22/3 TORNEREMO ALLE VOSTRE PORTE E SUONEREMO ANCORA PIÙ FORTE

GIOVEDì 22.03 dalle 19.00 in Piazza della Posta Vecchia apericena musicale, jam session tra amici e dj set! Se ti va porta uno strumento, la tua voce,  tanta allegria e voglia di condividere!   Benefit per ricomprare i tamburi della Murga!

La notte del 4 marzo, in circostanze sconosciute, qualcuno è entrato nello spazio pubblico/condiviso di  Piazza della Posta Vecchia e ha portato via i tamburi e altri strumenti musicali.
Noi siamo La Murga dei Vicoli, una banda musicale itinerante, ci muoviamo nel nostro quartiere e oltre i suoi confini suonando gran casse, rullanti, campane, mani e quello che si ha.
Da tre anni ci incontriamo ogni giovedì in piazza della posta vecchia, suoniamo, socializziamo, ci divertiamo e sopratutto ragioniamo sulle problematiche che riguardano il nostro quartiere.
Attraverso la Murga esprimiamo le nostre idee, le nostre gioie, le nostre sofferenze. Sono loro che ci guidano quando portiamo una vibrazione fuori dal coro per le strade .
Cerchiamo con la musica di richiamare l’attenzione verso quei luoghi fisici o mentali che spesso vengono dimenticati…
Siamo solidali con il movimento no tav, siamo stati con gli abitanti di piazzale Adriatico, in Palestina, sotto le carceri, nelle piazze per difendere i nostri diritti, a fianco agli immigrati contro il razzismo, in via della Maddalena contro le mafie,così come semplicemente a portare allegria nei momenti quotidiani e di festa…
E continueremo a farlo!
Siamo la Murga dei vicoli e crediamo che sia importante proseguire questo meraviglioso percorso nel centro storico dove speculazioni e ingiustizie stanno uccidendo la nostra comunità, dove è sempre più difficile ritrovarsi serenamente e scambiare due chiacchiere,dove gli spazi di tutti sono per pochi, dove ci si trova in difficoltà ad arrivare a fine mese. Per queste strade dove incontriamo belle facciate che nascondono scheletri vogliamo continuare a portare il nostro messaggio.
Non sappiamo chi sia stato né  perché qualcuno abbia cercato di metterci a tacere, ma sappiamo che questo non ci fermerà. Le nostre idee non si possono fermare e per questo “torneremo alle vostre porte e suoneremo ancora più forte” !!!
LA MURGA DEI VICOLI

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Volantino distribuito allo Stadio di Marassi domenica 11 marzo

“Difendi la tua terra dalla democrazia che uccide. Daje Luca. Notav”
“Poliziotti e giornalisti, siete voi i terroristi. Notav”
Con questi striscioni, domenica scorsa a Roma per la prima volta il movimento Notav ha fatto irruzione sulle gradinate degli stadi italiani. Era inevitabile che le curve, da sempre luogo ed espressione di popolo, fossero contagiate da quella che è, prima di tutto, una grande lotta del popolo di una valle – e non, come vogliono far credere poliziotti e giornalisti, la palestra di antagonisti, centri sociali, anarco-insurrezionalisti –, nel momento in cui questa lotta stessa ha travalicato i confini fisici e simbolici della valle. La resistenza Notav ha ormai assunto il valore di un esempio per tutti: si può opporre resistenza al modello di sviluppo che ci viene imposto come obbligatorio; ci si può opporre all’arroganza e alla violenza dell’autorità che pretende di fottersene dei reali bisogni e desideri di una collettività.
L’ideologia del “progresso” con cui ci vogliono convincere dell’utilità del Tav è, nei suoi fondamenti, la stessa del calcio moderno che ha svuotato le gradinate degli stadi, nate come luoghi di aggregazione sociale, per spingerci davanti agli schermi di Sky come clienti e consumatori; è la stessa che vorrebbe abbattere un luogo di memoria e passione collettiva come il Luigi Ferraris,  perché gli stadi devono diventare dei centri commerciali. È il “progresso” che specula su emozioni, passioni e affetti di comunità intere di persone in base al tornaconto dei soliti noti, affaristi, mafiosi, politici. Ci vogliono circondare di luoghi asettici; asettico come un paesaggio visto da un treno ipermoderno lanciato a velocità folle tra valli e montagne; asettico come una partita di calcio vista attraverso uno schermo ultrapiatto invece che vissuta nell’atmosfera della gradinata.
La settimana scorsa il movimento Notav, dalla Valsusa, ha chiesto di fare un presidio simultaneo, oggi domenica 11 marzo, sotto le carceri dove sono ancora recluse le persone arrestate nella grande operazione repressiva del 26 gennaio scorso, orchestrata dal procuratore Caselli.
Nel carcere di Marassi, insieme a centinaia di altri detenuti costretti in condizioni di vessazione e umiliazione, per quei fatti è recluso da due mesi Gabriele.
Nonostante la precauzione di organizzare in serata, dopo la partita, il corteo e il presidio pensati per rispondere alla chiamata della valle, sembra che l’intera zona di Marassi sia off limits fino ad un’ora imprecisata, causa presenza dei tifosi juventini.
Ma come? Anni di tessera del tifoso, di bla bla sulla sicurezza di stadi e città ottenuta grazie ai  provvedimenti di Maroni, e oggi ci vogliono far credere che un’intera porzione di Genova è l’ennesima zona rossa in cui liberi “cittadini” non possono circolare e manifestare? O forse è che vogliono rompere le palle ai Notav? O forse è che hanno paura che molte persone comuni che frequentano lo stadio, stufi di questo mondo di plastica e dell’arroganza delle autorità che lo difendono, simpatizzino e possano appoggiare questo movimento di resistenza, così significativo, così contagioso?
Dobbiamo forse ricordare che il carabiniere che in Valsusa si è arrampicato sul traliccio per arrestare Luca, provocandone la caduta e la quasi morte, è un collega dell’agente che ha ammazzato un ragazzo che andava a vedere una partita sparandogli da un lato all’altro di un’autostrada? Che per arginare la protesta montante in tutta Italia il governo sta pensando a provvedimenti  eccezionali  sperimentati  e legiferati proprio contro gli ultras, come il daspo, da estendere alla manifestazioni di strada? Che, sempre per reprimere la lotta in valle, lo stesso governo ha deciso di spostare in Valsusa le forze di polizia che di solito presidiano gli stadi perché è lì che oggi ne hanno più bisogno, perché lì ci sono da gasare non solo ultras o presunti black bloc, ma un’intera popolazione?
Noi oggi ci saremo, faremo il corteo e arriveremo sotto il carcere.
Invitiamo tutti ad unirsi, e lo facciamo con l’ultimo pensiero rivolto all’Egitto e alla Grecia, dove sollevazioni popolari di massa si sono scagliate contro governi ritenuti autoritari e oppressivi e i gruppi delle tifoserie calcistiche del Cairo e di Atene hanno attivamente partecipato e pubblicamente rivendicato le barricate al fianco del popolo.

CORTEO NOTAV
ore 18 – concentramento in piazza de Ferrari
LIBERI TUTTI

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Corteo NoTav 11 marzo + presidio al carcere

PER LA LIBERAZIONE DI TUTTI GLI ARRESTATI

PER IL RITIRO DELLE TRUPPE D’OCCUPAZIONE

PER IL RILANCIO DELL’OPPOSIZIONE SOCIALE.

GIOVEDI’ 8 H. 21 / ASSEMBLEA CITTADINA / C.A.P.
Circolo Autorità Portuale di via Albertazzi (a Di Negro davanti ai vigili del fuoco). Genova

DOMENICA 11 H. 18 / CORTEO@Genova / PIAZZA DE FERRARI
E PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI MARASSI H. 20

LA VALLE CHE AVANZA IN CITTA’

In Val Susa un’intera popolazione è in lotta da anni, con l’appoggio di centinaia di migliaia di solidali in tutta Italia. La scorsa settimana, all’ulteriore allargamento del cantiere, all’esproprio della baita Clarea e al tentato omicidio di Luca, la valle ha reagito rilanciando i blocchi e le barricate su strade, autostrade e ferrovie.
L’auspicio estivo del “portare la valle nelle città” ha altresì preso corpo e sostanza. Blocchi, cortei e momenti di condivisione si sono propagati in tutta Italia e all’estero da Lisbona a Kiev. La prospettiva di portare la migliore solidarietà ai resistenti valsusini si è inevitabilmente legata con l’esigenza di unire lotte comuni.
Quel che più lo Stato teme è la reale autorganizzazione della gente, la lotta autonoma e senza mediatori, la
delegittimazione della sua autorità, l’emergere di una comunità autentica in lotta.
Se la Val Susa perde perderemo tutti. Se la Val Susa vince, e questo dipende da tutti noi, allora dimostreremo che resistere si può, che la lotta paga, che cambiare questo mondo è possibile ed è entusiasmante.
Per questo siamo al fianco della dignità e caparbietà dei valsusini. Per questo siamo tutti NoTav.

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No Tav, corteo in centro – Occupati i binari a Brignole

dai media di regime:

Ieri un treno danneggiato a Principe; stamani “occupato” ponte Etiopia. E in serata blocco dei treni a Brignole

I manifestanti No Tav hanno inziato stamani intorno alle 11.30 occupando il varco portuale di ponte Etiopia in via Lungomare Canepa a Sampierdarena: sistemati sulla strada alcuni bancali in legno, hanno acceso fumogeni arancioni e esploso alcuni petardi. Un’occupazione pacifica con distribuzione di volantini e incontro con alcuni lavoratori portuali.

La rivolta “dura” è iniziata nel tardo pomeriggio. Prima il presidio davanti alla Prefettura. Tamburi e slogan contro “lo Stato che vuole imporre, contro la volontà popolare, un disegno intollerabile”. Poi gli attivisti si sono mossi lungo via XII Ottobre, hanno raggiunto la stazione di Brignole e sono riusciti ad entrare in stazione attraverso il nuovo varco del deposito bagagli – non presidiato. Hanno occupato il binario 2. Per sicurezza è stata fermata la circolazione di tutti i treni. Una mano anonima ha scritto con lo spray No Tav sul portellone posteriore di una Fiat Punto della Polizia. Il blocco è durato una ventina di minuti

Ieri un altro blitz alla stazione ferroviaria di Principe. In 30 hanno danneggiato un treno intercity Frecciabianca, infranti i finestrini e scritti slogan sulle fiancate dei vagoni.

 

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Due giorni contro l’industria della pelliccia

L’industria della pelliccia miete 50 milioni di vittime ogni anno . Nel nome del profitto 50 milioni di individui nati per essere selvaggi  soffrono e muoiono in strette gabbie metalliche ammassate, fila dopo fila, in lunghi capannoni.

Allevatori e pellicciai stanno tentando di ripulire la propria immagine pubblica, presentando la loro attività come sostenibile, ecologica ed attenta al benessere degli animali rinchiusi. Per questo riteniamo fondamentale presenziare in strada davanti ai luoghi in cui questo prodotto viene venduto, per  mostrare , a tutti coloro che ancora hanno la voglia di voler guardare, il vero volto di questa industria sanguinaria:  gli sguardi di  coloro che attendono per interminabili giorni e notti in quelle gabbie e  le mani di coloro che senza alcun rimorso decidono di torturarli e massacrarli per poterne vendere le pelli, anche attraverso negozi come quello dove porteremo la nostra protesta.

La pellicceria Raffaellini-Bonanni  vende pellicce e pelli di ogni genere da oltre 60 anni.  Sfruttando il fenomeno sociale secondo il quale indossare la pelliccia di un animale scuoiato sia sinonimo di prestigio, lusso, ricchezza (“valori” per molti fondamentali in questa società) questo negozio fa affari e permette a questa industria di continuare ad esistere.

*** Per questa ragione saremo davanti alle loro porte per un
PRESIDIO INFORMATIVO CONTRO LE PELLICCE in via San Vincenzo, a Genova, il pomeriggio di sabato 3 marzo, dalle ore 15:30 in poi.

Invitiamo chiunque ne abbia voglia a portare il suo contributo e la propria determinazione, per dare una voce insieme ai milioni di animali rinchiusi dentro quegli inferni.

****Il giorno prima,
venerdi 2 marzo dalle 18, abbiamo organizzato un BUFFET VEGAN DI AUTOFINANZIAMENTO

presso la casa occupata di via Giustiniani 19 (chiunque voglia aiutarci contribuendo con qualcosa da gustare è assolutamente benvenuto!).

Pensiamo possa essere un modo per poter condividere uno spazio comune, incontrarsi e conoscersi, discutere delle prossime iniziative.  In questa occasione mostreremo alcuni video di recenti investigazioni negli allevamenti di animali da pelliccia in Norvegia e Finlandia, di modo da poter illustrare l’argomento a coloro che ancora non conoscono o non hanno approfondito questo tipo di problematiche, e poterne dibattere insieme.

Invitiamo chiunque ad aiutarci nel diffondere il volantino, a prendere parte alle iniziative in modo attivo, a contattarci per saperne di più.

Contro l’industria dello sfruttamento, per la liberazione animale.

https://liberazioneanimalegenova.noblogs.org

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Presidio e corteo No Tav, No Eserciti, No Stato

La mattina di lunedì 27 febbraio sono partiti i lavori di sgombero e demolizione della Baita Clarea, insieme al trasporto di materiale e all’esproprio dei terreni. Luca Abbà, resistente No Tav, alle 8.30 circa è salito su un traliccio per cercare di rallentare l’operazione industrial-militare. Un sbirro ha provato a farlo scendere, manovra assolutamente assassina, senza reti o altri strumenti di protezione. Luca dopo aver comunicato che non avrebbe desistito e anzi sarebbe salito più in alto ha preso una forte scarica elettrica ed è precipitato da diversi metri. La responsabilità delle forze dell’ordine è inconfutabile. Sbirri assassini!
Mentre Luca è stato elitrasportato al CTO di Torino, dopo quasi un’ora dall'”incidente” provocato dalle forze repressive, in Valle i lavori proseguono, partendo proprio dall’esproprio dei suoi terreni, circondati da muri di Jersey. Anche la resistenza continua, con l’occupazione della autostrada A32, scioperi nelle scuole e nelle fabbriche. Numerosi sono i presidi di solidarietà e protesta in tutta Italia.

A Genova un corteo non autorizzato è partito dalla prefettura in direzione della stazione Principe, bloccando per ore la viabilità nel centro città.

SIAMO TUTTI AL FIANCO DI LUCA

PORTIAMO LA VALLE IN CITTA’

BLOCCHIAMO TUTTO

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No Tav – Bloccato pedaggio autostradale – 27-2-2012

riceviamo e diffondiamo:

Nel pomeriggio di domenica 27 febbraio in un centinaio siamo entrati in autostrada all’altezza del casello di Avigliana, con maschere di carnevale e bandiere no tav. Abbiamo bloccato i caselli telepass con due striscioni di una ventina di metri, indirizzando tutte le macchine verso le altre uscite. Coprendo le telecamere con buste nere e alzando le sbarre di questi caselli abbiamo consentito agli automobilisti di passare senza pagare il pedaggio. I volantini e le grida contro il tav e in solidarietà ai compagni arrestati hanno raccolto la solidarietà di molti. Le centinaia di macchine passate gratis costituiscono un danno considerevole per la Sitaf, la società che gestisce questo tratto autostradale e che è proprietaria dei terreni dove sorge il cantiere della Clarea.
La lotta contro il Tav ha certamente bisogno della partecipazione di molti, ma oltre alle iniziative di massa  ci si può organizzare anche con numeri minori. Il suggerimento emerge da questa e dalle tante iniziative in solidarietà con gli arrestati, svoltesi nelle ultime settimane in diverse città. In Val Susa i complici del Tav sono tanti e disseminati su tutto il territorio, mettergli i bastoni tra le ruote è possibile anche con queste modalità. La loro efficacia è direttamente legata a quanto queste riusciranno a diffondersi. Gli ampliamenti delle recinzioni, previsti nei prossimi giorni, saranno un primo importante banco di prova per sperimentare queste pratiche.

Segue il testo del volantino distribuito durante l’iniziativa:

Non pagare per non collaborare

Oggi i caselli dell’autostrada sono aperti. Non per creare problemi a voi automobilisti, ma per  danneggiare gli interessi della Sitaf. La Sitaf è la società che gestisce questa autostrada ed è proprietaria dei terreni dove sorge il cantiere del Tav di Chiomonte. Questa via di comunicazione  consente tutti i giorni, da mesi, alle forze dell’ordine di sorvegliare l’area dei cantieri. Durante alcune manifestazioni è stata riservata esclusivamente agli spostamenti di mezzi militari e di polizia. Per questo la Sitaf è responsabile tanto della devastazione della Valsusa quanto della violenza commessa dalle forze dell’ordine.
Impedire di incassare i pedaggi è allora un contributo alla lotta contro l’Alta Velocità e un’azione in solidarietà ai compagni arrestati a gennaio. Ma è anche un suggerimento di fronte all’avidità dei padroni. In un momento in cui i soldi mancano e la vita ripiega verso una faticosa sopravvivenza, smettiamo di pagare.

Libertà per i compagni arrestati

Alcuni oppositori dell’alta velocità

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“Molto gentilmente” da Genova

Nelle ultime settimane Caselli è stato contestato ovunque abbia tentato di presentare la sua faccia e il suo ultimo libro. Il procuratore di Torino, la cui ultima impresa è l’aver orchestrato l’operazione repressiva che ha portato all’arresto di alcuni resistenti No Tav lo scorso 26 gennaio, si lagna della scarsa simpatia che riscuote nelle strade, rimarcando il primato dello Stato come monopolizzatore della violenza, parallelamente al diritto dei suoi lettori ad assistere agli imperdibili eventi che continua ad annullare. Per ora, l’ultima vivace contestazione è stata offerta a Caselli dai solidali No tav genovesi…

 

dai media di regime:

No Tav, Caselli contestato
Urla e bottigliate, la polizia carica

Dopo le proteste alla Feltrinelli di Milano, duri attacchi contro il magistrato invitato dal sindaco a presentare il suo ultimo libro. Insulti sui muri, esplose bombe carta, infranti vetri. Scaraventate le transenne contro gli agenti. Il procuratore replica: “Protestare è giusto, ma dare del boia a un magistrato non è democratico”
di BRUNO PERSANO

Si sono presentati in un centinaio per contestare il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli invitato dal sindaco Vincenzi a Genova il suo ultimo libro “Attacco alla giustizia”. A Milano le proteste avevano costretto gli organizzatori a cancellate l’appuntamento alla libreria Feltrinelli e fatto dire al magistrato che “un clima di odio vuole farmi tacere”. A Genova l’incontro c’è stato nella sala dorata di Tursi, ma fuori, per la strada, i giovani anarchici e dei centri sociali hanno scritto “Caselli boia” sulle facciate dei palazzi e sui monumenti, infranto i vetri delle finestre, scaraventato le transenne contro gli agenti.

Il gruppo dei No Tav accusa il magistrato di voler criminalizzare il movimento con i recenti arresti per gli scontri nell’estate scorsa in Val di Susa (a Marassi è imprigionato uno dei 26 attivisti arrestati).

In Via Garibaldi, davanti al palazzo comunale dove si svolgeva l’incontro con il magistrato, i manifestanti hanno mostrato uno striscione dove hanno scritto: “Caselli: Tav? Baciamo le mani. Liberi subito tutti”. Un intero pattuglione di agenti in assetto antisommossa ha blindato la strada e i vicoli che, dalla Maddalena, risalgono verso palazzo Tursi.

E’ scoppiata una bomba carta, poi un gruppo di facinorosi è sfuggito al controllo dei militari e ha raggiunto il palazzo della Prefettura. Ha lanciato un paio di bottiglie contro le finestre. L’intenzione era colpire gli uffici governativi: in realtà le finestre infrante sono quelle degli uffici di Circuito Cinema Genova. Gli agenti hanno caricato i manifestanti

Dispersi dagli agenti, gli attivisti hanno usato le bombolette spray per sporcare le facciate di via San Lorenzo e il monumento di Vittorio Emanuele II in piazza Corvetto: “Caselli boia”. “Morte ai re”. “Via le truppe dalla Val di Susa”. “No Tav liberi”.

gelido il commento del magistrato: “Se uno si limita a protestare, fa quello che la democrazia gli consente, ma dare del boia a un magistrato o a un poliziotto non è simpatico e non mi pare un granchè democratico. Ieri abbiamo annullato l’iniziativa di Milano – spiega Caselli – perchè si svolgeva in una situazione logistica che esponeva la gente perbene a una circolazione non di idee, ma di qualcos’altro di meno simpatico.
Oggi la situazione era diversa: l’incontro c’è stato”.

E poi ha aggiunto, in risposta alle accuse che gli rivolgono gli attivisti No Tav: “Il pm è il primo anello di una sequenza che poi prevede il gip e ora ci sono tre ordinanze del tribunale della Libertà. In uno stato di diritto si tenga conto anche di questo”.

(21 febbraio 2012)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ANTIFASCISTI IN TUTTE LE CITTA’

CI CHIAMAVANO BANDITI, CI CHIAMANO TEPPISTI
IERI PARTIGIANI OGGI ANTIFASCISTI

venerdì 24 febbraio 2012 dalle h 18 @ casa occupata giustiniani 19 / Genova

come si muovono oggi i fascisti nelle nostre città, come si infiltrano nel tessuto sociale, chi li finanzia e chi li protegge, che rapporto hanno con i partiti.
come si possono migliorare le forme di lotta.

PROIEZIONE DI CHASSEURS DE SKINS
film documentario, 2008, Parigi, 80 minuti.
“Il nostro obiettivo era ripulire la capitale dagli skin nazisti e alla fine direi che possiamo ritenerci soddisfatti del risultato”.

ESPOSIZIONE DELLE SITUAZIONI LIGURI
con la testimonianza dei compagni di Savona e La spezia.

a seguire buffet e serata musicale di autofinanziamento.

sabato 3 marzo  PRESIDIO ITINERANTE dalle 17 @ p.za del brandale / Savona

ANTIAUTORITARI SEMPRE

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Aperitivo benefit no tav

In quei boschi, dietro quelle barricate, davanti a quelle recinzioni c’eravamo tutti!

GIOVEDI’ 23 FEBBRAIO DALLE ORE 18

buffet e musica-djset SoundArmato| piazza Posta Vecchia

Solidarietà a chi ha resistito in Valle, ed è stato colpito – a chi ancora manca e sta subendo le conseguenze di quella repressione!

CASSA LIGURE DI SOLIDARIETA’ ANTIREPRESSIVA

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