Contributi sull’ennesima farsa elettorale. Da genova

NoVotoAutogestioneAPPUNTAMENTI TERRITORIALI:
*Piazzale uscita metro Certosa – dalle ore 11 – VENERDI’ 22 FEBBRAIO
*Mercato di terralba (San fruttuoso) – dalle ore 10.30 – SABATO 23 FEBBRAIO

 

Non abbiamo bisogno di loro!! NON VOTIAMO!

Le ultime elezioni nel nostro paese hanno visto un altissimo tasso di astensione. A Genova, un sindaco eletto da poco più di centomila persone ne governa quasi 800mila:

culmine della farsa, o culmine della democrazia?

Le interpretazioni sociologiche si sprecano. La chiamano, con preoccupazione, antipolitica. E allo stesso tempo la Politica per arginare questo fenomeno prevedibile é corsa, negli ambiti locali, ai ripari come poteva lanciando volti nuovi e pompando la nuova illusione dell’amministrazione più attenta e vicina ai cittadini, puntando sulla democrazia partecipativa per rispondere al desiderio di rinnovamento.

Ed effettivamente, se liste civiche e “grillini” erodono i voti dei partiti storici è perché le basi degli stessi sono stanche delle vecchie classi dirigenti. E questo è un dato. Un altro dato, ineludibile, è che in tutta Italia, milioni di persone, semplicemente, non sprecano più neanche quei 20 minuti per scegliere chi dovrebbe governarli nei prossimi anni.

Rifiuto? Disinteresse? Senso d’impotenza? Non lo sappiamo. Probabilmente tutti i fattori insieme. Quel che è certo è che il fenomeno non è solo “italiano”. In Grecia, in Portogalo, in Spagna, gli “aventi diritto” hanno mostrato un grande dito medio alle seduzioni della politica.

I governi dell’austerità perdono terreno, appoggio e consenso. Coloro che si presentano come i futuri gestori della crisi hanno sempre meno credibilità. Il voto però è solo un piccolo mattoncino del consenso. Se le illusioni e la fiducia nella Politica vengono meno, questo non significa ancora che essa venga rifiutata.

I potenti hanno bisogno di noi,
del mantenimento dei nostri ruoli sociali, hanno bisogno che rimaniamo al nostro posto.
noi non abbiamo bisogno di loro!

Se vogliamo reagire alla miseria che ci circonda dobbiamo precisamente uscire dai nostri ruoli, liberare il nostro tempo, attivarci laddove possiamo e non per partecipare ad un banchetto di principio concepito per pochi, ma per ribaltare quella tavola insieme a tutti coloro che ne restano esclusi.

Il rifiuto della delega (al Comune, al Parlamento, al poliziotto) consapevole, è il primo passo per affrontare direttamente i nostri problemi, cominciando dal quartiere in cui viviamo. Iniziamo a riconoscere come simile chi vive la nostra stessa condizione, diffondiamo la solidarietà, le iniziative autonome e l’autonomia nell’agire Il mondo appartiene a chi lo abita, le risorse a chi ne ha bisogno, la ricchezza sociale a chi la produce e non ai suoi proprietari.

Riprendiamoci tutto. Un augurio a chi ha cominciato.

in allegato il pamphlet distribuito in piazza

SPUNTI E RIFLESSIONI PER GENERALIZZARE L’ASTENSIONISMO

Presidio al tribunale del riesame

Giovedì 27 dicembre 2012
PRESIDIO AL TRIBUNALE DEL RIESAME
ore 9, piazza Portoria, Genova

SOSTENIAMO I COMPAGNI E LE COMPAGNE
N°POSTEPAY
4023 6005 9375 2910
intestato a Franciosi Chiara
codice fiscale FRNCHR73R44E463X

PUNIRE PER PREVENIRE

Mercoledì 12 dicembre la Digos di Genova ha notificato 11 misure restrittive, arresti domiciliari e obbligo di firma, ad 11 compagni. L’operazione è partita su ordine del Gip Marina Orsini, su richiesta del procuratore aggiunto, Vincenzo Scolastico. Da mercoledì, quindi, 3 compagni ed una compagna si trovano agli arresti domiciliari e 7 sono costretti ad andare a firmare in questura una o due volte al giorno.

I fatti contestati riguardano lo sgombero della casa occupata Giustiniani 19, avvenuto il 7 agosto 2012.  I compagni sono accusati a vario titolo di resistenza aggravata. Dall’ordinanza si può però ben capire come le misure non siano soltanto un provvedimento legato al 7 Agosto, ma piuttosto determinato dalla volontà di punire più in generale la loro partecipazione alle lotte contro l’alta velocità e il Terzo Valico, alle occupazioni, alla lotta contro la militarizzazione del territorio ed il razzismo sempre più diffuso, alla solidarietà con i lavoratori. Quello che si vuole colpire quindi non è il singolo episodio ma la “condotta” politica di ciascuno di loro, riconducendo il tutto ad un problema di ordine pubblico.

Il 27 dicembre si riunisce il tribunale del riesame per decidere se confermare o meno la misura degli arresti ai 4 compagni.

L’applicazione di misure di restrizione della libertà, sia esse domiciliari che firme usate come DASPO politico, hanno lo scopo di colpire i compagni, allontanandoli dai contesti di lotta, nel tentativo di eliminare ed isolare gli elementi “più pericolosi”. Il messaggio contenuto in questa operazione è che in tempi di crisi la contestazione non è ammessa, bisogna solo obbedire a testa bassa.

Ma Genova non è un’eccezione, il modus operandi repressivo genovese lo troviamo in molte città. Gli ultimi esempi sono avvenuti a Torino e a Milano. Il 17 dicembre la procura di Torino ha emesso nei confronti di diversi compagni e compagne due arresti domiciliari, una decina tra obblighi di dimora e di firma e diverse denunce, per i fatti avvenuti durante la giornata di lotta del 1 maggio 2012. E nello stesso giorno a Milano, la Digos ha eseguito diverse perquisizioni in casa di studenti per il corteo avvenuto il 14 novembre in quella città.

Per non parlare della maxioperazione contro i fatti avvenuti a Roma il 15 Ottobre del 2011, che ha portato agli arresti domiciliari fra gli altri, anche un nostro compagno, Francesco. L’accusa in questo caso è quella di devastazione e saccheggio, reato tornato, non casualmente, in auge lo scorso luglio in occasione della sentenza della Corte di Cassazione ai danni degli imputati per la rivolta contro il G8 di Genova del 2001.

Siamo di fronte alla creazione e attuazione di un armamentario repressivo, essenzialmente centrato sulla punizione e sulla prevenzione, volutamente esorbitante. Colpire le persone, i compagni che lottano è assolutamente necessario, soprattutto adesso che le libertà individuali vengono ogni giorno ristrette ed il dissenso sociale tende ad aumentare.

Punire, spaventare e allontanare sembra essere il dogma a cui risponde e che viene seguito dalla Magistratura. Fermare, anche sul nascere, ogni pratica di rottura, ogni pratica di lotta, che possa mettere in discussione l’attuale stato delle cose,  che possa contagiare altre situazioni, che possa far vedere che c’è un modo per reagire alla crisi che non sia la sua semplice accettazione.

Per questo sosteniamo che queste misure non riguardano solo 13 compagni, ma riguardano tutti. Il modo di rispondere a questi “attacchi” deve essere quindi quello di generalizzare le lotte e la solidarietà.  Perché ormai sembra essere sempre più evidente che provare ciascuno a difendere il proprio orto, non basta più. Solamente un collegamento sempre più stretto tra le diverse forme di resistenza può trasformare il loro aspetto difensivo in aspetto offensivo. Occorre combattere.

Solidarietà a Christian, Enrico, Francesco, Mattia e Sofia.

Solidarietà a tutti gli inquisiti. Solidarietà a tutti i compagni prigionieri.

compagni e compagne solidali

SOSTENIAMO I COMPAGNI E LE COMPAGNE
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SENTENZA PER UNA RIVOLTA. In ogni caso non finisce qui…

DAL 6 AL 12 LUGLIO 2012
MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE A SOSTEGNO DEGLI IMPUTATI DEL G8
mostra permanente @ Giustiniani19
volantinaggi e presidi a Genova

sabato 7 luglio 2012
genova, ore 18
IL SIGNIFICATO DELLE GIORNATE DEL LUGLIO 2001
discussione pubblica @ Giustiniani19
e proiezione del video
DETOUR, LA CANAGLIA A GENOVA
ovvero come accadde che a Genova, venerdì 20 luglio 2001,
un’imprevedibile deriva abbia trasformato una farsa annunciata
in sommossa reale

martedi’ 10 luglio 2012
genova, ore 18
IL PROCESSO DEL G8 PER SACCHEGGIO E DEVASTAZIONE
con un esponente del Supporto Legale @ Giustiniani 19

venerdi’ 13 luglio 2012
roma
PRESIDIO SOTTO LA CORTE DELLA CASSAZIONE DI ROMA
Appello

 

20 luglio 2001, genova – 13 luglio 2012, roma

Il 13 luglio, a undici anni esatti di distanza, lo Stato, tramite la Corte di Cassazione, darà il verdetto finale sugli scontri che scossero le strade di Genova nel luglio 2001. Per dieci persone viene chiesta la conferma di pene dai dieci ai quindici anni di carcere. Dieci persone chiamate a pagare il prezzo di una rivolta che fu di migliaia di persone, militanti e no, vestiti di nero e colorati, stranieri e genovesi. Dieci capri espiatori, accusati di saccheggio e devastazione.

Cosa accadde quel luglio così lontano nel tempo, ma così vicino nel suo significato?  Gli otto capi di Stato del G8 commisero l’errore di scegliere Genova, città da sempre ostile al sopruso, come sede di uno dei loro arroganti incontri. Il centro storico della città venne svuotato degli abitanti e recintato con grate di ferro invalicabili, tutti furono invitati a lasciare la città. Ma chi non cedette al ricatto, non accettò quella provocazione. La coscienza e la determinazione di alcuni incontrarono e incendiarono l’insofferenza e il disagio di tanti altri, stanchi di subire una vita ritenuta giustamente non degna. Tra di loro molti genovesi; Carlo uno di loro.

Quel giorno in molti disertarono l’appuntamento fissato dal potere e dai suoi interlocutori ufficiali nell’attacco alla zona rossa e nello scontro impari con la polizia. Si andò alla deriva, occupando il resto della città. Fu così svelata una verità semplice e profonda: il potere non è, e non si sconfigge, nel palazzo d’inverno, nelle zone rosse degli appuntamenti farsa dei fantocci messi a capo degli Stati, ma è, e si può rovesciare, ovunque, nello spazio e nel tempo delle nostre vite organizzate e controllate in ogni dettaglio. Attaccando l’alienazione e la miseria cristallizzate nelle sedi di banche e multinazionali, nelle auto di lusso, nelle merci affastellate sugli scaffali dei supermercati, nelle mura di carceri affollate di miserabili, i rivoltosi di Genova urlarono che il dominio non ha un cuore, ma che è freddo, inanimato e diffuso come un cancro. Quando la storia dei cinquecento black bloc calati da Marte non convinceva più nessuno, hanno dovuto chiamarli teppisti e provocatori, questi “barbari” responsabili di atti così inconsulti per i benpensanti ma rivelatori per molti altri. “Teppa”, termine che significativamente rievoca i banditen della Resistenza e i teddy boys del giugno ‘60, ovvero criminali per chi deteneva il potere in quel momento, persone di cuore per tutti gli altri. Sicuramente eravamo e siamo disagiati; perché, si può essere umani e contemporaneamente a proprio agio in questo mondo?

Perché pene così dure? Perché allora, in tempi di relativa “pace sociale”, non si poteva tollerare una città dell’Occidente liberata dal cancro capitalista neanche per poche ore. Sarebbe stato un esempio minaccioso per il futuro, e tale si è rivelato, nonostante la paura instillata a partire da quel giorno con i manganelli in strada e negli anni successivi con la propaganda e la mistificazione. Che le banche siano organizzazioni criminali, che il lusso sia un affronto insopportabile, che il “progresso” per il quale viene richiesto il sacrificio costante della nostra vita è una truffa, che il saccheggio e la devastazione sono quelli che vengono perpetrati ai danni dei territori ovunque, oggi cominciano a pensarlo in tanti, e in tanti hanno cominciato ad agire ed autorganizzarsi, dalla Grecia alla Valsusa. Se quella rivolta allora incompresa e calunniata acquisisce un senso alla luce di quanto accade ora, e se i giudici dimostrano di averlo ben presente con le loro pene esemplari, appare evidente la necessità di non lasciare soli quei dieci di noi che oggi sono chiamati a pagare per tutti. Non è un caso che negli stessi giorni, con una fretta sorprendente, cominci il processo al movimento NOTAV. Un filo rosso unisce coloro che sono chiamati nei tribunali di Stato per fatti apparentemente così lontani, nelle pene che ricadranno a cascata su tutti ma anche nel senso e nella forza delle lotte che continueranno e che mai nessun tribunale potrà sconfiggere.

Carlo quel giorno ha lasciato sul selciato la sua giovane vita e la sua voglia di libertà, ma molti altri come lui sono nati a sé stessi in quelle ore, perché è solo nell’ora della rivolta che non ci si sente più soli nella città, e mai Genova è stata così bella per noi. L’unica giustizia per quella vita spezzata, e l’unica possibilità di riscatto per le nostre umiliate, è che quel fuoco bruci e dilaghi sempre più per le strade del mondo.

CASA OCCUPATA GIUSTINIANI 19

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Cena in piazza

autofinanziamento per la
cassa solidale ligure
a sostegno dei compagni e delle compagne colpiti dalla repressione di Stato

sottoscrizione 10 euro

per festeggiare in quartiere la ricchezza della condivisione,
per rilanciare rapporti solidali
e di mutuo appoggio fra chi
è stanco di accontentarsi
delle briciole elemosinate
dal banchetto dei potenti!

PIAZZA VALORIA (non piazza dei giustiniani)

DOMENICA 8 LUGLIO 2012 ORE 19.30

prenotarsi entro il giorno prima presso la Casa Occupata Giustiniani 19, il Centro di Documentazione Il Grimaldello o alla mail grimaldelloge[at]libero.it

Street not for sale – due giorni di musica e graffiti contro casapound

SABATO 9 E DOMENICA 10 GIUGNO 2012 dalle ore 15 in poi

Da una parte sola della barricata . . .

Anche quest’anno, per la seconda volta, Casa Pound prova a organizzare la cosiddetta “International Street Convention” nella sede di Area 19 a Roma , riproponendo l’abituale e triste plagio di culture che niente hanno a che fare con le ideologie fasciste.

Anche quest’anno, la nostra risposta non si farà attendere. Dopo le iniziative nel 2011 di “Reclaim the Streets”, in cui abbiamo ribadito la nostra posizione in varie città italiane, quest’anno ci dirigiamo a Genova, per riappropriarci di spazi in cui esprimere le fondamenta della filosofia street.

La street art è un codice comunicativo che nasce dal disagio sociale di ambienti metropolitani multietnici, dall’emarginazione delle periferie,dalla frenesia post moderna, e si corrobora nel dissenso. Si è diffusa nei decenni attraverso pratiche artistiche illegali,  sviluppandosi speditamente per esplodere e rivelarsi presto in tutti i continenti, entrare nei circuiti più svariati e affermarsi come conquista dei centri urbani e sfida alle autorità precostituite. Si capisce dunque, partendo proprio dalle sue origini, come lo spirito street non abbia nulla a che vedere con le intolleranze e i razzismi, intrecciandosi perfettamente con i diversi tessuti urbani, esprimendosi semmai come forma più o meno conscia di sovversione.

Tutti questi concetti non possono essere affiancati a personaggi come quelli di Casapound, autori di raid ai danni di extracomunitari e omosessuali,  promotori di iniziative come le “taglie sui writers” o le “squadre antigraffiti”. Sfruttando immagini e icone come Che Guevara, Rino Gaetano, Peppino Impastato, vantandosi di essere ribelli e al contempo stringendo sodalizi con amministrazioni e partiti in cambio di favori e finanziamenti, cercano di mostrarsi aperti e moderni davanti all’opinione pubblica, ma le loro contraddizioni nascondono evidentemente solo subdoli tentativi di proselitismo e manie di potere. Smascherando la loro provocazione si palesa solo vacuità.

Come il loro precedente evento, che non ha contato più di una decina di partecipanti, anche questo è destinato a rivelarsi un buco nell’acqua. Per noi invece vuole diventare un’occasione per fare chiarezza, un occasione di festa ma anche di dibattito e sperimentazione. Quello che faremo sabato 9 e domenica 10 giugno 2012 sarà quello che abbiamo sempre fatto: riprenderci le strade, in questo caso i muri della Casa Occupata Giustiniani 19, per riempirli dei contenuti che danno vita ad un movimento ingovernabile!

DOVE C’E’ LIBERTA’ D’ ESPRESSIONE NON C’E’ SPAZIO PER I FASCISTI !

VOLKSWRITERZ, GIUSTINIANI 19

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il nostro candidato…

Il nostro candidato non ha trovato posto in nessuna lista…
...ma Chiunque può contribuire a realizzare le modeste aspirazioni contenute nel suo programma minimo:

– SMANTELLAMENTO DEL SISTEMA ECONOMICO-FINANZIARIO CAPITALISTA NELLA SUA INTEREZZA ATTRAVERSO L’ABOLIZIONE DELLA PROPRIETA’ PRIVATA  E DI OGNI RAPPORTO DI PRIVILEGIO E SUBORDINAZIONE DA ESSA GENERATO, PRIMO FRA TUTTI IL LAVORO SALARIATO

– SOPPRESSIONE DI TUTTI GLI APPARATI DELLO STATO, DELLE FORZE DELL’ORDINE, DEI CORPI ARMATI PREPOSTI A SUA DIFESA E DEI SUOI IMMAGINARI CONFINI:  SENZA ESERCITI NON CI SONO GUERRE, SENZA FRONTIERE NESSUNO E’ CLANDESTINO;

– LIBERAZIONE DI TUTTA LA POPOLAZIONE DETENUTA E DEMOLIZIONE MATERIALE E DEFINITIVA DI OGNI STRUTTURA DI PRIGIONIA (carceri, centri di detenzione per clandestini, ospedali psichiatrici).

– DISSOLUZIONE DELL’AUTORITA’ DEMOCRATICA E SUA SOSTITUZIONE CON LA DIFFUSIONE CAPILLARE DI ASSEMBLEE DI AUTOGESTIONE;

– EMANCIPAZIONE DELL’UOMO DA OGNI TIPO DI ORGANIZZAZIONE, STRUTTURA E AUTORITA’ RELIGIOSA;

– SODDISFAZIONE DEI BISOGNI ATTRAVERSO LA COLLETTIVIZZAZIONE DI STRUMENTI E RISORSE, LA LIBERA ASSOCIAZIONE TRA INDIVIDUI E LO SVILUPPO DI ATTIVITA’ PRODUTTIVE IN COMPLETA SIMBIOSI CON GLI EQUILIBRI DEL PIANETA.

NON  VOTARE
PER L’AUTONOMIA, LA LIBERTA’, LA RIVOLUZIONE SOCIALE

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Coraggio Primo Maggio!

Il primo maggio del 1886 esplode a Chicago lo sciopero convocato dalle prime associazioni operaie, in lotta per la giornata lavorativa di otto ore. Migliaia di lavoratori partecipano a grandi manifestazioni a cui lo Stato risponde con la polizia, assassinando 9 persone.

Due giorni dopo, nuove manifestazioni di protesta in cui si verificano scontri con le guardie private dei padroni (Pinkerton), mercenari maestri nel rompere i picchetti degli operai. Quando arriva la polizia è una nuova carneficina, il fuoco lascia sul selciato altri 6 morti. Nella stessa giornata la polizia interviene per interrompere un comizio anarchico, dove avevano già parlato Spies, Parsons e Fielden in una situazione di tensione ed emozione palpabile. Dalla massa di lavoratori presenti al comizio viene lanciata una bomba contro la polizia che provoca un morto e vari feriti. Si scatena la repressione: arresti e molti altri morti.

Tra gli arrestati ci sono socialisti, comunisti, sindacalisti, anarchici, tra cui Albet Parsons, August Spies, Michael Schwabb, George Engel, Adolph Fischer, Louis Lingg, Samuel Fielden e Oscar Neebe che il 28 di Agosto del 1886 vengono condannati per l’attentato: Neebe a 15 anni di prigione, Schwabb e Fielden ai lavori forzati, per tutti gli altri la sentenza è di morte. Ling si suiciderà in prigione mentre l’11 novembre verranno impiccati Spies, Fischer, Engel e Parsons.

Da allora i cosiddetti “martiri di Chicago” appartengono alla memoria storica di coloro che non hanno mai smesso di combattere contro la schiavitù. Da allora e per decenni a venire, quelle nere giornate di maggio sono state vissute dalla classe operaia come giornate di lotta allo sfruttamento, all’oppressione, all’oblio.

Oggi, e ormai da tempo, l’oblio è invece caduto su quei fatti e sul loro significato. L’oblio è caduto su tutta una tradizione e un tramandarsi di lotte, di battaglie, di dolori e sangue, di gioie e speranze.

Grazie ai sindacati di regime il Primo Maggio è stato svuotato del suo valore, grazie allo Stato è diventato una festa, grazie a certa sinistra una giornata in cui glorificare il lavoro salariato.

Sta a chi invece nutre ancora quella speranza, a chi ancora porta con sé quella memoria, ripercorrere e rinnovare quel filo rosso che attraversa le generazioni portando con sé l’idea di un mondo senza classi e senza Stati, portando con sé un sogno di libertà.

Noi siamo ancora qui, non pacificati e non rassegnati ad un Capitale che domina in modo ormai totalizzante ogni aspetto delle nostre esistenze e che oggi torna ad attaccarci con nuova e vigorosa forza.

Noi siamo ancora qui perché esistono ancora gli sfruttati e gli sfruttatori, perché esistono ancora le guerre, perché ancora uomini e donne vengono chiusi a chiave in una cella, perché la Legge, il bastone e quando serve il piombo colpiscono chi si ribella, perché ancora qualcuno decide sulle vite di tutti e su di esse fonda il proprio privilegio.

Noi siamo ancora qui al fianco di chi si organizza, di chi resiste, di chi alza la testa e combatte.

Per questo la memoria non si cancella, per questo il sogno non muore, per questo la guerra sociale continua.

Un giorno la classe dominante riceverà, da mano anonima e tremenda, il conto da pagare.

 

“Addio, arriverà il tempo in cui il nostro silenzio sarà più forte delle nostre voci, che oggi soffocate con la morte”. August Spies di fronte ai suoi assassini

ANTIFASCISTI IN TUTTE LE CITTA’

CI CHIAMAVANO BANDITI, CI CHIAMANO TEPPISTI
IERI PARTIGIANI OGGI ANTIFASCISTI

venerdì 24 febbraio 2012 dalle h 18 @ casa occupata giustiniani 19 / Genova

come si muovono oggi i fascisti nelle nostre città, come si infiltrano nel tessuto sociale, chi li finanzia e chi li protegge, che rapporto hanno con i partiti.
come si possono migliorare le forme di lotta.

PROIEZIONE DI CHASSEURS DE SKINS
film documentario, 2008, Parigi, 80 minuti.
“Il nostro obiettivo era ripulire la capitale dagli skin nazisti e alla fine direi che possiamo ritenerci soddisfatti del risultato”.

ESPOSIZIONE DELLE SITUAZIONI LIGURI
con la testimonianza dei compagni di Savona e La spezia.

a seguire buffet e serata musicale di autofinanziamento.

sabato 3 marzo  PRESIDIO ITINERANTE dalle 17 @ p.za del brandale / Savona

ANTIAUTORITARI SEMPRE

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CANTU E CUNTU

SABATO 18 FEBBRAIO ORE 18

“CANTU E CUNTU” è uno Spettacolo realizzato con le tecniche dei Cantastorie, figura tradizionale della Cultura Popolare, che si spostava nelle Piazze e raccontava con il Canto una Storia o una Leggenda che spesso era attualizzata.
Lo Spettacolo è un Viaggio attraverso la Musica e i Racconti che accompagnavano l’uomo in un contesto rurale che ormai stà scomparendo…
Un Viaggio in quel tempo in cui… la Musica cullava l’uomo-bimbo con le melodie delle ninnenanne, rendeva magiche le Fiabe che gli venivano raccontate e usciva in strada insieme agli stessi bambini rallegrando i loro giochi attraverso le filastrocche… “gallinella zoppa zoppa quante penne tieni ‘n coppa, e ne tieni ventiquattro…uno, due, tre e quattro”.
Ancora… la Musica era il mezzo per esprimere le pene del cuore e le fatiche dei campi, la rabbia e le oppressioni dei Popoli.
Il Cantastorie, allora, Cantava e Cuntava girando di Piazza in Piazza, come fa ancora oggi…per non perdere la Memoria !

Biagio Accardi… “Servo Vostro e con Devozione saluta stà bella Popolazione (per il momento)”!

Note Informative: Biagio Accardi da anni è impegnato nel recupero delle Tradizioni etno-musicali, studiando e sperimentando, nel tempo, mezzi e modi sempre nuovi per arricchire il proprio lavoro.
Nello Spettacolo Cantu e Cuntu oltre alla Voce e alla Chitarra, fanno da cornice il Tamburo e la Lira Calabrese. L’uso della Maschera in alcune parti dello Spettacolo, rimanda chiaramente alla Commedia dell’Arte.

Video PROMO (Cantastorie/Cantu e Cuntu): http://www.youtube.com/watch?v=5YpIZTAA0IQ

La MUSICA e gli SPETTACOLI di Biagio Accardi (sul myspace): http://www.myspace.com/biagioaccardi

“Nagrù”, Gruppo Tradizionale Calabrese.
“Fuocu”, Gruppo di Musica Etno-Mediterranea.
Spettacolo di “Cantastorie”, Cantu e Cuntu e…

INFO: 368404835 | bottegadelfuoco[at]virgilio.it

INDYMEDIA MAYDAY

Non spegnere la voce della contro informazione!

LUNEDI’ 30 GENNAIO 2012
Autofinanziamento per pagare le ultime bollette internet del Media Center occupato di via delle Fontane 15. Cercasi smanettoni informatici per ricreare il nodo ligure dello storico progetto internazionale di informazione indipendente. Info: liguria.indymedia[at]gmail.com

ORE 18  – proiezione di “69”
La resistenza allo sgombero dello squat danese Ungdomshuset (Casa della Gioventù). Nikolaj Viborg, 60′, 2008
Tradotto e sottotitolato da liguria independent media center occupato, 2010. Guarda il trailer

A SEGUIRE buffet e serata musicale benefit

ORE 21 –  Gran torneo di briscola a squadre!
Iscriversi entro domenica presso lo spazio sociale dei giustiniani o su giustiniani19[at]canaglie.org

RACCONTI DI RESISTENZA NELLA PRIGIONE A CIELO APERTO

VENERDI’ 27 GENNAIO 2012

ORE 18 | RACCONTI DI RESISTENZA NELLA PRIGIONE A CIELO APERTO
incontro con la delegazione palestinese che ha seguito Music for Peace  nella consegna degli aiuti alle famiglie della Striscia di Gaza

A SEGUIRE | BUFFET E SERATA MUSICALE
autofinanziamento per i lavori di ristrutturazione della casa occupata
bar popolare con birre e amari autoprodotti

ORE 22 | NO CHAPPI? BOURGEOIS!
stavolta per davvero in concerto

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Tributo a Johnny Cash

“San Quentin possa tu morire e bruciare all’inferno. Possano i tuoi muri crollare e possa io vivere per raccontarlo. E possa il mondo addolorarsi del male che hai causato. San Quentin,odio ogni centimetro di te.” J. Cash – San Quentin

VENERDI’  20 GENNAIO 2012
@ casa occupata Giustiniani19

H 21:00  Proiezione del DVD “Johnny Cash live at San Quentin”

Il concerto mozzafiato di Johnny Cash nella prigione di San Quentin nel 1969.
Il pubblico si gode il live dell’ “uomo in nero” nello spazio comune del carcere, si commuove, si sbellica dalle risate. Non gli è difficile identificarsi nei testi che raccontano storie  di prigionia, passioni, droga, amori, scazzottate, della continua ricerca di una libertà negata.

H 22:00    Soulful Bogey LIVE!!

Tornato fresco fresco da New York il cantautore genovese ci propone il suo repertorio di cover e pezzi originali che ha già allietato il pubblico della grande mela.

maggiori info: giustiniani19[at]canaglie.org

9 DICEMBRE 2011 : Una rivolta è scoppiata nel carcere di Montacuto ad Ancona ed ha coinvolto una ventina di detenuti che hanno incendiato ad alcune celle. La protesta era iniziata nella notte,quando i carcerati avevano dato fuoco a delle lenzuale ed è proseguita per tutto i giorno. I detenuti si sono barricati nelle celle con delle lamette,uno di loro si è cucito la bocca con ago e filo. Cinque-sei le celle distrutte dal fuoco.
11 DICEMBRE 2011: E’ stato un sabato sera di tensione nel carcere di Parma dove intorno alle 20:30  i detenuti hanno dato via a una rivolta gettando nei corridoi bombolette di gas,scope,bastoni e generi alimentari. Poi hanno dato fuoco alle lenzuola,creando una grossa nuvola di fumo e causando l’intossicazione dell’agente di polizia penitenziaria in servizio.