RACCONTI DI RESISTENZA NELLA PRIGIONE A CIELO APERTO

VENERDI’ 27 GENNAIO 2012

ORE 18 | RACCONTI DI RESISTENZA NELLA PRIGIONE A CIELO APERTO
incontro con la delegazione palestinese che ha seguito Music for Peace  nella consegna degli aiuti alle famiglie della Striscia di Gaza

A SEGUIRE | BUFFET E SERATA MUSICALE
autofinanziamento per i lavori di ristrutturazione della casa occupata
bar popolare con birre e amari autoprodotti

ORE 22 | NO CHAPPI? BOURGEOIS!
stavolta per davvero in concerto

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Tributo a Johnny Cash

“San Quentin possa tu morire e bruciare all’inferno. Possano i tuoi muri crollare e possa io vivere per raccontarlo. E possa il mondo addolorarsi del male che hai causato. San Quentin,odio ogni centimetro di te.” J. Cash – San Quentin

VENERDI’  20 GENNAIO 2012
@ casa occupata Giustiniani19

H 21:00  Proiezione del DVD “Johnny Cash live at San Quentin”

Il concerto mozzafiato di Johnny Cash nella prigione di San Quentin nel 1969.
Il pubblico si gode il live dell’ “uomo in nero” nello spazio comune del carcere, si commuove, si sbellica dalle risate. Non gli è difficile identificarsi nei testi che raccontano storie  di prigionia, passioni, droga, amori, scazzottate, della continua ricerca di una libertà negata.

H 22:00    Soulful Bogey LIVE!!

Tornato fresco fresco da New York il cantautore genovese ci propone il suo repertorio di cover e pezzi originali che ha già allietato il pubblico della grande mela.

maggiori info: giustiniani19[at]canaglie.org

9 DICEMBRE 2011 : Una rivolta è scoppiata nel carcere di Montacuto ad Ancona ed ha coinvolto una ventina di detenuti che hanno incendiato ad alcune celle. La protesta era iniziata nella notte,quando i carcerati avevano dato fuoco a delle lenzuale ed è proseguita per tutto i giorno. I detenuti si sono barricati nelle celle con delle lamette,uno di loro si è cucito la bocca con ago e filo. Cinque-sei le celle distrutte dal fuoco.
11 DICEMBRE 2011: E’ stato un sabato sera di tensione nel carcere di Parma dove intorno alle 20:30  i detenuti hanno dato via a una rivolta gettando nei corridoi bombolette di gas,scope,bastoni e generi alimentari. Poi hanno dato fuoco alle lenzuola,creando una grossa nuvola di fumo e causando l’intossicazione dell’agente di polizia penitenziaria in servizio.

Proiezione sulle lotte all’Esselunga e serata benefit

venerdi 13 gennaio
ore 18
@ casa occupata giustiniani 19

proiezione del video
MAI PIU’ SFRUTTATI

maggiori info

a seguire
SERATA DI AUTOFINANZIAMENTO
per sostenere la cassa di resistenza dei lavoratori delle cooperative di logistica

Da mesi i lavoratori della cooperativa Safra, appaltata presso i magazzini dell’Esselunga di Pioltello (MI) sono scesi in lotta, con scioperi improvvisi, picchettaggi e un presidio permanente davanti ai cancelli, contro le condizioni di sfruttamento che da decenni vigono all’interno del posto di lavoro.
I capi delle cooperative e la stessa Esselunga non hanno potuto rispondere che con 22 licenziamenti politici e il ricorso a vere e proprie pratiche squadristiche per piegare la lotta e dividere i lavoratori.
Di fronte a queste manovre la Cassa di Resistenza per il sostegno della lotta diventa un’importante arma in mano ai lavoratori, per rispondere ai licenziamenti e porre le basi per allargare e approfondire la lotta.
Ormai da tempo seguiamo e sosteniamo le lotte dei lavoratori della logistica organizzati dal Si.Cobas e anche per la lotta all’Esselunga di Pioltello, la solidarietà che vogliamo dare a questi lavoratori passa anche attraverso il sostegno alla Cassa di Resistenza.

Lanterna Rossa
Per contatti, info, sottoscrizioni
www.lanternarossage.splider.com
lanternarossage[at]gmail.com
Facebook: Lanterna Rossa

Non si può fermare il vento!

Inizia il nuovo anno alla casa occupata giustiniani 19, con tante iniziative, con  gioia, condivisione e auto-organizzazione. Abbiamo scoperto di non essere soli, di essere una comunità, adesso sappiamo che se rimaniamo uniti mai nessuno sgombero ci fermarà! Avanti tutta.

VENERDI’ 6  GEN
ORE 18 _ alla Maddalena: la favola del 3 luglio in Val di Susa, chitarra e voce di Angelo Maddalena
A SEGUIRE
serata musicale di autofinanziamento

SABATO 7  GEN
ORE 18 _ benefit per Juan: aperitivo musicale  a sostegno di un nostro compagno incasinato con la legge

LUNEDI’ 9  GEN
ORE 18 _ palestra autogestita: incontro per organizzare lo spazio e avviarne i corsi

MARTEDI’ 10  GEN
ORE 16 _ tisaneria: per chiacchierare di corpo, cura e condivisione dei saperi
ORE 21 _ l‘albero di Antonia: libero cinema dei giustiniani, per la II rassegna di film “oltre il consueto, oltre il conforme, per…”

MERCOLEDI’ 11 GEN
ORE  9 _ gran giornata di lavori forzati, per la ristrutturaziuone degli spazi dedicati ai laboratori…portatevi i guanti!

VENERDI’ 13 GEN
ORE 18 _ mai più sfruttati: video sulle lotte all‘Esselunga di Pioltello
A SEGUIRE
aperitivo di autofinanziamento per la cassa di resistenza dei lavoratori delle cooperative di logistica

TUTTI I POMERIGGI E’ APERTO LO SPAZIO SOCIALE AL PIANO TERRA

State agitati!…

LIBERO CINEMA: “OLTRE IL CONSUETO, OLTRE IL CONFORME, PER…”

Rassegna film di gennaio

<<< tutti i martedi ore 21 ingresso gratuito, bar popolare >>>

MAR 10 GEN
L’ALBERO DI ANTONIA
di Marleen Gorris. Paesi Bassi, 1995. (Durata 93 minuti circa)
Affresco di una piccola comunità rurale sull’arco di quattro generazioni, dal 1945 alla fine del secolo. Protagonista invisibile: il tempo che passa. Linea narrativa: matriarcale. Antonia che generò Danielle che generò Thérèse da cui nacque Sarah, voce narrante. In questo Heimat fiammingo gli uomini sono in seconda fila: abietti o fragili o coglioni, talora gentili. Sagace, e qua e là furbesca, mistura di patetico e grottesco, pubblico e privato, violenza e tenerezza con una marcata componente anticlericale e un pragmatico amore per la vita, contrapposto al cupo pessimismo di un vecchio che cita Nietzsche e Schopenhauer.

MAR 17 GEN
TRANSAMERICA

di Duncan Tucker. USA, 2005. (Durata 103 minuti circa)
Transessuale che vive in un quartiere povero di Los Angeles, Bree (Huffman) è costretta – per ottenere l’autorizzazione all’intervento chirurgico che la renderà femmina a tutti gli effetti – a incontrare il figlio adolescente Toby, concepito ai tempi del college quando ancora si chiamava Stanley. A malincuore, va in aereo a prelevarlo in un carcere di New York. Toby la scambia per una dama di carità e Bree, ansiosa di sbarazzarsene al più presto, gli cela la sua vera identità. Faranno il viaggio di ritorno a L.A. in auto. “Non è un film su quello che hai sotto la gonna.” (D. Tucker). Sono i modi con cui è raccontata che ne fanno una commedia notevole: ritmo, sensibilità, attenzione ai particolari, fotografia funzionale (Stephen Kazmierski, polacco), dialoghi pimpanti in un saporito cocktail di dolore e ironia, amarezza e capacità di adeguamento.

MAR 24 GEN
FIRE

di Deepa Mehta. India, Canada, 1997. (Durata 104 minuti circa)
Nella Nuova Dehli di oggi due cognate – la giovane Sita (Das) e la più matura Rahda (Azmi) – sono mogli infelici: il marito della prima, commerciante in pornovideo, ha una cinesina come amante fissa; quello della seconda si è votato alla castità. Le due donne diventano prima amiche, poi amanti. Scoppia uno scandalo. L’omosessualità femminile è ancora un tabù in India. Alla sua 3ª regia, D. Mehta, da anni emigrata in Canada, l’affronta con un film sociologicamente attendibile, di sottile finezza psicologica e di un erotismo che è, insieme, casto, coinvolgente, audace. Un filo di ironia fa da filtro al programma ideologico femminista.

MAR 31 GEN
GO FISH

di Rose Troche. USA, 1994. (Durata 85 minuti circa)
Storie, amori, amicizie, scontri, pettegolezzi in un giro di lesbiche a Chicago. Le cinque donne principali – tre bianche, una nera, una latinoamericana – sono descritte con affetto, rispetto, ironia. Dialoghi spiritosi. Scritto dalla regista esordiente con G. Turner, è un film indipendente a basso costo. Le autrici non vogliono dimostrare, ma mostrare, raccontare, raccontarsi con un fondo di irriverenza che è la loro cifra segreta, non ostentata. È diventato negli anni ’90 un manifesto del cinema lesbico. Il titolo significa “andare a donne”, ma anche “pesca la tua carta”.

 

“OLTRE IL CONSUETO, OLTRE IL CONFORME, PER…”
Ci vorrebbero isolate molecole che si passano accanto senza mai sfiorarsi, avvinti nei mille obblighi della vita quotidiana; o, forse ancor meglio, grumi di rabbia compressa pronta a sfogarsi l’una contro l’altro, in quella lotta per la sopravvivenza che sembrerebbe l’unico modo di esistere nelle nostre stranianti città. Eppure esistono altri modi di stare insieme, di intessere relazioni basate non più sulla sopraffazione e l’indifferenza: oltre l’isolamento del singolo, le modalità rabbiose di aggressività alienate, l’irrisione e l’incomprensione nei confronti di chi propone un essere o un amare non convenzionali; oltre le regole di questo non-vivere sociale, che, per difendere i soprusi in cui è radicato, vorrebbe che li facessimo nostri, o che, infine, noi ci facessimo suoi.

GIUSTINIANI 19 NON SI TOCCA! ASSEMBLEA E CONCERTO

Vogliamo e possiamo fare a meno di loro, della loro arroganza, incapacità e ipocrisia.
Lo Stato lascia marcire interi palazzi a dispetto di chi non ha una casa dove vivere e spazi per soddisfare i propri bisogni.
Ne abbiamo occupato uno, uno dei tanti.
Lo vogliamo ristrutturare, abitare e condividere.
Il Demanio lo reclama per batter cassa e, con la scusa di una sicurezza tutta teorica e burocratica, vuole stroncare un’altra esperienza di autogestione, ma….
non si può fermare il vento!

Comunicato della Giustiniani che resiste

#GIOVEDI’ 29 DICEMBRE ore 17.30
ASSEMBLEA PUBBLICA
per discutere e organizzare la r/esistenza dell’occupazione

#VENERDI’ 30 DICEMBRE ore 21
bar popolare e concerto di autofinanziamento con
INVERTER
www.myspace.com/invertergenova

Giustiniani 19 non si tocca! Comunicato e corteo

Invitiamo tutt* a partecipare al presidio itinerante in centro storico contro le minacce di sgombero, appuntamento venerdì 23 dicembre ore 15 in via dei Giustiniani 19.

GIUSTINIANI 19 RESISTE
In questi giorni ci è arrivata notizia di 25 denunce per l’occupazione di via dei Giustiniani 19, da parte del demanio proprietario dello stabile, per motivi di sicurezza.
Il palazzo, su cui grava un decreto di inagibilità, costituirebbe un pericolo per noi, per i frequentatori dello spazio occupato e addirittura per chi transita sulla sede stradale.
E noi saremmo un gruppo di irresponsabili che mettono a repentaglio l’incolumità nostra e degli altri.
Le cose non stanno così. Il palazzo è stato visionato da un buon numero di tecnici solidali: ingegneri, architetti e restauratori che hanno effettuato numerosi sopralluoghi, senza ravvisare elementi di criticità o situazioni di grave pericolo.
Abbiamo concordato alcune norme per un uso progressivo e consapevole dello stabile, abbiamo preparato un dettagliato piano di interventi mirati a rendere fruibile in maniera sicura l’intero palazzo.
I lavori in questo senso procedono spediti con l’aiuto di molte persone che, come i tecnici, ci hanno dato la loro solidarietà. Chi portandoci cose di cui abbiamo bisogno, chi mettendo il proprio tempo, la propria fatica e le proprie capacità.
E’ stato sistemato il fondo al piano terra che è stato adibito a spazio sociale con bar popolare.
In esso abbiamo organizzato svariate attività quali serate musicali, proiezioni, dibattiti, cene sociali e spettacoli teatrali per grandi e piccini.
Al primo piano abbiamo sistemato una cucina collettiva con sala da pranzo, ed un’attrezzata officina della casa.
Il prossimo passo sarà quello di rendere agibile il secondo piano dove troveranno spazio laboratori artistici ed attività sociali auto-organizzate (doposcuola, attività coi bambini, palestra popolare, mercatino di scambio di vestiti…) pensate e create da noi e altra gente che vive nel nostro quartiere.
Ai piani ancora superiori stiamo sistemando i vari appartamenti che saranno divisi tra gli occupanti che hanno bisogno di un’abitazione e non possono o non vogliono più pagare affitti da rapina.

Non accettiamo di delegare la nostra sicurezza agli uomini delle istituzioni, gli stessi che hanno gestito con assoluta irresponsabilità l’alluvione di novembre, gli stessi che hanno lasciato piazzale Adriatico nelle stesse condizioni dell’inondazione degli anni ’70, continuando però a percepire affitti per case inagibili, quegli uomini che sempre più spesso vediamo coinvolti in losche faccende di appalti truccati e più attenti a costruire cessi nobili per meno nobili culi, che a interessarsi della sicurezza dei cittadini, della manutenzione del territorio o della sicurezza sul lavoro.
Su centinaia di edifici del centro storico gravano decreti di inagibilità e parecchi sono in condizioni ben peggiori di quello che abbiamo occupato noi, ma nessuno si preoccupa di chi vive in quelle abitazioni, mettendole in sicurezza.
Se la situazione di via dei Giustiniani 19 era così preoccupante, perché i soldi pubblici non sono stati spesi per altri interventi piuttosto che per il rifacimento della facciata in occasione del G8 del 2001? Forse era più stimolante svuotare il palazzo e cercare di venderlo.
Comunque non è più un problema, visto che abbiamo deciso di fare da soli: per quanto concerne la sicurezza dell’edificio, presto renderemo pubblico insieme ai tecnici il programma di recupero dello stabile che è stato preparato.

Ma è di un altro tipo di sicurezza di cui vogliamo parlare, che è quella che possiamo ottenere uscendo dalla frammentazione sociale in cui ci hanno relegati e ricostruendo legami basati sull’auto-organizzazione, la solidarietà ed il mutuo soccorso. Cominciando a riprenderci in ogni ambito della nostra vita (lavoro, scuola, casa, socialità) quello che ci viene tolto o negato.
Insieme possiamo cercare e trovare un’alternativa concreta a questa realtà surreale e drogata dai mass media, a questo sistema economico opprimente governato da banchieri ed industriali. Insieme possiamo smettere di pagare le loro crisi, i loro debiti e le loro guerre.
Possiamo immaginare una società giusta, basata sui bisogni dell’uomo e non su quelli del capitale e delle merci, e cercando di costruirla insieme ai nostri compagni di strada, scalderemo i nostri cuori nel calore della lotta.
Se facciamo questo, denunce e minacce di sgombero saranno solo un dettaglio.

ISTITUZIONI, DEMANIO, QUESTURA:
“NON SI PUO’ FERMARE IL VENTO, CI FATE SOLO PERDERE TEMPO.”
GIUSTINIANI 19 NON SI TOCCA
OCCUPARE TUTTO!

gli occupanti di Giustiniani 19

# Venerdì 23 dicembre ore 15 PRESIDIO ITINERANTE in centro storico

a seguire…
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
CASSA LIGURE DI SOLIDARIETA’ ANTIREPRESSIVA
e aperitivo/cena a buffet benefit per la Cassa
@ CASA OCCUPATA GIUSTINIANI 19

…state agitati!

“Il rapporto con il vicinato”! Prima rassegna del libero cinema dei giustiniani

Inizia la prima rassegna di film del libero cinema dei giustiniani: “Il rapporto col vicinato”!

TUTTI I MARTEDI’ ORE 21
INGRESSO LIBERO | BAR POPOLARE

MARTEDI’ 13 DICEMBRE
Delicatessen
Un film di Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro; 97 min. – Francia 1990.

MARTEDI’ 20 DICEMBRE
L’inquilino del terzo piano
di Roman Polanski, 125 min. Francia 1976

MARTEDI’ 27 DICEMBRE
La Zona
di Rodrigo Plà, 97 min. Spagna, Messico 2007

MARTEDI’ 3 GENNAIO
I vicini di casa
di John G. Avildsen, USA 1981

“Il rapporto col vicinato”
La convivenza, ciò che dovrebbe essere uno stimolo e una spinta al miglioramento, è oggi giorno comunemente considerata come un problema, spesso ostico da affrontare.
Le diverse esigenze, anziché rappresentare una risorsa da mettere in comune, vengono difese coi denti, ognuno segregato nella propria abitazione. La condivisione, anche delle difficoltà, un tempo linfa dei quartieri e mai come ora in questi tempi disperati una necessaria spinta alla solidarietà, si è tramutata ormai in fredda comunicazione, fatta di avvisi, cartelli appesi la notte, divieti, petizioni, telecamere e porte blindate.
Nel mondo rappresentato dai media, dove chiunque costituisce un pericolo costante agli altrui interessi, la gestione della vita quotidiana all’interno di quartieri, condomini e appartamenti, diventa aspra competizione.
Proietteremo una rassegna di 4 film dove ogni precauzione crolla miseramente; quando porte, portoni, muri e reticolati non sono sufficienti a salvaguardare pace, identità e privilegi.

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Il racconto del fiume rubato

VENERDI’ 16 DICEMBRE
dalle ore 18
IL RACCONTO DEL FIUME RUBATO
Il caso ACNA. La resistenza durata un secolo contro la fabbrica della morte
INGRESSO LIBERO

@casa occupata Giustiniani19
via dei Giustiniani 19, parallela san Bernardo/Canneto Il Lungo, Centro Storico, Genova

IL RACCONTO DEL FIUME RUBATO:
Non è uno spettacolo teatrale.
E’ l’umile e magica narrazione del cantastorie Andrea Pierdicca che racconta liberamente i passi salienti del capolavoro di Alessandro Hellmann “Cent’anni di veleno – il caso ACNA, l’ultima guerra civile italiana”, accompagnato dalla chitarra inedita di Federico Canibus.
La Resistenza durata un secolo, gente comune, persone che hanno reagito, contadini, sindacalisti, poi le masse in movimento, il popolo in azione, conflitti tra contadini e operai, interessi e convenienze politiche, la guerra contro il mostro, un crescendo di tensione dalla fine dell’Ottocento al gennaio 1999, la chiusura della “fabbrica della morte”. Una lotta sul piano ambientale, della salute, della vita; una guerra come esempio di tutte le guerre attuali (movimento NO TAV, NO al Ponte sullo Stretto, al Terzo Valico, alla Gronda autostradale, API, inceneritori, nucleare, Tirreno Power, Cokitalia, centrali a carbone, piattaforma Maersk, MOSE, rigassificatore, bitumifici, cementifici, Stoppani, acciaierie, ecc…).
Quando la verità dei fatti non viene condivisa si crea il terreno per “l’indifferenza… l’ignoranza… la paura… la carriera… il silenzio…”. Conoscere aiuta a trovare il coraggio di cambiare giorno per giorno.
L’indifferenza e il cinismo hanno rotto i coglioni, questa storia lascia l’amaro in bocca ma il cuore pulito, alimenta la fiducia nel buon fine di ogni gesto antagonista.
Andrea Pierdicca
Federico Canibus

CONTATTI:
IlRaccontoDelFiumeRubato[at]inventati.org
Federico Canibus – fedebaut[at]yahoo.it – 349.5772082
Andrea Pierdicca – andreapierdicca75[at]yahoo.it – 338.1045719

GUARDA IL PROMO DEL RACCONTO SU YOUTUBE:
http://www.youtube.com/watch?v=aIUuL4DSs4s

Un Ringraziamento ai LINK spontanei:
http://turistipercaso.it/italia/24527/condividere-una-magia-il-viaggio-d…
http://www.stampalternativa.it/libri/88-7226-894-x/alessandro-hellmann/c…
http://www.stampalternativa.it/cal_eventi.php
http://www.alessandrohellmann.com/flashindex.htm
http://www.narramondo.it/acna.html
http://maggie.trident.it/narramondo/calendario.php
http://www.failacosagiusta.it/ambiente_acna.aspx
http://www.cittafutura.net/spip.php?article480

ETICA DI VIAGGIO:
Da un anno e mezzo il progetto ha trovato una rete alternativa ai teatri convenzionali attraverso la quale restituire a tutti una storia di tutti, rovesciando il meccanismo di vendita e tassazione, perseguendo la strada della reciproca e libera offerta tramite la forma e il linguaggio del quasi estinto cantastorie.
E’ stato accolto finora da vivai, aziende biologiche, ex fienili, rifugi in montagna, parchi e prati, spiaggie, stabilimenti balneari, sale riunioni, musei, biblioteche, scuole ed università, librerie, studi e laboratori privati, teatri e cinema, circoli culturali, centri sociali, osterie, bar, gelaterie, case, piazze, borghi, feste popolari e altri ritrovi spontanei.
CERCHIAMO ANCORA ALTRI SPAZI DI QUALSIASI TIPO, DA MAGGIO 2010 SAREMO ANCORA IN GIRO PER L’ITALIA.
Confidiamo nella tua collaborazione a contattare chi può essere interessato a questa iniziativa, se continuiamo questo viaggio oggi è grazie al calore e al sostegno di chi ci ha aiutato e accolto finora.

DETTAGLI ED ESIGENZE TECNICHE ED ORGANIZZATIVE:
Le caratteristiche comuni tra le persone che ci accolgono sono:
* l’ospitalità di una notte e un piatto caldo per noi due,
* un passaggio in auto dalla stazione più vicina (viaggiamo in treno con l’attrezzatura su un carrello)
* l’appoggio ad uno spazio che possa ricevere almeno una sessantina di persone e che abbia una comune presa di corrente 220 V.
* la promozione dell’incontro via mail, cartacea e passaparola (manderemo noi il file già pronto da stampare e divulgare).
Queste sono le esigenze più esigue che siamo riusciti a formulare: siamo autonomi sull’impianto audio e di illuminazione e raggiungiamo un consumo totale etico di 200W.
L’unico sostentamento economico del progetto consiste nella libera offerta finale a cappello, ecco perché è indispensabile la presenza di almeno 60 persone che assistano gratuitamente; non necessita di permessi né tassazioni SIAE, è un libero incontro spontaneo.

ORIGINI:
Il Racconto Del Fiume Rubato ha intrapreso questa strada anche grazie alle collaborazioni passate tra cui l’Associazione Culturale Narramondo con la quale è nato il progetto teatrale, Nicola Pannelli che ne ha seguito la regia, gli Yo Yo Mundi che hanno concesso alcuni loro brani tratti dal cd “Sciopero” e Lisa Raffaghello che ha seguito l’organizzazione del percorso attraverso i teatri e non solo. Infine Alessandro Hellmann, oltre ad essere l’autore del libro al quale è ispirata la narrazione e compositore di una traccia musicale che accompagna Il Racconto in due importanti momenti, è sostenitore appassionato del progetto.

Notizie, approfondimenti e aggiornamenti sulla vicenda Acna: http://www.acvalbormidaviva.blogspot.com/

Remember, remember the 6th of december!

MARTEDI’ 6 DICEMBRE h 21
inizia il cinema libero dei giustiniani!

@ casa occupata giustiniani19
via dei giustiniani 19, parallela san bernardo/canneto il lungo, centro storico, genova

BAR, PROIEZIONE e DIBATTITO
The Potentiality of Storming Heaven
sulla rivolta esplosa in grecia nel dicembre 2008 in seguito all’uccisione di Alexis da parte delle forze dell’ordine.

TUTTE LE SETTIMANE
INGRESSO LIBERO | NO COPYRIGHT

Siamo qui, siamo ovunque, siamo l’immagine del futuro

“…Domani inizia una giornata in cui niente e’ sicuro. E cosa potrebbe essere più liberatorio dopo tanti anni di sicurezze ? Una pallottola e’ stata capace ad interrompere la sequenza meccanica di tante giornate uguali a sé stesse. L’assassinio di un quindicenne e’ stato un momento che ha determinato uno spostamento capace a portare tutto sotto sopra. Lo spostamento dal compimento di una ulteriore giornata al punto tale che tante persone nello stesso momento hanno pensato: Basta, le cose devono cambiare e siamo proprio noi che le dobbiamo cambiare . E la vendetta per la morte di Alexis si e’ trasformata nella vendetta per ogni giornata in cui siamo stati costretti a svegliarci in questo mondo. E ciò che appariva così difficile si e’ dimostrato così semplice. Questo e’ qualcosa che e’ successo, qualcosa che possediamo. Se qualcosa ci spaventa e’ il ritorno alla normalità. Perché nelle strade distrutte ed espropriate delle nostre lucenti città non vediamo solo gli ovvi segnali della nostra rabbia, ma la possibilità di cominciare a vivere. Ormai non abbiamo altro che la possibilità di stabilirci sopra tale possibilità trasformandola in vissuto: coltivando la nostra creatività nel suolo della quotidianità, la nostra forza a dare sostanza ai nostri desideri, la forza non di osservare, ma costruire il reale. Questo e’ il nostro spazio vitale. Tutto il resto e’ morte.
Chi vuole capire, capirà. Ora e’ il momento di rompere le gabbie invisibili che costringono ognuno di noi nelle nostre piccole e misere vite. E ciò non significa solamente o necessariamente attaccare stazioni di polizia o bruciare negozi e banche. Il momento in cui qualcuno abbandona la sua poltrona e la passiva osservazione della sua stessa vita ed esce per strada per parlare ed ascoltare, lasciando spontaneamente il privato, comprende, nell’ambito dei rapporti sociali, la forza destabilizzante di una bomba atomica…”

Merry crisis and happy new fear

Un mese d’occupazione: domenica solidale con i compagni indagati il 10giugno09

DOMENICA 4 DICEMBRE

dalle 18
resoconto sulla situazione dei compagni indagati il 10 giugno ‘09, in compagnia degli avvocati
dalle 20
grande cena benefit per Massimo | sottoscrizione 15 euro
prenotati entro il giorno prima a voce o via mail

Di seguito maggiori info su processo e sentenze…

TERRORISTA E’ CHI BOMBARDA, AFFAMA, IMPRIGIONA
Il 10 giugno 2009 Massi, Gian, Bruno, Gigi e Dino vengono arrestati con l’accusa di associazione sovversiva costituita in banda armata. Nel gennaio 2010 vengono arrestati anche Manolo e Costantino con la stessa accusa e scarcerati dopo alcuni mesi. Il 19 maggio di quest’anno dopo due anni di detenzione Gigi Fallico muore in carcere per mancanza di cure appropriate dopo giorni di forti dolori al petto e pressione arteriosa alle stelle.
Il 16 settembre 2010 è iniziato il processo presso la corte d’assise di Roma. Durante l’udienza del 16 novembre 2011 Gianfranco ha rilasciato la seguente dichiarazione spontanea:
Avrei preferito non prendere la parola in quest’aula, perchè ritengo non sia la sede adatta per parlare alla gente che mi interessa e perchè sono insofferente a queste forma di liturgia. Tuttavia penso che vadano dette un paio di cose sul significato di questo processo.
Il concetto di fondo è questo: ogni sistema difende se stesso con tutti i mezzi a sua disposizione, siano essi legali od illegali in base alle leggi del sistema stesso, e ciò è tanto più vero nei periodi di crisi generale del sistema come quello in cui stiamo vivendo. I comunisti sono da sempre il nemico principale di questo sistema e quindi è abbastanza normale che vengano colpiti.
Naturalmente tutto ciò non viene esplicitato, non viene mostrato chiaramente, ma piuttosto si mette in scena la rappresentazione del diritto. Alla repressione si mette la maschera di un garantismo formale che poi sappiamo tutti benissimo non esistere nella realtà. Tale rappresentazione con il suo gioco delle parti è per l’appunto il processo penale. In essa l’unica figura schietta, a suo modo sincera, è quella del pubblico ministero, il cui intento manifesto è distruggere con ogni mezzo gli imputati. Distruzione che è giudiziaria, cioè anni di galera, ma anche politica, economica, affettiva, e talvolta anche fisica, come nel caso fra i molti di Gigi Fallico. A questo punto finisce ogni finzione, qui c’è lo stato che dice “mi prendo la tua vita” ma così facendo per lo meno butta la maschera ed il processo si mostra per quello che realmente è, un momento ed uno strumento dell’oppressione di classe.
Io so, non lo posso provare, ma lo so, che qualcuno ha messo il mio dna su quella bicicletta. Naturalmente questo lo so io, lo sa chi ce l’ha messo, lo sa l’eventuale mandante e a questo punto, forse, incominciano a sospettarlo tutti quelli che hanno seguito questa vicenda. L’utilizzo di certi metodi da parte della repressione non è assolutamente una novità e infatti non ne sono minimamente meravigliato.
Si potrebbe pensare che si tratti di una dimostrazione di forza da parte del sistema, come dire, chi detiene il potere può fare quello che vuole, ed in parte ciò è vero, ma al contempo a me sembra anche un sintomo di debolezza, perchè uno stato che fosse sicuro del suo diritto forse non avrebbe bisogno di ricorrere a simili bassezze.
Comunque sia, non c’è bisogno di tutto questo per sapere che in tutti i processi in generale, ma in modo particolare in questi processi qui, i processi politici, si amministra la giustizia di classe e si giudicano gli imputati soprattutto in base alla loro identità.
Io sono comunista ed in quanto tale verrò condannato, perchè è della lotta di classe nel suo complesso che ha paura il sistema. Tuttavia sono molto, molto orgoglioso di esserlo. Quanto all’accusa di aver danneggiato l’immagine del paese ed indotto paura nella popolazione, sinceramente mi sembra rasentare il ridicolo. Se stiamo parlando di questo paese reale, chi è che lo danneggia non solo nell’immagine? Chi è che fa realmente paura alla gente distruggendone le condizioni di sopravvivenza? Coloro che si oppongono ad un sistema globalmente iniquo o piuttosto la classe dominante di quel sistema nel suo complesso?
Questo sistema economico-sociale, il capitalismo , lo stato e le istituzioni che dal capitalismo derivano, che si fondano sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, che producono incessantemente ricchezza per pochi e miseria per molti, guerra, distruzione dell’ambiente a scopo di profitto, ingiustizia sociale e corruzione, come per altro si vede dalla cronaca quotidiana, non mi sembra che abbiano l’autorità, tanto meno l’autorevolezza per giudicarci, hanno solo la forza bruta per farlo fin tanto che ce l’hanno.
In sintesi, noi come classe, abbiamo un problema di forza, non ne abbiamo ancora abbastanza. Loro hanno un problema di legittimazione perchè non ne hanno più. Possono benissimo fregarsene, non dico di no, ma, attenzione, la storia è dialettica e la classe che oggi è dominante ha già iniziato il suo declino.
Il 21 novembre 2011 è stata emessa la sentenza di primo grado: l’associazione sovversiva e la banda armata non sussistono per nessuno degli imputati. Gian e Massi sono stati condannati per cospirazione politica, detenzione e porto d’arma rispettivamente a 8 anni e 6 mesi e 7 anni e 6 mesi. E’ stato inoltre richiesto un risarcimento danni di 50.000 euro nei confronti del Ministero della Difesa ed il pagamento delle spese processuali e di mantenimento carcerario.
Dino è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per detenzione d’arma e anche lui al pagamento delle spese.
Manolo, Costantino e Bruno sono stati assolti.
Non ci riconosciamo nei concetti di innocenza e colpevolezza, propri delle aule di tribunale e ribadiamo la nostra solidarietà e vicinanza ai compagni.
Alcuni/e compagni/e

Posted in comunicati, eventi, locandine | Commenti disabilitati su Un mese d’occupazione: domenica solidale con i compagni indagati il 10giugno09

Occupy America!

MERCOLEDI’ 30 NOVEMBRE 2011 dalle 18
Presentazione e proiezione di filmati sul movimento Occupaty wall street e Occupy Oackland

New York, 17 settembre, the revolution begins…
Da metà settembre il volto di molte città statunitensi è parzialmente cambiato.
I grandi centri urbani e o piccoli abitati dell’”America profonda” sono attraversati da un movimento che cerca di reagire attivamente alle conseguenze sociali della crisi e mettere in discussione l’attuale sistema sociale.
Assemblee aperte e permanenti nel centro cittadino permettono alle persone di discutere, organizzarsi, condividere un pasto caldo, attingere un libro da una improvvisata biblioteca ambulante.
La risposta del blocco di potere nord-americano è stata fino ad ora più orientata a reprimere questo movimento che a recuperarlo, ma proprio la violenza poliziesca ha allargato il consenso nei confronti della mobilitazione e ne ha arricchito le pratiche, facendogli fare un “salto di qualità”.
In seguito allo sgombero violento della piazza ad Oakland in California, un manifestante veterano della guerra in Iraq viene ferito quasi mortalmente.
La risposta è stata la decisione unanime dell’assemblea di proporre uno sciopero generale che bloccasse la città e il quarto porto degli Stati Uniti, sanzionando le aziende intenzionate a prendere provvedimenti disciplinari contro gli scioperanti.
Così è stato e il 2 novembre grazie anche all’appoggio di alcuni sindacali locali, la città è stata bloccata, attraversata da una festante marea umana che ha occupato anche i varchi del porto.
È interessante notare che non ha sconvolto nessuno il fatto che una parte del movimento si organizzasse per sanzionare in maniera “più robusta” alcune banche lungo il percorso.

Together we are unstoppable!
Da un corteo pacifico e dall’occupazione con le tende di una piazza, le forme di lotta si sono ampliate, anche perché la repressione coordinata a livello statale ha cercato di stroncare nuovamente questa esperienza, che non sembra comunque volere arroccarsi solo nella pratica dell’accampamento e in discussioni permanenti su cosa e come trasformare l’esistente.
Alcuni esempi: resistenza agli sgomberi degli inquilini morosi, difesa della scuola pubblica nei quartieri popolari, ri-appropriazione di spazi in ambito urbano, boicottaggio del consumo natalizio, guerriglia gardening, iniziative di sostegno alle lotte dei migranti e dei lavoratori…
Nel mese di dicembre sono previsti uno sciopero di tutti i lavoratori del porto della costa ovest, una giornata “nazionale” di lotta contro gli sfratti, una mobilitazione contro gli acquisti natalizi e molto altro.

Seize the time!
Per questo ci sembra importante cercare di capire meglio cosa sta succedendo negli USA, partendo proprio dal punto di vista di coloro che stanno facendo crescere questa esperienza, dando spazio ai documenti che il movimento stesso ha prodotto, e introducendo il contesto in cui si sono sviluppati.

Un fine settimana straoccupato

Sabato 19 novembre

# ore 15.00
gancio davanti alla casa occupata di via dei Giustiniani 19
deriva gioiosa in centro storico
volantinaggio, carretti, musica e tamburi
RIPRENDIAMOCI GLI SPAZI!

# ore 21.00
bar popolare e serata musicale

Domenica 20 novembre

alla casa occupata di via dei Giustiniani19
centro storico, genova

# ore 16
SPETTACOLO DI BURATTINI

# ore 20.30
CENA POPOLARE
(prenotarsi entro la sera precedente, a voce o scrivendo alla mail giustiniani19[at]canaglie.org)

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Presentazione dell’esperienza torinese degli Orti Urbani + cena

venerdì 18 novembre, alle h.18
ALLA CASA OCCUPATA DI VIA GIUSTINIANI 19

“Allora forse questa bella crisi che travolge ogni certezza può rappresentare un’opportunità: invece dell’ennesimo motivo per continuare a lamentarsi e sprofondare tra miseria e rassegnazione, può esser l’occasione di reagire, iniziando a riprenderci ciò di cui abbiamo bisogno. A cominciare da un pezzetto di terra abbandonato davanti a casa.”

Da due anni e mezzo gli orti urbani di Mirafiori aggregano decine di persone in un’esperienza di autorganizzazione e autogestione, di contrapposizione di momenti di socialità, condivisione e vita al modello “casa-lavoro-supermarket”.
Ne parliamo con alcuni ortolani torinesi.

* per l’occasione verrà anche presentato l’opuscolo di H.Bey, Avant-gardening, Nautilus, 2011
* a seguire cena di autofinanziamento (prenotarsi entro la sera precedente alla mail giustiniani19[at]canaglie.org)

“Torino, Mirafiori-Lingotto. Alveare di cemento costruito intorno alla Fiat. Quartiere operaio nato da un vero e proprio esodo, che ha ammassato uomini e donne a ridosso delle fabbriche in cui, giorno dopo giorno, naufragava il miraggio di una vita più libera e felice. Tanti sono morti tra macchinari e catene di montaggio, chi stroncato da incidenti mortali chi consumato lentamente da cosiddette “malattie professionali”. Quasi tutti hanno capito l’inganno che stava dietro alla promessa di un radioso futuro garantito dalla produzione industriale.
Da circa un decennio, a ridosso della ferrovia, languono alcuni terreni di proprietà di enti pubblici. Per anni questi pezzi di terra sono stati vissuti dagli abitanti del quartiere, trasformati in orti urbani e in luoghi di incontro e socialità, spazi e momenti sottratti al ritmo della fabbrica. Oggi, solo una piccola parte di questi terreni è ancora coltivata da abitanti della zona, mentre la gran parte è stata sgomberata e recintata; si è preferito imporne l’abbandono piuttosto che permettere a qualcuno di ritagliarsi questo pur minimo spazio di autonomia…
Noi, oggi, abbiamo deciso di riappropriarci di ciò che ci è stato sottratto, a cominciare da queste terre, facendone nuovamente degli orti da condividere con chiunque, del quartiere o meno, ne abbia desiderio”.
Torino – 22 marzo 2009, Ortolani di ventura a Mirafiori

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