e le libertà personali, sempre solo a discapito delle classi meno abbienti.
Il fatto che nella nostra città questi topi di fogna siano pochi non ci da la scusa per dormire sugli allori: anche se ce ne fosse solo uno, sarebbe già troppo. E’ meglio prevenire che curare!
Il Pinelli porta avanti la sua lotta contro il fascismo, il capitalismo e l’emarginazione ogni giorno, in quartiere e non solo, facendo della cultura e della lotta elementi fondamentali per una sensibilizzazione delle persone partendo dal basso e per eliminare spazi di possibile agibilità ai razzisti.
E’ attiva la palestra popolare di boxe, un momento di aggregazione sportiva, all’insegna dello sport inteso come un DIRITTO allo sviluppo della persona, GRATUITO. Un’ altra attività svolta riguarda un gruppo di giovani del quartiere (medie-superiori) che frequenta il Pinelli, stiamo cercando aiutati dai ragazzi del PENTOLINO, di realizzare progetti volti alla sensibilizzazione di questo gruppo di giovanissimi rispetto a tematiche a noi vicine, aiutandoli ad “auto organizzare” ciò che più gli interessa e piace fare.
Da alcuni mesi funziona l’ orto urbano che, con la collaborazione di abitanti giovani e anziani del quartiere, intende riappropropriarsi di uno spazio verde, sovrastante il centro sociale, ad oggi lasciato all’incuria.
Lavorando insieme e godendo del frutto del lavoro comune, pensiamo di poter trasmettere al quartiere voglia di riappropriazione, volta soprattutto all’autosostentamento ed alla coscienza riguardo il cibo che attraversa le nostre tavole.
A maggio (18- 19) organizzeremo il MEDITERRANEO ANTIRAZZISTA, un torneo di calcio, organizzato in collaborazione con compagni di Palermo, Roma e Napoli. L’obiettivo è quello attraverso lo sport inteso come momento di divertimento e aggregazione far “vivere” e riappropriarsi di valori come l’antirazzismo, quartieri periferici spesso abbandonati a se stessi e poco solidali al proprio interno.
Ci saranno squadre genovesi composte da bambini e adulti di tutte le nazionalità e formazioni in trasferta, che arriveranno da tutta Italia e anche dall’estero.
Purtroppo, nei periodi di crisi, la memoria è breve e far breccia nelle menti più influenzabili non è così difficile. Sottovalutare il nemico o non riconoscerlo può rivelarsi molto più semplice di quanto si creda.
E’ in atto una vera e propria operazione di revisionismo storico che, in maniera subdola, mira a rappresentare il fascismo come un movimento che è partito da buone idee di tipo sociale, per poi cadere nella trappola del nazismo e della guerra. In realtà quelle che vengono spacciate come grandi conquiste fasciste, l’INPS ad esempio, derivano da realtà precedenti semplicemente statalizzate e trasformate nei colossi inconcludenti che tutti noi conosciamo. E questo vale per tutto, bonifica dell’agro pontino compreso.
Siamo stanchi di chi si commuove il 25 aprile durante i cortei istituzionali e poi non muove un dito contro l’apertura di sedi fasciste, autorizza cortei razzisti e prende le distanze da azioni di antifascismo militante, arrivando addirittura a condannare l’esecuzione di Mussolini del 28 aprile 1945.
Forse questa gente, che si dice di sinistra, farebbe bene a ricordare che i partigiani non usavano la disobbedienza civile, bensì i fucili. E meno male!
Per legge i fascisti non potrebbero dare vita a organizzazioni che superino i cinque iscritti, avere sedi, organizzare cortei, esporre o inneggiare a simboli del ventennio o che si rifanno a tale ideologia.
Il fatto che queste leggi le abbiano fatte due democristiani come Scelba e Mancino ci rende chiaro come l’antifascismo sia (o dovrebbe essere) un valore di tutti, un paletto, un presupposto imprescindibile e non “proprietà privata” di comunisti e anarchici.
Come mai, allora, sono liberi di presentarsi alle elezioni?
Noi abbiamo perso la fiducia nella giustizia borghese già prima di Piazza Fontana e allora dove non arriva la legge arrivano i compagni.
Purtroppo però, dove arrivano i compagni la legge arriva eccome, quasi sempre con il massimo della pena.
Vero è che spesso per i restanti 364 giorni all’anno l’antifascismo è una prerogativa di soli comunisti e anarchici.
Noi non abbiamo dimenticato i partigiani fucilati a 16 anni che venivano chiamati banditi, non abbiamo dimenticato i compagni accoltellati che vengono chiamati teppisti.
Con Dax, Renato, Auro, Fausto, Iaio e tutti gli altri nel cuore.
Al fianco, e non alla testa, di chi ogni giorno lotta contro il fascismo, il razzismo, il sessismo, il capitalismo, l’omofobia e la devastazione dei territori, del nostro tempo, delle nostre vite.
CSA PINELLLI